3 - seconda parte

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Superò la soglia. L' homesweep di Baize aveva una vita più impegnativa del suo, poco ma sicuro: vi era una certa confusione già sul mobile d'ingresso gremito di oggetti che la madre avrebbe definito "paccottiglia" e, da quanto poteva vedere, nelle altre stanze la situazione non era troppo diversa.

Il padrone di casa li condusse nella zona salotto e li fece accomodare. Si sedette a sua volta su una poltroncina e li fissò per un paio di secondi, incerto, prima di commentare: «Non riesco proprio a immaginare cosa vi abbia condotti fin qui se non una questione riguardante la casa che vi ho venduto»

«Io non vivo in quell'appartamento» si affrettò a spiegare Jacen. «Sono un amico e Skyler mi sta aiutando a risolvere un piccolo mistero nel quale mi sono imbattuto»

«Credevo fosse il tuo compagno» Baize rivolse alla ragazza un'occhiata un po' torva, come se lei gli avesse fatto credere qualcosa che non era vero, poi si mosse sulla poltroncina, un po' agitato.

Skyler si morsicò l'interno della guancia. Era evidente che il ragazzo temeva quella conversazione; Jacen ci aveva visto giusto, si trovavano di fronte al reale colpevole del tentativo di intrusione ai danni della Betabanner. Era importante che Baize non si spaventasse né si sentisse minacciato, ma era anche necessario scoprire le carte.

«Quando era ancora di tua proprietà, da quella casa è stato compiuto un tentativo di hackeraggio ai danni del sistema informatico di un'importante azienda» cominciò Jacen con quello che sperava fosse un tono amichevole.

Il loro ospite fece per aprire bocca, ma ci ripensò, limitandosi a fissarli con sguardo distaccato.

«Non sono in corso indagini ufficiali» spiegò Skyler. «Il fatto non è stato nemmeno denunciato, quindi non si può parlare di inchieste»

«Ne sono venuto a conoscenza per caso, ma il fatto mi ha incuriosito perché aveva dei lati in comune con vicende analoghe avvenute nello stesso periodo. Si tratta di crimini piuttosto rari e questa catena di reati simili in pochi giorni va contro ogni probabilità»

«Sembri bene informato» disse Baize, senza perdere l'espressione guardinga.

Non andava bene, era necessario che si rilassasse, se volevano ottenere qualcosa. «Jacen è una Sentinella, per questo ha accesso a un certo tipo di informazioni. Oggi però non è qui in veste ufficiale, ma come privato cittadino»

«Ecco spiegato come mi avete trovato, nonostante tutto» incrociò le braccia. «E perché siete venuti da me?»

«Speriamo che tu possa aiutarci a capire ciò che è accaduto»

«Io? E come?»

L'espressione di Rory era sorpresa. Fin troppo, quasi artificiosa. 

«I reati di hackeraggio compiuti negli ultimi dodici mesi in tutto il Paese sono stati tredici; di questi, solo un colpevole non è stato identificato. Ma, poco più di un mese fa, in pochi giorni, vi sono stati almeno sei casi; cinque di questi sono stati segnalati e quattro autori assicurati alla giustizia, mentre il quinto è ancora ricercato. Ce n'è però almeno un sesto, che non è stato denunciato; ne sono venuto a conoscenza per puro caso»

«Un incremento notevole, senza dubbio» disse Baize, asciutto.

«Non solo» Jacen corrugò le sopracciglia. «Ad attirare la mia attenzione sono stati i colpevoli stessi, si discostavano molto da quello che è il tipico identikit del pirata informatico. Persone insospettabili e all'apparenza irreprensibili. Nessuno di loro ha spiegato in modo chiaro il motivo del gesto e gli interrogatori sono in tutti e quattro i casi piuttosto confusi»

«Nessuno di loro è stato sottoposto al controllo mnemonico?»

Il tono di Baize stava cambiando, cosa che non sfuggì a Skyler: vi era adesso una sfumatura di interesse fino a quel momento celata. Forse, dopotutto, le probabilità di riuscita erano in crescita.

Marchio di fabbricaWhere stories live. Discover now