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Vinnie ha la mano stretta attorno al volante dell'auto, così stretta che ho paura possa spezzarlo in due a momenti:«Te l'avevo detto che avremmo fatto prima con la metro, a quest'ora c'è un traffico che mancavamo giusto noi in mezzo a metà popolazione di New York all'orario di punta»

Se c'è una cosa di cui sono certa è che oggi di sicuro non arriveremo all'appartamento di Cole. Con il traffico che c'è è impossibile, da un lato mi va bene visto che voglio evitare che ci sia un incontro tra i due.

Vinnie tira l'ennesimo pugno al volante e si toglie il cappellino nero dalla testa per passarsi le mani tra i riccioli ribelli. Non sembra volerlo accettare, ma ormai è tardi. Come minimo Cole e Monique avranno fatto in tempo a farsi i fatti loro e salutarsi. Il mio telefono comincia improvvisamente a vibrare, vengo tempestata di messaggi da qualcuno. Quando lo prendo in mano, vorrei tanto lanciarlo dall'altra parte della città e farlo sparire e lo farei... Se solo questo non fosse in realtà il telefono di Vinnie.

«É lui?» chiede Vinnie.

Cole: abbiamo bisogno di parlare. Non ti supplicherò, accetterò per sempre il fatto che tu non mi ami più e che hai preferito uno come Vinnie Hacker al mio posto, ma non possiamo chiudere male una relazione così importante per entrambi. Abbi almeno la decenza di salutarmi per bene, me lo merito. Sai...

Ma non riesco a finire di leggere il messaggio perché Vinnie mi strappa il telefono di mano per leggere tutto prima di me.

«Ehi!» alzo la voce.

«Guarda te se devo farmi soffiare la mia ex da uno così» dice sotto voce.

Poi clicca il tasto della chiamata e avvicina lo schermo al suo orecchio. Mi allungo subito dal sedile posteriore in avanti per fermarlo, ma lui con una presa salda riesce a tenermi indietro.

«Albert, fai qualcosa» lo supplico.

«Qualsiasi cosa io faccia, poi mi si ritorcerà contro, quindi lascialo fare» Albert sembra arreso.

«Wow Albert, un ragionamento sensato per una volta, sono colpito da te»dice Vinnie ironizzando.

La voce metallica di Cole risuona sul telefono e Vinnie si zittisce. In macchina cala il silenzio, mentre le parole di Cole rimbombano a basso volume: «Beth sei l'amore della mia vita, ho commesso un enorme sbaglio, non posso credere di averlo fatto per davvero. Non posso vivere senza di te, è come se questa casa fosse vuota senza la tua risata, senza i tuoi passi, senza il tuo profumo sulle lenzuola, posso fare qualsiasi cosa per te pur di riaverti qui, anche dormire sul divano per settimane, mesi, finché non ti sarai rifida-»

La chiamata viene spenta da Vinnie.

«Perché l'hai chiamato? Che diavolo ti è saltato in mente?» gli chiedo.

Risentire quella voce e quelle parole mi ha fatto stare il doppio più male. Non perché mi stia mancando Cole, ma perché sono tornata di nuovo alla consapevolezza che non ho quasi nessuno su cui contare, che i miei giorni qui a New York sono un conto alla rovescia perché io in questa città non ci voglio più stare.

«Sai che c'è?» chiede Vinnie voltandosi verso di me.

«Cosa c'è adesso?»

«Noi due ci meritiamo una cazzo di vacanza» è la sua risposta.

«Di che diavolo stai parlando?»

Si toglie la cintura di sicurezza e scende dall'auto. Apre la portiera posteriore, dove mi trovo io, e allunga la mano verso di me. Mi sta girando la testa, non riesco a ragionare, mettere insieme i miei pensieri nel vedere Vinnie in piedi in mezzo al traffico newyorkese che mi porge la mano... Deve essere impazzito. Eppure, i suoi occhi così scuri e allo stesso tempo limpidi mi trasmettono sicurezza, non mi sta prendendo in giro, ha qualcosa in mente, ma cosa?

PAUSE - Vinnie Hacker.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora