Capitolo 22

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Era arrivato il giorno di preparare le valigie. Non sapevo nemmeno che fine avesse fatto la mia piccola valigia blu che usavo durante le vacanze estive. Nel mio armadio sembrava fosse scoppiata una bomba in pieno pomeriggio. La settimana la passai a documentarmi su internet e a vedere qualche video su youtube di ragazze che sono andate a New York lo stesso mese che dovevamo andare noi. Alcune dicevano che sentivano caldo altre che morivano di freddo; così adagiai sulla scrivania sia vestiti  a maniche  lunghe che a maniche corte. New York, chi l'avrebbe mai detto! Le esperienze più belle della mia vita fino ad ora stavano succedendo alla fatidica età di diciannove anni. Sulla bacheca delle foto salvate di Pinterest c'è n'era una dedicata interamente alle città che avrei voluto visitare un giorno, e scorciando qualche foto ne trovai alcune che ritraevano New York di notte. Luci,grattacieli, alcuni muri delle palazzine fatte di piccoli mattoni, taxi gialli che facevano via vai per la città; tutto questo pareva di essere sono un illusione e invece a poche ore da qui il mio sogno di vedere questa città si sarebbe realizzando. Mi chinai per vedere se la valigia fosse sotto al letto, e la trovai posta sotto a dove dormivo io. Ci volle un po' per prenderla,però ci riuscì soddisfatta,con qualche capello fuori posto. La posai sul letto e la aprii iniziando a sistemare i vestiti che stavano sulla scrivania. Maglie,maglioni,jeans e un vestito per qualsiasi evenienza;intimo,calzini e scarpe. Mi fermai a guardare la valigia che straripava di vestiti come se dovessi partire per una spedizione sulla luna. Abigail sarebbe arrivata a minuti sotto casa mia per inscenare la finta partenza verso la casa in montagna. Un po' mi sentivo in colpa per aver inventato una bugia, solo che era l'unica via di fuga per poter stare con Chris. Mio papà ultimamente passava molto tempo davanti al computer nel suo studio a volte dimenticandosi addirittura della cena; mia mamma la vedevo che,nonostante la sua espressione serena,smascherava un sentimento di timore e di stanchezza nei suoi confronti. I miei si amavano da morire,avrebbero sacrificato se stessi per vedere entrambi felici, solo che il lavoro era sempre un muro potente che si metteva ogni volta tra di loro. Chris continuava a mandarmi messaggi su quanto fosse eccitato nel prendere l'aereo. Io l'aereo non l'avevo mai preso in tutta la mia vita, e l'idea di volare mi piaceva ma allo stesso tempo mi creava un forte senso di disagio. Suonarono il campanello di casa e io mi affacciai dalla finestra della mia stanza per vedere chi fosse. Abigail nonostante dovesse fingere di partire e nonostante dovesse recitare una parte, era vestita come se dovesse andare seriamente a fare una gita sulle montagne. Le feci segno dalla finestra che sarei scesa di li a pochi minuti e la invitai ad entrare dentro casa. Mia mamma mi precedette perché aprì la porta e accolse Abigail invitandola anche lei ad entrare. Poggiai la valigia per terra e tirai su il manico per trascinare il grande fardello pieno di vestiti. Chiusi la porta di camera mia e mi avviai verso le scale. Sentivo Abigail raccontare appassionatamente la sua vita no stop da futura designer mentre mia madre pendeva da ogni parola che usciva da quelle labbra.
Elizabeth:"Eccovi qui" disse con una mano sul fianco squadrandomi dalla testa ai piedi. Io annuii affaticata dopo essermi fatta da sola tutte le scale con la valigia in mano.
Abigail:"Sei pronta?;I miei genitori non vedono l'ora di vederti" disse lei battendo le mani. Quella ragazza mi metteva seriamente paura, era così brava persino ad inscenare una finta scappatella e sapevo che per qualunque cosa potevo contare su di lei, sopratutto se si trattava di cose di questo genere.
Carol:"Si andiamo" dissi avviandomi verso la porta
Elizabeth:"Tesoro mi raccomando fai attenzione e chiamami quando arrivi"
Carol:"Si mamma tranquilla" dissi rassicurandola con un sorriso
Elizabeth:"Vieni qua fatti abbracciare"
Carol:"Mamma ma non vado mica in guerra"
Elizabeth:"Lo so tesoro però promettimi che ti comporterai bene e se succede qualcosa chiamami"
Carol:"Si va bene non ti preoccupare" dissi uscendo insieme ad Abigail dalla porta
Elizabeth:"Ah e divertitevi!" disse alzandosi sulle punte per farsi sentire mentre noi eravamo già in macchina. La salutai con la mano e mi sentii un po' in colpa nel sapere che la mia vacanza sarebbe stata altrove.
Abigail:"Ma allora non sei contenta di partire? disse dandomi una pacca sulla gamba
Carol:"Si"
Abigail:"Non sembra" disse mettendosi gli occhiali da sole
Carol:"È che mi dispiace per i miei...non gli ho mai mentito"
Abigail:"Carol ma dai non stai facendo niente di male"
Carol:"E se andasse tutto a rotoli e iniziassero a sospettare?"
Abigail:"Andrà tutto bene, non succederà niente di tutto ciò. Tu sei con me,in montagna,ad annoiarci sulle alte cime, è questa la verità"
Mi voltai a guardare la strada ormai esasperata. Le mie paure mi stavano rovinando la giornata prima ancora di iniziarla.
Abigail:"Con la scusa di riaccompagnarti posso rivedere di nuovo super fusto" disse facendomi l'occhiolino
Carol:"Ehi sposta gli occhi da un'altra parte"
Abigail:"Ma come siamo presuntuose qui, non abbiamo sempre detto che con le amiche di condivide tutto?"  Scoppiammo a ridere entrambe, per quanto fosse pazza e sempre al centro dell'attenzione, non avrebbe mai potuto fare una cosa del genere. In amore ha sempre avuto alti e bassi, dava sempre il massimo nelle sue relazioni ma dall'altra parte non c'è mai stato uno scambio,e forse è anche per questo che è diventata così.
Carol:"Siamo arrivati,quella lì infondo è casa di Chris"
Abigail:"O mio dio lui vive qui?" disse fermandosi di colpo vicino casa sua
Carol:"Si"
Abigail:"Credo che super fusto ti stia aspettando più avanti"
Non sembrava nemmeno lui senza il solito vestito elegante. Portava gli occhiali da sole che non facevano risaltare i suoi occhi e vicino a lui aveva una valigia che sembrava più leggera della mia. Scesi dalla macchina e lasciai la portiera aperta non fregandomene minimamente di Abigail che urlava dentro di richiuderla. Corsi incontro a Chris e gli saltami addosso per abbracciarlo.
Chris:"Ma come è felice la mia piccola Jones" disse stringendomi più forte. Quell'aggettivo detto da lui mi faceva sentire la donna più grande del mondo. Nella vita non avrei mai pensato che per essere felice bastasse così poco, che poi poco non era, avevo tutto quello che immaginavo ogni sera prima di andare a dormire.
Abigail:"Voi due li infondo,venite ad aiutarmi o volete starvene li fermi a fare i piccioncini?" disse seccata con una mano sul fianco. Io e Chris ci guardammo e ci sciogliemmo dall'abbraccio per andare incontro ad Abigail che, con il cofano aperto, cercava di prendere la mia valigia
Chris:"Lascia, ci penso io" disse prendendo la valigia e mettendola per terra con un po' di fatica
Abigail:"Tu si che sei un gentiluomo" disse complimentandosi con lui mentre continuavano a guardarsi
Carol:"Che facciamo andiamo?" dissi intromettendomi
Chris:"Si hai ragione non voglio arrivare tardi"
Carol:"Abigail non so come ringraziarti per qualsiasi cosa, ti prego chiamami"
Abigail:"Andate tranquilli la situazione sarà gestita benissimo dalla sottoscritta"
Carol:"Grazie" dissi abbracciandola
Abigail:"E tu" disse indicando Chris fermo ad assistere alla scena, " Ti affido la mia amica non fate cazzate o vi vengo a cercare entrambi a New York...detto ciò divertitevi"
Chris:"Si capitano" disse ridendo
Abigail:"Ciao ragazzi portatemi qualche capo costoso" disse avviando la macchina per poi scomparire tra le grandi ville
Chris:"Allora sei pronta?"
Carol:"Non vedo l'ora" dissi sorridente. La macchina di Chris era parcheggiata più avanti da dove l'aveva lasciata Abigail. Caricò entrambe le valigie dietro il portabagagli e poi salì in macchina. La macchina era bollente per via del troppo sole. Mi accigliai a pensare se facesse caldo anche a New York, fortunatamente avevo pensato di vestirmi a cipolla per qualsiasi evenienza.
L'aeroporto di Birmingham distava un po' da dove abitavamo noi. Le strade non erano affollate come al solito, o per lo meno, sull'autostrada per raggiungere l'aeroporto, le macchine sembravano viaggiare serenamente. Io ero agitata e si vedeva da come muovevo la gamba per il nervosismo. Chris se ne accorse e mi poggiò una mano sulla gamba per farmi smettere.
Chris:"Jones se continui così mi farai venire l'ansia" disse sorridente
Carol:"Si lo so scusa" dissi "Sono un po' nervosa per quanto riguarda il volo"
Chris:"Stai tranquilla non sentirai nulla, sembrerà di stare nel salotto di casa" disse accarezzandomi la gamba  "E poi ci aspettiamo 10 lunghissime ore sospesi in aria"
Carol:"Ma come dieci ore?" dissi con un tono spaventato
Chris:"Jones ci sono io qui con te andrà tutto bene"
Azionò la radio per far prendere all'abitacolo della macchina un nuovo andamento, lasciando fuori tutta la mia ansia che mi stava divorando in quel momento. Ci insediammo in una lunga fila di macchine  che sembrava non avere fine, la mia supposizione iniziale era stata capovolta dal traffico. Chris mi guardava da sotto gli occhiali sorridente come se avesse visto un qualcosa di meraviglioso accanto a se.
Carol:"Che c'è" dissi voltandosi verso di lui
Chris:"Niente Jones sono felice"
Carol:"Felice per il viaggio?" dissi sorridente
Chris:"Per il viaggio e per averti al mio fianco"
Mi voltai di colpo dall'altra parte smascherando ogni singola farfalla che si stava creando nello stomaco. Il mio imbarazzo e la mia felicità nel sentire quelle parole abbatterono tutti pensieri negativi del viaggio. Chris sapeva rendere leggero ogni mattone posto su quel muro che prima o poi andava abbattuto. Sembra scontato dirlo, ma ogni volta che cercava di farsi spazio tra i miei pensieri pungenti, il mio cuore faceva spazio a lui.

Il migliore amico di mio padre Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora