Capitolo 19

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Mi svegliai di colpo per via di un forte dolore allo sterno. Iniziai a tossire, in pieno maggio ero l'unica ad essermi presa questa brutta tosse. La sveglia segnava le dieci e un quarto del mattino, e la fessura della persiana preannunciava già un sole caloroso. Ero da sola in casa, o almeno così pareva, dal piano di sotto non si sentiva nessun rumore,nemmeno una porta sbattuta,quasi mi spaventai. I miei probabilmente erano usciti a fare la spesa o qualche faccenda importante. Mi alzai e mi diressi verso la porta di mio fratello per vedere se stesse dormendo. Feci il più piano possibile ma quando aprii la porta,vidi che nel letto non c'era nessuno. Mi avevano lasciato da sola. Ho sempre amato la quiete e il silenzio,ma trovandomi in questa situazione, mi sentii veramente abbandonata. Decisi di uscire,avrei fatto colazione nel solito bar nel quale andai con Abigail. Mi vestii al volo con un jeans,una maglia nera e il mio solito chiodo. Non avevo voglia di truccarmi,per la prima volta in vita mia, decisi di uscire senza trucco,però,presi degli occhiali per smascherare l'assenza. Corsi giù per le scale,e notai subito la differenza tra i tacchi e le mie amate sneakers. Chris non mi aveva ancora scritto,probabilmente starà dormendo,pensai. Chiusi la porta di casa a chiave e andai verso la macchina. Aprii subito  i finestrini per far passare un po' d'aria e il cielo preannunciava già una lunga estate ricca di caldo. Essendo sabato mattina speravo che ci fossero meno persone,invece arrivata al parcheggio del bar lo trovai colmo di macchine,quasi ero incerta ad entrare. Mi feci coraggio ed entrai,nel bar c'erano persone che prendevano il caffè sia al bancone che al tavolo. Di sabato mattina nonostante dovessero andare al lavoro, la gente sembrava più felice e più a loro agio ad intraprendere la giornata. Mi avvicinai al bancone dove due ragazzi si affrettavano a togliere le tazze colme di caffè dalla macchinetta. Mi avvicinai timidamente e appoggiai le braccia al bancone aspettando di essere servita.
"Salve cosa vorrebbe ordinare?"
Carol:"Due caffè da portare via e due brioche"
"Arrivano subito" disse il cameriere moro congedandomi con un sorriso. Non so perché io abbia ordinato per due,ma in quel momento nella mia testa pensai anche a Chris. Non è molto visto l'orario,ma con il tempo potrei rifarmi. Gli occhiali avevano il potere di osservare le persone,i gusti,i dettagli,senza farsi scoprire da nessuno. Vicino a me c'era un signore o così pareva,con la coda dell'occhio vedevo il suo completo del solito colore scuro ma elegante,portarsi alla bocca la tazzina bianca.
"Carol giusto?" disse una voce familiare. Mi girai e riconobbi subito il taglio curato che notai la volta precedente. Era Justin. Capelli pettinati perfettamente e completo color blu notte in tinta con la cravatta. Aveva appena posato la tazzina sul piattino quando mi voltai verso la sua direzione.
Carol:"Justin giusto?" dissi fissandolo da sotto gli occhiali
Justin:"Si Justin. Colazione da asporto?"
Carol:"Si" dissi mentre ero attenta a guardare il cameriere inserire delicatamente i caffè nel sacchetto. Sentivo il suo sguardo addosso,ma non ero interessata a ciò che stava pensando mentre mi guardava, avevo bisogno di quel sacchetto per correre a casa di Chris.
"Ecco a lei signorina" disse il cameriere poggiando sul bancone il sacchetto. Mi voltai per cercare nella borsa il portafoglio che conteneva i pochi spicci che mi rimanevano per pagare la colazione.
Justin:"Offro io" disse porgendogli la carta di credito. Mi girai di scatto per il gesto appena visto.
Carol:"Non c'e n'era bisogno" dissi rimettendo al suo posto il portafogli
Justin:"Non preoccuparti,dovevo pagare anche il mio caffè" disse ritirando la carta
Carol:"Grazie" mi limitai a dire. Mi salutò con un sorriso e si avviò verso l'uscita del bar. Afferrai il sacchetto e prima di prendere le due bustine di zucchero,mi guardai intorno intenta a non farmi vedere.
Nella via di Chris non c'era quasi nessuno,nessuna macchina,nemmeno un cane. Mi fermai di fronte il suo cancello e osservai la via in cerca della sua macchina. Presi il sacchetto e richiusi la portiera. Mi misi sulle punte intenta a vedere se dalla finestra ci fosse la sua sagoma. Chris probabilmente stava dormendo così,la cosa più ovvia da fare,era di suonare il campanello. Lo suonai e me ne pentii subito,mi dispiaceva se stava dormendo,doverlo svegliare. Dalla finestra in alto spuntò una sagoma, Chris si stropicciava gli occhi,probabilmente lo avevo appena svegliato. Li socchiuse per capire chi fossi e io mi tolsi gli occhiali per farmi riconoscere. Scomparve improvvisamente dalla finestra e dopo un po' sentii il cancello scattare. Entrai e lo richiusi alle mie spalle per poi avviarmi verso l'entrata. La porta era socchiusa,pensavo che Chris mi avrebbe accolto sulla soglia della porta,invece non c'era. Entrai facendo piano, e Dodger mi venne incontro scodinzolando. Il cane si avvicinò al sacchetto contenente la colazione per annusarlo,poi se ne andò verso la sua cuccia. Andai verso il salotto ma di Chris non c'era neanche l'ombra, probabilmente sarà ritornato a dormire. Mi avviai verso la rampa di scale che si trovava vicino l'entrata. La prima volta non me ne accorsi di esse, vidi soltanto il salotto e la cucina. Questa casa nascondeva molte parti ancora a me sconosciute. Le scale erano di un legno marrone scuro,e sopra di esse,sul muro, c'erano appesi alcuni quadri. Mi avvicinai ad essi e iniziai a guardarli. C'erano alcune foto di lui insieme a qualche amico, un Chris adolescente con in mano una bottiglia di birra. Ci fu una foto che catturò la mia attenzione, c'era lui insieme a molte persone,probabilmente quella che teneva stretto era sua madre,l'unica donna in mezzo circondata da Chris,un altro signore e due donne. Al lago mi aveva accennato qualcosa della sua famiglia,ma non ha specificato molto.
Chris:"Quelli sono i miei fratelli" disse una voce dietro di me. Mi voltai di colpo spaventata,Chris portava una tuta grigia con su una felpa. La sua faccia aveva la forma del cuscino,sapevo che suonare fu una pessima idea quasi mi dispiaceva vederlo così.
Carol:"Non sapevo avessi altri fratelli" dissi posando di nuovo lo sguardo sulla foto.
Chris:"Si io sono il più grande" disse venendo verso di me sulle scale. "Lui è Scott,mio fratello minore, e loro sono Shana e Carly, anche loro mie sorelle minori"
Carol:"Quindi tu sei il più grande?"
Chris:"Il più grande e il più vecchio" disse guardandomi mentre accennava un sorriso. Chris si accigliò a guardare la foto,immerso nei pensieri,ci passò due dita sopra e sfiorò la mamma,probabilmente in segno di mancanza.
Chris:"Vieni andiamo sopra" disse superandomi sulle scale. Lo seguii in silenzio verso la sua camera, Il piano di sopra era più confortevole rispetto il design del salotto. Le pareti erano di un color giallo crema. Su di esse c'erano due quadri vicino alle due porte marroni,non saprei costatare se messi lì a caso oppure per sua volontà. Entrò nella seconda stanza,non scomodandosi nemmeno a guardare se io fossi dietro. Entrai e rimasi esterrefatta dalla grandezza di essa, le pareti erano di un colore che tendeva al grigio. Il pavimento era interamente fatto di parquet in stile contemporaneo,tendente anch'esso ad un grigio con qualche sfumatura di marrone chiaro. Sotto il letto c'era un grande tappeto che dava alla stanza un'aria più moderna. La testiera del letto era nera invece, e presentava un grande letto matrimoniale con delle coperte che mettevano in risalto la testiera. La parete dietro il letto era fatta interamente di pietre di vario colore, quasi a dare l'aria di un posto rustico ma allo stesso tempo classico. Chris era buttato sul letto mentre io ero estasiata nel vedere la sua camera da letto.
Chris:"Jones che fai lì impalata vieni qui" disse facendo cenno di raggiungerlo a letto. Poggiai il sacchetto sul comodo, e mi sdraiai di fianco a lui lasciando i piedi fuori dal letto. Chris allargò il braccio per farmi poggiare la testa sul suo petto per poi poggiarlo sulla mia schiena.
Chris:"Cosa ci fai a quest'ora qui?" disse a bassa voce. Risultò quasi come un rimprovero, come se fosse infastidito,ma dalla sua espressione non pareva così.
Carol:"Volevo farti una sorpresa portandoti la colazione" dissi guardandolo mentre ad occhi chiusi mi accarezzava la schiena. In quel momento si girò verso di me e aprì gli occhi in un modo così dolce che mi venne naturale passare il polpastrello su di essi.
Carol:"I tuoi fratelli sono sposati?" dissi io accarezzandogli la guancia
Chris:"Shana e Carly si,hanno anche dei figli che sono terribili" disse ridendo " Sono delle piccole pesti,però li adoro". Io ero attenta ad osservare con quanto orgoglio e felicità descrivesse i momenti con i suoi nipoti.
Chris:"Invece Scott vive con il suo fidanzato nella città dove sono cresciuto" disse "Sono tutti sposati con dei figli tranne io" aggiunse ridendo nervosamente. Gli feci un mezzo sorriso, a quest'ora avrebbe potuto avere una bellissima famiglia insieme a Mia e invece era finito con il frequentare una diciannovenne,con il rischio di essere beccato dal suo migliore amico.
Chris:"Ho sempre immaginato una grande casa nel quale riecheggiavano risate di tanti bambini. Infatti quando i miei nipoti vengono qui questa casa sembra prendere vita". Mi venne un magone allo stomaco lui aveva grandi progetti,progetti giusti per una persona matura come lui,io invece sognavo di scoprire il mondo,vedere nuovi posti e scoprire nuove forme della letteratura,cosa mai potevo offrirgli io?
Chris:"Sai dove mi piacerebbe andare?" disse voltandosi a guardare il soffitto
Carol:"Dove?"
Chris:"Verso qualche posto esotico o magari New York,ti andrebbe?" disse girandosi di scatto verso di me
Carol:"Di fare cosa?"
Chris:"Di partire Jones,potremmo visitare qualsiasi città tu voglia"
Carol:"Non possiamo io devo seguire le lezioni e tu devi andare a lavoro"
Chris:"Mi potrei prendere dei giorni di riposo"
Carol:"Non possiamo partire così, ai miei cosa dico?"
Chris:"Non lo so inventati qualche scusa"
Carol:"Non so se sia una buona idea.." dissi sospirando.
Chris:"Tu pensa alla meta al resto penso tutto io" disse tutto contento
Carol:"Chris..." dissi alzando gli occhi
Chris:"Jones fidati non te ne pentirai"
Carol:"Devo prima parlarne con i miei.."
Chris:"Quindi è un si?"
Carol:"È un forse"
Chris:"Mi va benissimo anche il forse" disse felicemente. Era completamente fuori di testa ma allo stesso tempo vederlo così felice mi faceva sentire il cuore sospeso in aria.
Chris:"Ora fatti dare il buongiorno per bene" disse abbracciandomi mentre si metteva sopra di me.

Il migliore amico di mio padre Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora