24.

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Per il resto della giornata non faccio altro che pensare a cosa succederà tra me e Cole, che conversazione avremo, come andranno le cose, se metterà da parte la sua folle idea. 

«CON QUEL DEFICIENTE DI COLE?» alza la voce Claire quando stiamo andando verso l'uscita del campus.

«Devo andare a prendere i soldi, i ragazzi non mi hanno ancora chiesto nulla ma sono certa che devo contribuire per queste settimane» 

«Sono solo delle scuse Beth»

«Non lo sono»

«Sai già come andrà a finire tra di voi»

«Come?»

«Tra le coperte, con te che avrai i senti di colpa per avergliela fatta passare liscia e lui che rifilerà la stronzata del secolo, cioè che devi andare a letto con un altro per capire se lo ami o meno» è onesta almeno, per questo le voglio bene.

Mi conosce così bene che ha già capito bene come andranno le cose. Ma non mi importa. Mi presenterò lo stesso nel nostro... O meglio, ormai suo appartamento e vedrò come andrà. Magari avrà un risvolto diverso, forse avrò la forza di mandarlo finalmente a fanculo.

«Ti stupirò» cerco di alleggerire l'atmosfera.

«Sì? Andrai direttamente a letto senza parargli nemmeno? Senza mandarlo a quel paese almeno una volta?» ironizza lei.

«Hai così poca fiducia in me?» le chiedo.

«No» torna seria:«Ma ti conosco e so quanto lo ami... Non permettergli di avere la meglio anche questa volta»  

So che andrà diversamente, non cederò. Lo amo, ma deve capire che con il gesto che ha fatto e con la proposta che mi ha fatto mi perderà. Un domani potrò svegliarmi la mattina stufa della situazione e pensare solo a me stessa, cancellare un ipotetico noi per farlo diventare un io

«Mi raccomando» ripete Claire:«Oh eccoli, ti lascio nelle loro mani perché devo scappare a lavoro» probabilmente facendo riferimento a Vinnie e Albert. 

«Ci vediamo domani» l'abbraccio forte.

«Ti tengo d'occhio» mi dice e se ne va. 

Non sarei stata in grado di sopravvivere un singolo giorno in questa città senza di lei. É tutto per me. 

Non mi volto, forse se capiranno che non li ho visti non mi disturberanno e potrò tornare a casa senza che i due mi facciano compagnia. Comincio a camminare fingendo di non sapere che sono dietro di me, non si avvicineranno mai... Ne sono certa. La pensiamo tutti allo stesso modo, a me non frega niente di stare con loro, a loro non frega niente di stare con me. É così semplice. 

Ho lo sguardo annebbiato dai pensieri quando sento qualcuno afferrarmi il braccio e trascinarmi via all'indietro. La mia schiena va a colpire l'addome di qualcuno, un qualcuno che è Vinnie. 

«Ma possiamo lasciarti da sola due minuti senza che tu rischi la morte?» domanda infastidito.

Sono confusa. Poi capisco. Un autobus è appena passato a pochi passi da me, non sono nemmeno sulle strisce pedonali e stavo attraversando la strada. Ero talmente persa a pensare che non mi sono accorta della strada.

«Mi sarei fermata» mi scanso.

«Cammina vicino a noi» propone Albert. 

Probabilmente mi avranno presa per una pazza squilibrata. 

«E apri bene gli occhi» risponde male Vinnie.

«Li terrò chiusi apposta, solo per dare fastidio a te» gli dico innervosita.

«Bene allora» allunga la mano e afferra saldamente il mio braccio:«Così non ti perdiamo di vista»

Mi tiene stretta fino a quando arriviamo davanti all'appartamento. Non mi ha mollata una singola volta, nonostante le mie continue richieste. Mi sembra di essere tornata alle elementari quando si tratta di Vinnie, ogni volta fa uscire il lato peggiore del mio carattere. 

Quando entriamo in appartamento è un sollievo che non ci sia Sebastian, probabilmente sarà a lavorare o a lezione. Avrò per caso la fortuna di non vederlo fino a questa sera? 

«Cosa volete che cucini?» domanda Albert.

Mi butto sul divano e Vinnie mi segue a ruota. 

«Io penso che mangerò tornando a casa, al volo da qualche parte» dico.

«Non vuoi cenare con noi?» domanda Vinnie.

«Diciamo che preferirei di no perché so di non stare simpatica a te e Sebastian, ma non è questo il reale motivo» spiego.

«Sarebbe?» insiste.

«Mi vedo con Cole, devo prendere i soldi che i miei genitori mi hanno lasciato per questo mese, così posso pagarvi anche la stanza» rispondo.

Vinnie e Albert scoppiano a ridere, non capisco il perché. Non penso di aver detto chissà cosa di divertente. Probabilmente è per Cole, ma non capisco lo stesso visto che non ci conosciamo da così tanto per avere confidenza su queste cose e ridere delle mie scelte. 

«Perché state ridendo?»

«Prima di tutto: quel coglione» risponde Vinnie.

«Seconda cosa, starai quanto? Due settimane? Tre? Non ti facciamo pagare per così poco tempo»

«Se vuoi contribuire a fare la spesa va bene, ma pensa alle tue necessità, come mandare a fanculo Cole» canticchia prendendo in giro il nome di Cole.

«Ne riparleremo, non penso che Sebastian sarà d'accordo»

«Gli chiederò, ma non sarà un problema» mi sorride Albert. 

Cala il silenzio. Sento Vinnie che continua a ridacchiare ma a una certa la smette. 

«Beh, io vado a prepararmi» dico a entrambi, alzandomi in piedi dal divano. 

«Possiamo darti un consiglio?» si mette in mezzo Albert.

«Certo» dico.

«Non farti prendere per il culo» conclude Vinnie.

Mi fa piacere che in qualche modo mi stiano facendo capire che sto facendo una scelta sbagliata ad andare da Cole. Ma sono io a prendere le mie decisioni, voglio sbagliare senza avere rimpianti.

«Grazie» sorrido a entrambi. 

PAUSE - Vinnie Hacker.Where stories live. Discover now