12 - seconda parte

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«La disponibilità di Adam ha dato ottimi frutti: Raven ha riscontrato nel suo sangue una traccia virale più importante di quella trovata in Rory ed è riuscita a isolarla. Adam, inoltre, si è offerto come assistente, collaborando con lei in modo continuativo e quotidiano: sono certo che presto avremo una soluzione, la creazione del vaccino è sempre più vicina» annunciò Jacen. «Vorrei poter dire lo stesso della ricerca del colpevole, invece siamo ancora in alto mare: trattandosi di un'indagine solo ufficiosa alcune risorse delle Sentinelle mi sono precluse e anche procurarmi l'elenco completo degli ex dipendenti della Biotech non è stata una passeggiata»

Il salotto di Jacen pareva essersi rimpicciolito. Aveva approfittato del suo compleanno per invitare quelli che avevano collaborato con lui, per ringraziarli e per fare il punto della situazione, nella speranza di ricevere qualche buon consiglio: sapeva per esperienza che essere troppo concentrati su una cosa poteva offuscarne la visione e non si sarebbe sorpreso se qualcun altro, magari Kirei con il suo entusiasmo a volte un po' sopra le righe, gli avesse mostrato un punto di vista inedito.

Ma la cugina quella sera sembrava più decisa a godersi il cibo e la compagnia, in particolare quella di Rory, che non aveva mai visto tanto allegro.

Jade, Emerald e Skyler lo ascoltavano con interesse, ma non avevano consigli per lui. Sapeva che Skyler quando si trovava alla Livetech era sempre all'erta nella speranza di ricavare qualche informazione, ma non sperava di ottenere risultati: l'attività di Croyle era, almeno all'apparenza, del tutto diversa e anche i nuovi collaboratori non sembravano avere nulla a che fare con la Biotech.

I due gemelli avevano promesso di fornire alla ragazza un paio di programmi e gadget interessanti, che le avrebbero permesso di registrare conversazioni anche lontane in modo sicuro e non rilevabile, ma ogni altro riferimento all'indagine fu posticipato dall'arrivo dei parenti mendeliani.

Skyler aveva atteso quel momento con un po' di apprensione: l'idea di conoscere i genitori e gli altri parenti di Jacen la metteva in soggezione, non solo per l'importante ruolo che la maggior parte di loro aveva avuto da giovane nella restaurazione della democrazia terasiana, ma anche perché ci teneva particolarmente a fare una bella figura.

Quando Jacen aprì la porta Skyler per qualche momento non capì più nulla: se prima la stanza era rumorosa ora sembrava essersi trasformata in una sala di simulazione per bambini, tanta era la confusione, fisica e sonora, che si era creata.

Mentre i nuovi arrivati si accalcavano attorno al festeggiato per porgergli i loro auguri, ne approfittò per osservarli. Aylin, la madre di Jacen, spiccava su tutti con la splendida carnagione color cioccolato e il luminoso sorriso: era una donna dalla bellezza raffinata e dallo sguardo gentile. Anche riconoscere Hawk, il padre, non fu difficile; dal vivo era ancor più affascinante di quanto apparisse nei filmati che aveva visionato prima di quell'incontro, ma nulla nel suo atteggiamento faceva pensare che ne fosse consapevole.

Una donna dagli occhi azzurri e l'aria sbarazzina intercettò il suo sguardo e le sorrise, rivelandosi subito come Fox, la madre di Kirei, mentre l'uomo dai miti occhi castani accanto a lei doveva essere il marito, Kyral.

Era impossibile non riconoscere Eekeb, il padre dei gemelli, identico a Emerald fino all'ultima lentiggine e i cui sorprendenti occhi color nocciola si illuminavano a ogni sorriso.

La donna dai capelli castani accanto a lui doveva essere la moglie, perché aveva lo stesso sorriso di Jade. Fu anche la prima a raggiungere Skyler e a stringerle la mano. «Io sono Ivy, tu devi essere Skyler. I miei figli mi hanno parlato di te, so che sei un'ottima grafica»

Non ebbe nemmeno il tempo di rispondere; tutti la attorniarono per presentarsi con entusiasmo, e quando si allontanarono rimase solo Aylin, la persona che più intimoriva Skyler. Si rivelò gentile e molto interessata al suo lavoro, complimentandosi con lei per la campagna pubblicitaria per Lookyle. «Hai contribuito al successo di una collezione non eccelsa, non era facile rendere accattivante quel prodotto, ma hai fatto un ottimo lavoro»  

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