30.

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«MI DOVETE LASCIAR STARE, NON MI DOVETE RIVOLGERE PAROLA O CHIAMARE. NON SAPRETE MAI DOVE MI TROVO» grida Sebastian dalla sua stanza.

Non ho idea di che cosa sia successo questa mattina, so solo che da quando sono entrata in appartamento con Albert non c'è stato un momento di silenzio in camera di Sebastian. Continua a gridare, non ho ancora capito a chi... E questo muro non è abbastanza spesso per zittire la sua musica, ma abbastanza da non sentire buona parte del discorso che fa se non quando alza la voce. 

La porta della mia stanza si apre all'improvviso e comprare Nick sulla porta d'ingresso. Scatto subito via dal muro e fingo di essere interessata a qualcosa fuori dalla finestra.

«Si sente meglio dalla tua stanza?» lui aveva la stanza più lontana:«Ho paura di mettermi vicino alla porta, nel caso in cui dovesse aprirla»

«Prova, non ne ho idea» mento spudoratamente. 

Nick chiude la porta dietro di sé e si appoggia con l'orecchio al muro. 

«Sai che cosa sta succedendo?» gli chiedo.

Non mi risponde. 

«Nick?»

«Lo vedi che sto cercando di ascoltare?» mi dice lui.

Ma certo! Perché non ci ho pensato io stessa... Forse perché sono più interessata a capire che cos'abbia Sebastian piuttosto che ascoltare discorsi senza contesto?

Continuo a guardare le lancette dell'orologio con insistenza, Vinnie non rientra in casa da circa tre ore. Tre ore che vanno avanti i discorsi di Sebastian, tre ore che Vinnie non torna, tre ore che Albert è uscito di casa per delle commissioni, tre ore che ascolto e guardo l'orologio senza avere delle risposte. 

Eppure sia Vinnie sia Albert mi hanno detto che tutti e quattro hanno dei segreti, qualcosa che li accomuna e che li ha resi anche diffidenti nei confronti di chiunque. Chissà che cosa nascondono...

«Ora possiamo parlare?» dalla stanza di Sebastian non si sente più niente. 

Silenzio più totale. Nick si scosta dal muro quasi deluso per non essere riuscito a capire nulla.

«Con chi pensi abbia parlato per tutto questo tempo?» insisto. 

«Non lo so» ma mente. É palese. Non è convinto nemmeno lui della risposta che ha appena dato.

«Prometto che farò finta di non sapere niente» 

«So come vanno a finire queste cose. Tutti che promettono, nessuno che mantiene una promessa. E poi chi ci va di mezzo? Nick» si auto nomina.

«Io so stare zitta» 

«Non ti conosco nemmeno»

«Ma so mantenere un segreto... Sono l'ultima a voler creare litigi tra di voi e poi tra poco me ne andrò e non correrai nemmeno il rischio» cerco di convincerlo.

«No»

«Domani mattina avevo anche intenzione di passare in quella pasticceria che tanto ti piace...»

«Stava parlando con i suoi genitori» la sua risposta è immediata.

Avevo ipotizzato che Nick non fosse molto sveglio, ma pensavo sinceramente lo fosse più di così. 

«Non sono in buoni rapporti?» chiedo.

«Per niente, sono anni che continuano a litigare e litigare... In realtà, loro non hanno nemmeno idea di dove si trovi lui. Non sanno che è qui a New York con noi, sanno solo il suo numero perché non l'ha cambiato nel corso degli anni» spiega.

PAUSE - Vinnie Hacker.Where stories live. Discover now