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L'immagine di Sebastian che scappa via resta impressa nella mia mente per minuti, lo sguardo preoccupato di Albert all'idea che Vinnie lo possa sapere è la cosa che mi mette più paura. Che cosa gli stanno nascondendo? Cosa sta succedendo? Mi ha detto di stare zitta, ma quando arriviamo al parco che Vinnie ha indicato ad Albert via messaggio, sento già i sensi di colpa. 

«Che facce» la voce di Vinnie in lontananza mi riporta alla realtà. 

Ci troviamo in un pacchetto dove le persone vanno con lo skate, fanno acrobazie o semplicemente stanno seduti sull'erba a guardare le persone attorno. Ho intuito che lui sapesse andare con lo skate da quella volta che mi ha quasi costretta a stare in ascensore con lui. 

«Mi sono fatto a piedi mezza città per te, spero per te che sia qualcosa di urgente» dice Albert.

«É una confessione di amore questa? Sei la mia Giulietta, o anzi, Alberta?» ride Vinnie scivolando sulla tavola dello skate nella nostra direzione. 

«Penso che non fosse ironico» dico io.

«No, non lo sono» conferma Albert. 

«Ho bisogno che mi dica dov'è Sebastian» mi sento mancare l'aria appena Vinnie risponde in questo modo. Automaticamente sposto lo sguardo su Albert che quasi sbianca in volto.

Quindi Vinnie sa che Sebastian questa mattina si trovava insieme alla sua ex fidanzata? 

«Quel coglione mi aveva detto che sarebbe andato a fare un po' di spesa questa mattina, visto che è il suo turno, ma non abbiamo nemmeno il caffè. É uscito con qualche ragazza? Si è distratto o caduto nel vuoto finalmente?» continua a Vinnie... No, chiaramente non ha idea di dove sia Sebastian e sopratutto con chi.

«Questo non si può chiedere per telefono immagino» risponde Albert innervosito.

«E risparmiarmi la vista di te che arrivi preoccupato qui? Facendoti mezza città a piedi? Nah»

«Sta ancora dormendo, io e Beth lo abbiamo visto a letto prima di uscire di casa» mi mette in mezzo Albert.

«Lo sveglio io quando torno a casa» commenta Vinnie.

«Mi stanno chiamando, torno subito» si allontana Albert.

Resto da sola con Vinnie, ancora fermo sullo skate, con una mano nella tasca. Oggi i suoi ricci sono nascosti dal cappellino nero che indossa, solo adesso riesco a vederlo bene alla luce del sole, dopo ieri sera. Non mi ero resa conto che avesse un gigantesco succhiotto sul collo... Non si è annoiato ieri in discoteca, ha avuto una serata molto intensa. 

«Di poche parole oggi?» mi chiede.

«Non ho molta voglia di parlare, sono ancora assonnata» 

«Neanche ieri sera avevi molta voglia di parlare, cosa ti succede?» ma non lo chiede seriamente, mi prende in giro per ciò che è successo. 

«É l'effetto che mi fa starti attorno, mi passa la voglia di fare qualsiasi cosa, persino parlare» 

«Non proprio qualsiasi cosa» insiste. 

«Vogliamo andare avanti così per tutto il giorno? » lo rimetto al suo posto. 

«Non ti si può dire proprio niente eh?» sbuffa.

«No, non oggi» 

«Come ti pare» risponde lui. 

Restiamo in silenzio per qualche istante, mi auguro con tutta me stessa che lui prenda lo skate e si allontani, ma non lo fa. Resta fermo nella sua posizione e mi guarda, non mi molla nemmeno per un secondo, facendomi innervosire ancora di più. Non bastano solo Cole e Albert, ci si mette anche lui?

«Perché mi guardi?» 

«Devo chiudere gli occhi?»

Faccio un passo in avanti e afferro il cappellino con la mano, abbasso la visiera sul suo viso in modo che lui non possa nemmeno aprire gli occhi:«Ecco, ora va decisamente meglio» 

Lui fa in tempo ad afferrarmi la mano e a sistemarsi il cappellino:«Rifallo un'altra volta e...»

«E ti tiri di nuovo indietro come ieri sera?» questa volta sono io a fare la prima mossa. 

Lui si morde il labbro inferiore e abbassa lo sguardo ridendo, già sapevo che sarebbe stata quella la sua reazione. La mia frase probabilmente non l'ha nemmeno toccato, ma almeno gli ho mostrato che non è l'unico ad avere le risposte pronte. 

Non che me ne importi, ma sarei stata curiosa di capire come si sarei potuta svegliare questa mattina con la consapevolezza di essere riuscita ad accontentare Cole, nonostante sotto sotto mi rendo conto che forse un po' volevo veramente capire che cosa sarebbe potuto succedere tra me e Vinnie.

«Mi sono preso parole da Monique questa mattina per colpa tua» ribatte lui, ma non sembra molto ferito. 

«Ti ho detto che mi dispiace»

«Certo che l'hai detto, ma con le parole non si fa nulla»

«Dovrei mettermi in ginocchio?»

Lui abbassa di nuovo lo sguardo e ride, ma poi torna in sé. Non ho idea di che cosa abbia in quel cervello.

«Dovresti aiutarmi a farmi perdonare da lei»

«Non ci riesci da solo?» 

«Non è tanto il fatto che io non ci riesca, ma ho notato come tu abbia azzeccato ogni cosa che io e gli altri abbiamo sbagliato con le ragazze...»

«Non ci vuole un genio per capirlo»

«A maggior ragione, mi aiuterai a preparare qualcosa a Monique per farmi perdonare, senza che io possa prendere un due di picche» mi avverte.

Non capisco perché, ma è come se sentissi un leggero fastidio nel sentirgli pronunciare quel nome... Probabilmente sono i miei sensi di colpa che stanno cominciando a farsi avanti. Non che la loro relazione stesse andando a gonfie vele, ma il mio bacio a Vinnie non ha tanto aiutato. 

«Quindi ti fidi di me?» lo prendo in giro:«Pensavo non riuscissi nemmeno a stare nella stessa stanza con me per quanto ti dessi fastidio»

«Diciamo che... Boh... Sei meno peggio di quanto pensassi» ma si vede che gli costa ammetterlo. 

Nonostante la sua frase per niente incoraggiante, decido che mi andrà bene per adesso. Sono la prima a voler avere dei buoni rapporti con Vinnie, non ho intenzione di buttare tutto all'aria proprio adesso che mi sta chiedendo un aiuto.

«Avrò bisogno di sapere qualcosa di più di lei» lo avverto.

«Questa sera appuntamento in camera mia, porta blocchetto e penna»

«Bene, tu porta il cervello, e abbiamo proprio tutto il necessario» lo prendo in giro. 

Albert ci raggiunge di nuovo, sembra molto più rilassato rispetto a prima. Ho come la sensazione che in chiamata ci fosse Sebastian, forse le cose non stanno così come penso io? Forse non gli stanno nascondendo nulla? Sebastian e Monique saranno amici? 

«Siete ancora interi, pensavo che sarebbe scoppiata la terza guerra mondiale a lasciarvi da soli»

«Stiamo ancora litigando in realtà» dice Vinnie, prendendolo in giro.

«Non male per due persone che non riescono quasi a vedersi» commenta Albert:«Vinnie ti ha già fatto provare il suo skate?»

«No» rispondo.

«Oh...» 

«Perché?» domando confusa.

«Allora dillo che in realtà non la odi come dici» lo prende in giro Albert tirandogli un paio di gomitate. 

«Ma stai zitto coglione» risponde Vinnie, assecondandolo con le gomitate. 

I due continuano a scherzare e far finta di prendersi a pugni mentre io resto ferma immobile e confusa. Che cosa vorrebbe dire? Ma non riesco nemmeno a chiederlo perché i due continuano a prendersi in giro come due bambini ed è così carino guardarli... Vinnie non sorride spesso, anzi, la maggior parte delle volte sembra avere la testa da tutt'altra parte. Ma in questo momento ride sinceramente, contagiando quasi anche a me. 


PAUSE - Vinnie Hacker.Where stories live. Discover now