49.

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La mattina in appartamento dei ragazzi non è mai molto serena. Le sveglie suonano quasi tutte insieme e contemporaneamente ed essendo pigri le rimandano in continuo, facendole di nuovo squillare dopo circa dieci o cinque minuti. Poi i loro passi pesanti e i rumori della cucina sono così fastidiosi che è impossibile non alzarsi con il nervoso la mattina. 

Apro gli occhi e davanti a me vedo solo la finestra che dà sulla città, Vinnie non è a letto con me. Non ho nemmeno idea del perché io mi sia svegliata così presto visto che è sabato, non so nemmeno perché io mi sia presentata qui ieri sera. Non mi sento quasi nel posto giusto.

Mi alzo dal letto e stando attenta a non farmi vedere da nessuno nella casa, corro in camera mia. Prendo il cellulare in mano e controllo le ultime chiamate, due di Cole e un suo messaggio. 

Cole: A che ore vieni a casa oggi? Hai tante cose da portarti dietro? 

Già, oggi torno a casa con lui. Se fino a qualche settimana fa l'idea mi sarebbe andata a genio, sarei stata entusiasta anche solo di poter stare di nuovo con lui, ora come ora non è per niente così. Sento già quasi la mancanza di questo appartamento e dei ragazzi... Non tutti, solo Vinnie, Albert e Nick. 

«Non me ne frega un cazzo di quello che stai dicendo, ho preparato tutto per te, mi sono fatto avanti un'altra volta e tu te ne sei altamente fregata anche solo di scrivermi che non ci saresti stata» è la voce di Vinnie in corridoio. Si sarà allontanato dai ragazzi per parlare con Monique. 

Mi avvicino alla porta della mia stanza e appoggio l'orecchio sulla porta per ascoltare meglio tutto. 

«Ah sì? Ma con quale coraggio Monique? Quale? Queste sono tutte palle, cazzate. Avresti dovuto alzare il culo e presentarti» risponde di nuovo lui. 

Silenzio. 

«Ci penserò su» risponde calmando il tono della voce:«Non voglio sentirti per ora»

Poi i suoi passi si fanno sempre più vicini alla porta della mia stanza, così scappo almeno a metà della stanza per non dare nell'occhio e fargli pensare che lo stessi spiando. La porta si apre proprio quando arrivo davanti all'armadio.

«Ah va bene, sei sveglia» mi dice.

«Hai bisogno di qualcosa?» 

«No» e chiude la porta della stanza. 

Non è di cattivo umore, è di pessimo umore. Non c'è una cosa che gli stia andando bene da inizio giornata. Non che mi aspettassi un saluto dopo ieri sera, non che me ne importi molto. 

Esco dalla mia stanza per andare a fare colazione e tutti i ragazzi sono seduti a bere il caffè. 

«Buongiorno» mi saluta Albert.

«Si dorme bene nel letto di Vinnie?» chiede Sebastian.

Mi ammutolisco immediatamente senza sapere che cosa dire. Vinnie ha detto tutto ai ragazzi? Come lo sono venuti a sapere? 

«Seb...» cerca di zittirlo Nick.

«Sai, tra tutti non avevo dubbi che fosse Vinnie l'unico ad accaparrarsi la coinquilina, è una mossa proprio da lui avere la sgualdrina in casa senza nemmeno fare lo sforzo di andare a cercarsela fuori» se la ride ancora di più Sebastian, dando un morso al biscotto.

«Nel caso, a differenza tua almeno sa come far sentire a suo agio una ragazza nell'andare a letto con lui... Non mi pare che tu possa vantarti dello stesso successo, o mi sbaglio? Da quando ti conosco due volte ti hanno mandato via a schiaffi in faccia, non riderei così tanto» rispondo a tono. 

Non mi faccio mettere i piedi in testa da Sebastian, può anche continuare a prendermi in giro o ridere di ogni cosa che faccio, ma mai starò zitta davanti a lui. Mi odia, senza motivo, e va bene così. Non sarà lui a peggiorare la mia giornata. 

PAUSE - Vinnie Hacker.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora