25 - prima parte

24 6 12
                                    

Jacen saltò sullo speedwing con il cuore in gola. Skyler lo imitò senza dire una parola, preoccupata dalla possibilità che lui si rendesse pienamente conto della sua presenza e le ordinasse di tornare a casa. Se prima non potevano sapere cosa avrebbero trovato e comunque la realtà virtuale li proteggeva da rischi concreti, ora avevano la certezza di trovarsi in una situazione di pericolo.

Jade ed Emerald avevano assistito impotenti al rapido evolversi della situazione all'interno del Kyhome e li avevano messi al corrente di ciò che avrebbero trovato.

Jacen interagiva con il Vortex senza sosta, mentre lo speedwing sfrecciava verso la destinazione; aveva fatto una copia dell'intera memoria e l'aveva spedita ad Emerald per evitare di perdere i dati, in particolare il dialogo a cui aveva assistito tra Croyle e i suoi complici. Stava cercando una soluzione, una protezione che funzionasse contro i codici che avevano messo fuori uso i bracciali degli amici, interrompendo la connessione con i gemelli.

Aggiornò le difese del proprio Vortex, sperando che il nuovo scudo fosse abbastanza potente da respingere i codici maligni, mentre si malediceva per non aver colto i segnali di ciò che stava per accadere. Come aveva potuto scegliere di esplorare il virtuale, lasciando a Kirei e Rory la ben più rischiosa realtà? Cosa aveva in testa quando aveva pensato soltanto alla probabilità di trovare lo scienziato?

Anche solo il fatto che l'uomo avesse fornito a Skyler quella indicazione errata avrebbe dovuto fargli capire che poteva trattarsi di una trappola. Avevano dato per scontato che l'avesse fatto per tenerli lontani dal vero luogo della riunione, nessuno di loro l'aveva messo in discussione. Ma non aveva alcun senso: prima di allora non avevano idea di dove Croyle avesse intenzione di incontrare i sui complici – anzi, non sapevano nemmeno che volesse indire tale riunione – e non c'era alcuna probabilità che lo scoprissero. Inoltre la scelta del mondo virtuale rendeva le possibilità pressoché illimitate. L'uomo non aveva alcun motivo di preoccuparsi, non correva alcun rischio. Se aveva fatto in modo che Skyler captasse un'informazione errata doveva avere un motivo, e lui era stato troppo frettoloso per capirlo.

Lo speedwing atterrò sull'anello superiore del Kyhome e Jacen scese all'istante, scattando verso l'ingresso. Skyler faticò a stare al passo, ma superò la soglia subito dopo di lui.

Si trovavano ora nell'ultimo piano dell'edificio. Sapevano che il Kyhome era chiuso al pubblico, ma quel livello sembrava non esser stato ancora sgombrato. A giudicare dall'arredo ricercato dovevano essere gli uffici del proprietario e presidente, dove venivano accolti facoltosi uomini d'affari e persone importanti.

Non si fermarono: Jacen controllò che il piano fosse vuoto e poi si affrettarono a raggiungere le scale.

Scesero rapidi, ma con lo sguardo rivolto ai bracciali per assicurarsi che non vi fossero anomalie.

Il livello successivo sembrava vuoto. Vi erano sì diversi complementi d'arredo in esposizione, ma non c'era traccia di vita, né degli androidi. Skyler e Jacen sapevano che quello era il piano in cui pochi minuti prima si trovavano Kirei e Rory, e non vederli era un brutto segno.

Jacen estrasse dalla tracolla la nanocamera e la lanciò in aria. Quella si spostò, rapidissima e pressoché invisibile, lungo tutto l'open space, per poi dirigersi al livello inferiore.

«È schermata» spiegò a Skyler. « Di norma gli androidi non dovrebbero riuscire a individuarla. Se lo faranno sapremo che ci troviamo di fronte a unità modificate sia nel software che nell'hardware e potenzialmente pericolose»

Skyler avrebbe voluto ribattere che le sembrava già abbastanza pericolosa la tendenza a considerare nemici gli umani che avevano di fronte, ma non disse nulla: le pareva di avere la gola bloccata e dubitava di riuscire a parlare a breve.

Marchio di fabbricaWhere stories live. Discover now