25 - seconda parte

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Jade si lasciò sedere sulla panchina; Skyler notò che tremava, nonostante la giornata fosse calda.

«Sono certa che presto starà meglio» disse.

Jade annuì.

«Il vostro arrivo è stato provvidenziale. Come avete...» lasciò la frase in sospeso e allargò le braccia. «Lo scudo era al 7 per cento»

«Emerald e io assistevamo impotenti a ciò che stava accadendo quando il sistema ci ha avvertiti della presenza di un visitatore»

«Ryben» intuì Skyler.

«Ryben. Ti cercava, era preoccupato. Aveva scoperto che il proprietario del Kyhome è un sintetico e aveva capito che il luogo non era stato scelto a caso da Croyle. Ryben voleva assicurarsi che tu non ci fossi andata, che non corressi rischi. Quando ha capito cosa stava succedendo ha deciso di intervenire, così gli abbiamo fornito una pistola e la nostra competenza per entrare nell'edificio»

«Non avrei mai creduto che proprio lui...»

«È stato Ryben, sai. A farti avere l'olo-cd intendo»

Quella vicenda sembrava del tutto assurda. Ricordava bene l'ultima volta che avevano parlato con Ryben di synth e virus e sembrava tutt'altro che convinto delle loro parole; se n'era andato confuso, certo, ma non pensava che potesse arrivare al punto di volerli aiutare.

L'assistente medico uscì dalla cabina e Jade scattò in piedi come se la panchina avesse preso fuoco.

«La ferita del paziente è grave. L'ho sottoposto alle cure di base, ma ha bisogno di mezz'ora di raggi curativi e riposo. Poi potrà essere trasportato a casa e dovrà stare a riposo assoluto per ventiquattr'ore, assumendo i farmaci prescritti, prima di poter di nuovo, gradualmente, riprendere le normali attività»

Jade si afflosciò di nuovo sulla panchina con un sospiro di sollievo e Skyler la vide recuperare un po' di colore.

«Non so cosa avrei fatto se non si fosse ripreso» disse, con la voce che tremava un po'. «È stato colpito perché si è messo tra me e l'uomo che stava sparando, prendendosi il raggio al posto mio. Mi ha salvato la vita»

Skyler annuì. «Si è dimostrato davvero coraggioso. Più di tutti noi, considerando il legame che ha con Croyle: non deve essere stato facile per lui scegliere di stare dalla nostra parte, rinunciando alla protezione che, sebbene con fini egoistici, gli garantiva Croyle»

«Lo faresti anche tu, Skyler» disse Jade. «Se tutto ciò che credevi di sapere della tua vita si rivelasse falso e scoprissi che la persona più vicina a una famiglia non solo ti nasconde le tue origini, ma ti ha trasformata in una cavia da laboratorio»

Skyler avvertì una stretta allo stomaco e comprese: ciò che provava era rimorso. Ricordava bene ciò che avevano fatto quando Rory aveva scoperto la verità sulle proprie origini: erano stati assieme a lui tutta la notte, cercando di distrarlo da pensieri troppo cupi e facendogli sentire la loro vicinanza e amicizia. Anche in seguito non lo avevano lasciato solo e Kirei li aveva presto sostituiti, prodigandosi per far capire a Rory che esser nato in laboratorio non lo rendeva meno umano.

Con Ryben era stato tutto diverso: erano stati proprio loro a sbattergli in faccia la sua origine sintetica e, pur avendo cercato di riferirglielo nel modo più umano possibile, non avevano avuto tempo di prepararsi e non si erano dati troppa pena di fronte alla reazione negativa che aveva avuto. Ora pensava che avrebbe potuto e dovuto fare di più, stargli vicino e non lasciarlo solo.

Restò in silenzio a riflettere per parecchi minuti, durante i quali Jade attese fissando con insistenza la porta della cabina mentre, con le dita, attorcigliava distratta lunghe ciocche di capelli rossi.

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