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Skyler controllò per la quarta volta la propria immagine riflessa sulla parete a specchio.

Jacen rise. «Non preoccuparti, stai benissimo»

Sì, lo specchio confermava che tutto era a posto, ma lei non era mai sentita tanto tesa e desiderosa di fare una buona impressione, di sembrare professionale e non una ragazzina capitata lì per errore.

La stanza stessa emanava una vibrazione istituzionale, contribuendo a intimorirla; osservò di nuovo le pareti bianche decorate da riproduzioni di quadri famosi e il wallview settato in modalità edicola, con le principali notizie della giornata dal Paese e dal mondo a rotazione. I soffitti erano riccamente decorati e piante ornamentali tra le più grandi e curate che avesse mai visto erano poste accanto alle accoglienti poltroncine nere, due delle quali occupate da lei e da Jacen, in attesa.

«Perché Raven e Rory non sono ancora qui?»

Jacen lanciò un'occhiata al Vortex, poi la guardò con aria divertita. «Perché mancano quasi venti minuti all'orario dell'appuntamento. E noi siamo qui già da dieci solo perché temevi di arrivare in ritardo»

«Sarebbe stato irrispettoso»

Jacen rise di gusto. «Sei troppo nervosa»

«Facile per te, questo genere di cose saranno all'ordine del giorno per il nipote di un Presidente» protestò lei.

«Mio nonno non è più Presidente da quando ero ragazzino» le ricordò. «E comunque non mi è mai capitato di essere ricevuto tramite appuntamento, né di attenderlo fuori dal suo studio»

«Ma tu hai già conosciuto dei Presidenti, per me è la prima volta»

«Sono solo delle persone, come tutte le altre. Spera piuttosto che sappiano comprendere il problema»

Skyler sospirò e si strofinò i palmi delle mani uno contro l'altro. Gli ultimi giorni erano volati via con una velocità quasi irreale, ma erano stati molto intensi e ricchi di novità.

Croyle e i suoi collaboratori erano finalmente sotto la custodia delle Sentinelle di Ambrian; le prove che avevano a loro carico erano tante e tali da assicurare un viaggio su Horea a un buon numero di persone.

La Livetech era stata chiusa e lei era senza lavoro. Per fortuna la sua famiglia sembrava al momento più interessata al ruolo da lei svolto nella cattura di Croyle che ai risvolti negativi della faccenda: i genitori e il fratello le avevano fatto visita ad Ambrian e avevano conosciuto Jacen e quasi tutti gli amici. Perfino Shan era rimasto impressionato dai loro racconti e si era complimentato con lei, cosa che non avveniva da quando, quasi dieci anni prima, aveva battuto ogni record durate una partita a Mithos.

Rory, che entrò nella stanza al fianco di Raven con un gran sorriso stampato in volto, era stato forse il più fortunato: ormai la sua relazione con Kirei era stata ufficializzata e aveva ottenuto anche un lavoro alla NewProgram, che per un informatico come lui era un sogno che si realizzava.

Raven li salutò con un rapido sorriso e scelse una poltroncina accanto a Skyler.

«Credete che ci faranno attendere a lungo?»

«Non dirmi che hai fretta di tornare in laboratorio!» Rory le lanciò un'occhiata esasperata.

«Niente affatto. Tra qualche giorno sarà il compleanno di Adam e ho ancora parecchio da organizzare: voglio che abbia una giornata perfetta, visto che è la sua prima festa. Spero che ci sarete tutti»

Skyler, pur nel panico per l'incontro che li attendeva di lì a qualche minuto, non poté fare a meno di notare quanto fosse cambiata la donna dal giorno in cui l'avevano conosciuta. L'espressione era più serena, gli occhi si erano addolciti e sorrideva molto di più. Anche i capelli, che aveva visto sempre raccolti in modo rigido, le ricadevano sulle spalle, lisci e neri.

Marchio di fabbricaWhere stories live. Discover now