11.

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"Dove vuoi che ti porti?" mi chiede Vinnie.

Vorrei tanto saperlo anche io. Da quando mi sono seduta dentro la sua macchina continuo a domandarmi quale sia la mia reale destinazione. Ho riflettuto a lungo questa mattina sul da farsi, non so che cosa sia meglio per me e quale sia la scelta giusta, ma so bene che non andrò mai avanti con la mia vita se non metterò in chiaro le cose con Cole.

Dico a Vinnie l'indirizzo dell'appartamento in cui io e Cole stavamo fino a ieri. Guardo fuori dal finestrino, la città mi scivola sotto agli occhi, insieme alle persone che camminano pensando alle loro vite. Ma cosa ne sarà della mia?

"Spero che tu non te la sia presa troppo per il mio comportamento ieri sera" confessa Vinnie.

"Perché dovrei?"

"Non lo so... Eri molto strana quando siamo rientrati nell'appartamento" dice.

"In realtà mi stava solo passando la sbornia e avevo sonno" confesso:"Il mio mondo non gira intorno a te e ai tuoi comportamenti Vinnie" la butto sul ridere.

La verità è che ieri sera, in macchina, mi sono sentita di nuovo crollare il mondo addosso. Inevitabilmente la mia testa è tornata a pensare a cosa avrei dovuto fare oggi, ma non pensavo che qualcuno si fosse accorto del mio cambio di umore.

"In realtà non me ne frega niente, non voglio solo che tu ti lamenti con la tua amica Claire"risponde, ma sento dal tono della sua voce che è una mezza verità.

"Non ti preoccupare, tra qualche minuto non vedrai mai più né me né lei" dico.

Poi in macchina cala il silenzio. Il mio cervello continua a fare pressione sul rivolgere parola a Vinnie un'ultima volta, c'è una cosa che devo dirgli ma non voglio che poi si monti la testa. Ma cosa me ne importa? Ancora qualche minuto e non lo rivedrò mai più giusto? Tanto vale dire le cose come stanno.

"Comunque..." inizio e lui si ferma al semaforo rosso.

Sposta i suoi occhi su di me.

"...Grazie per avermi dato un aiuto. Sia quando sono salita in modo inaspettato in macchina, sia per l'appartamento. So che non sarò sembrata molto grata per come mi sono comportata, ma l'ho fatto solo per tenere testa a te e agli altri... É un mio difetto. Ad ogni modo, grazie. Te ne sono infinitamente grata" gli dico.

Vinnie continua a guardarmi, con la mano ancora salda sul volante e la testa appoggiata sul sedile. Sembra essersi perso nei suoi pensieri, ma non mi importa molto. Ciò che conta è che io abbia fatto la mia parte ringraziandolo.

Il semaforo scatta e lui torna a concretarsi sulla strada senza dire niente.

"Non fare scelte troppo avventate" ecco cosa mi dice.

"Di che cosa stai parlando?"

"Il tuo fidanzato. Non fare scelte troppo avventate e non farti conquistare dalle lacrime o belle parole... Parlando da ragazzo, posso assicurarti che c'è una motivazione dietro il suo sbaglio, ma sono anche certo che, con buona probabilità, lo ripeterà" consiglia.

"Ho fiducia in lui, non tutte le persone sono così cattive e crudeli" rispondo.

"Lo conosci meglio di tutti, ma volevo solo farti tornare con la testa sulla terra ferma" fa lo sbruffone.

"Che cosa vorresti dire con questo?" mi agito.

"Che hai la testa tra le nuvole, altrimenti non avresti perso il cellulare e ieri non avresti rischiato di far rovesciare i drink alle persone in pista da ballo solo perché ti facevi spazio per uscire e tornare a casa" risponde.

É vero, ieri sera non ero in me. Ho dato fastidio a qualche persona della discoteca, ma cosa me ne importa? Non le conosco.

"Ti volevo solo ringraziare, non ci tenevo ad avere la ramanzina" chiudo il discorso.

"Ringraziamenti accettati" si parcheggia per qualche secondo davanti all'edificio che gli ho indicato:"Ora puoi andare, sei libera"

"Non sei di certo tu a decidere la mia libertà" rispondo, ma stiamo entrambi scherzando.

"Quindi preferiresti restare con me?" mi provoca.

Lo guardo dritto negli occhi mentre lui sorride con la sua solita faccia da sbruffone. Afferro al maniglia fredda della portiera e scendo.

"Addio" gli dico prima di chiudere:"E vedi di imparare a tenere testa anche a una ragazza come Rachel"

Lo saluto così, con quelle ultime parole. Vado dritta alla porta d'ingresso dell'edificio in cui io e Cole avevamo deciso di prendere l'appartamento. Non è passato molto tempo, in realtà solo qualche settimana, visto che avevamo deciso di ambientarci prima di cominciare l'università.

É deludente vedere i propri sogni distrutti in piccoli frammenti a distanza di così poco tempo.

Salgo le scale fino al nostro pianerottolo e resto immobile davanti alla porta del nostro appartamento. Mi fa uno strano effetto trovarmi qui. Questa porta ha visto davanti a sé tre me diverse: una Beth felice e piena di speranze per la sua relazione, una Beth distrutta e delusa che prendere le sue cose e scappa via e ora una Beth che mette in discussione il suo futuro.

La porta si apre e Cole compare davanti a me. Mi guarda con quei suoi occhi scuri mentre la sua mano è ancora salda sulla maniglia della porta d'ingresso.

"Beth..."è la prima cosa che dice.

PAUSE - Vinnie Hacker.Where stories live. Discover now