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Quando mi metto sotto le coperte è il paradiso, chiudo gli occhi e in meno di un secondo sono già addormentata. Riapro gli occhi solo per colpa di un raggio di sole che mi dà fastidio e le voci dei ragazzi nella cucina. Non si fanno problemi a parlare ad alta voce, anzi, più vanno avanti e più parlato forte.

Così decido di uscire dalla stanza, con la maglietta di Vinnie ancora addosso: ero troppo stanca per cambiarmi. Penso che mi farò fare un caffè e poi me ne andrò via da qui, li saluterò calorosamente e addio. Spero di non incontrarli nemmeno per sbaglio, per fortuna New York è grande. Non c'è la minima probabilità.

"Le ho solo detto che conosco un modo perfetto per farla gridare e che poteva scoprirlo in bagno" è la voce del ragazzo che non si è ancora presentato.

"E secondo te una ragazza dopo una frase del genere dovrebbe avere il coraggio di rivolgerti parola?" sono le prime parole che rivolgo a tutti.

"Beth, buongiorno" mi saluta Nick.

"Dormito bene?" mi domanda Albert.

"Perché non dovrebbe rivolgermi parola?" chiede il ragazzo con i capelli neri.

"Perché sembrano questi i modi per rivolgerti a una ragazza? So come farti gridare, passerebbe a chiunque la voglia di andare a letto con te" dico sincera.

"E cosa avrei dovuto dirle?"

"Potevi inventarti qualche metafora e lasciarla con il fiato sospeso" penso.

"Tipo: sai cosa succede alle persone quando gli pesto il piede?" domanda Nick.

"Nick a volte non so se sei serio o se sei davvero così stupido" commenta Vinnie entrando dietro di me in salotto.

Ha il viso ancora assonnato.

"Posso avere un caffè?" chiedo stiracchiandomi.

Alzo le mie braccia verso l'alto e chiudo gli occhi per stirare per bene la schiena. Quando mi rimetto in posizione normale, Nick e Albert mi guardano, senza none sta guardando da tutt'altra parte della stanza con la mano sulla gamba mentre, appena mi giro verso Vinnie, distoglie lo sguardo e si appoggia con la schiena sullo stipite della porta, rischiando di cadere di lato.

Mi rendo conto qualche secondo dopo che probabilmente la maglietta si è alzata più del dovuto. Mi sono dimenticata di essere in una casa di soli ragazzi in preda a una tempesta ormonale.

"Certo che puoi" si alza Nick e si avvicina all'angolo del salotto in cui c'è la cucina.

"Te ne vai oggi?" chiede Albert.

"Sì, grazie mille per avermi prestato la stanza... Mi avete salvata" ringrazio.

"Pensi di tornare da lui?" continua.

"Devo chiarire un paio di cose, sì" confesso.

"Ma ti sei divertita ieri sera?" insiste Nick passandomi la tazza di caffè fumante.

"Tantissimo, soprattutto a vedere quanto siete imbranati con le ragazze. Chiedete a Vinnie, ho indovinato ogni mossa" rido soffiando sulla superficie del caffè.

"Lei ci ride su, ma a me ha fatto paura" commenta Vinnie andando a sedersi sul divano.

"La prossima volta ti chiamo, così mi dai una mano" mi dice Albert.

"Vuoi prendere lezioni di corteggiamento da lei?" si mette in mezzo, di nuovo, il tizio senza nome.

"Lei si chiama Beth, e non so ancora il tuo nome"

"Sebastian, per gli amici Seb" risponde:"E tanto per farti capire, per te sono Sebastian"

Non mi trova molto simpatica, ma la cosa è reciproca. I miei modi delle volte non vanno a genio a tutti, ma mi va bene così. Non mi faccio mettere i piedi in testa da nessuno, figuriamoci da Sebastian.

PAUSE - Vinnie Hacker.Where stories live. Discover now