25 - seconda parte

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I gemelli tenevano in mano alcune sfere, che Jacen riconobbe come stordenti. Tremò al pensiero che decidessero di utilizzarle in quel luogo angusto: anche lui ne aveva alcune nella tracolla, ma il rischio che colpissero tutti era tangibile: se per lui e Skyler non sarebbe stato un grosso problema, lo stesso non poteva dire con certezza degli amici privi di sensi. 

La sola vista di Jade ed Emerald armati gli risultava strana, fuori fuoco. Eppure erano lì, in compagnia dell'ultima persona che si sarebbe immaginato di vedere.

Lo sguardo rapido che Emerald rivolse alla sorella fece capire a Jacen che erano consci di non poter usare le sfere se non come ultima risorsa.

Gli uomini si erano voltati subito verso i nuovi arrivati, ignorando Skyler e Jacen, bloccati nel loro angolo.

Puntarono le loro armi su Ryben, che rotolò sul pavimento nel tentativo di schivare i colpi. Da terra alzò la pistola e fece fuoco contro l'avversario più vicino, mancandolo di poco, poi saltò su, spostandosi veloce a destra e poi a sinistra, senza essere colpito né colpire.

Jade ed Emerald cominciarono a muoversi verso Skyler e Jacen, approfittando della distrazione dei due. Ma a uno di loro non sfuggì lo spostamento e, voltatosi, indirizzò la propria arma verso Jade.

Ryben si fermò all'istante, poi fece una cosa molto coraggiosa e stupida: si lanciò addosso all'uomo, placcandolo e atterrandolo prima che potesse fare fuoco. Così facendo, però, rimase scoperto, diventando bersaglio facile per il secondo avversario, che lo centrò senza troppe difficoltà.

Skyler soffocò un grido mentre il collega crollava a terra e la pistola volava via, descrivendo una corta parabola.

Non toccò mai il pavimento: con uno scatto Jacen aveva abbandonato la protezione dello scudo e aveva afferrato l'arma di Ryben.

Poi accadde tutto troppo in fretta perché Skyler riuscisse a cogliere ogni dettaglio. Fulmineo, Jacen colpì l'uomo atterrato da Ryben, immobilizzandolo, quindi saltò come un grillo, raggiungendo l'angolo opposto a quello dove erano radunati ormai tutti gli amici ed evitando un paio di raggi che l'ultimo nemico gli aveva indirizzato.

Fu allora che, finalmente, giunsero le Sentinelle: in tre entrarono e in un attimo misero fuori combattimento l'aggressore.

Jade era già in ginocchio accanto a Ryben e ne consultava preoccupata i parametri vitali. Skyler la raggiunse.

«Ha bisogno al più presto di cure, la situazione è critica»

«Dobbiamo raggiungere una cabina medica»

Jacen e Skyler la aiutarono a sollevarlo e raggiungere l'anello d'atterraggio superiore. Lo adagiarono sull'hovercar con cui i gemelli erano giunti fino a lì e le ragazze vi salirono in fretta.

Jade, prima di chiudere la portiera, si voltò verso Jacen e indicò con un gesto vago l'edificio. «Sono synth. Tutti loro»

Lui e Skyler si scambiarono uno sguardo: finalmente la faccenda cominciava ad avere un senso.

L'hovercar decollò veloce. Jade era china su Ryben e Skyler si sentiva del tutto sconvolta, come se qualcuno avesse arruffato i suoi pensieri, impedendole di ragionare o capire cosa fosse meglio fare o dire.

«L'hanno colpito al fianco» disse Jade, tenendo una mano posata sulla fronte del ferito. «Un po' più su e il raggio sarebbe stato mortale»

«La cabina è ormai prossima. Tra un minuto saremo lì» disse Skyler.

Jade non diede nemmeno segno di averla udita.

L'hovercar toccò terra proprio accanto alla cabina medica e il lettino scivolò all'esterno per accogliere il paziente. Le ragazze lo adagiarono, aiutate dall'assistente medico, quindi la lettiga scomparve all'interno della cabina, che si richiuse lasciando le due ragazze da sole.

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