16 - seconda parte

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Rimase ferma col naso all'insù fino a che l'hovercar scomparve; Jacen stava tornando verso il distretto Echo. Non le aveva detto cosa aveva intenzione di fare e lei era ancora troppo sconvolta per avere la lucidità necessaria a chiedere informazioni. Anche adesso, mentre camminava verso l'ingresso superiore del Tylipse, sentiva che le gambe faticavano a rispondere ai comandi.

Superò le porte scorrevoli e si fermò qualche istante nella hall superiore, guardandosi attorno un po' spaesata.

Individuò una nanobox accanto ad alcuni divanetti in tarlek bianco e vi si diresse subito: aveva intenzione di visionare il ricordo di quella folle notte nella speranza di dare un senso a tutto e aveva bisogno che il proprio bracciale funzionasse a dovere; meglio farlo controllare, visto il colpo che aveva ricevuto nella caduta.

Slacciò il Vortex e lo inserì nella colonnina. La revisione non durò più di una ventina di secondi, ma a Skyler parvero interminabili e li trascorse guardandosi alle spalle come se potesse apparire dal nulla qualche malintenzionato: sapere che il sistema di sicurezza era perfettamente funzionante non le impediva di sentirsi ancora in pericolo.

Ritirò il Vortex e lo riallacciò al polso, quindi si incamminò veloce verso l'appartamento di Jacen. Il sensore all'ingresso si attivò, lasciandola passare appena fu vicina.

"Benvenuta, Skyler. Jacen mi ha dato ordine di lasciarti accedere a ogni cosa, sono a tua disposizione per qualunque richiesta" la informò il sistema automatico che gestiva la casa.

«Grazie» rispose lei. «Al momento ho la necessità di un incremento della sicurezza»

"Come desideri, lo attivo immediatamente"

Ricordando le parole di Jacen si connesse al proprio sistema di gestione casalinga e mise in standby l'homesweep.

Andò in bagno, dove si sottopose alla scansione dell'Homedic per rilevare eventuali danni dovuti alla caduta. Dopo l'applicazione di una pomata sul braccio dolorante tornò nel salone, dove richiamò il ricordo dal momento in cui, sull'anello di atterraggio del Gliphix, i tre uomini avevano dato via all'inseguimento.

Bloccando la scena poté osservarli meglio: solo allora si rese conto che due di loro dovevano avere circa quarant'anni, ma il terzo non era molto più vecchio di lei. Guardò per qualche istante il viso dai lineamenti regolari, la massa di capelli neri dai corti riccioli disordinati e gli occhi scuri. Sarebbe stato un bel ragazzo se quegli occhi fossero stati più espressivi, invece la fissavano con aria vacua, come se non la vedessero nemmeno. E lo stesso valeva per gli altri due uomini.

C'era qualcosa di innaturale in loro, impossibile non notarlo, a una visione più lucida e tranquilla almeno.

Non ricordava di averli mai visti prima d'ora, di sicuro non li conosceva. Avviò una scansione dei loro volti, ricevendo la conferma che non erano presenti nei ricordi precedenti a quella notte: che cosa volevano da lei? Perché era evidente che fosse proprio lei il loro bersaglio, ed erano stati insistenti nel cercare di raggiungere lo scopo, qualunque fosse.

Modificò il wallview in modo da vedere Ambrian: la città era silenziosa e tranquilla, mancava ancora un'ora al suo risveglio.

Chiese informazioni sul distretto Echo e subito ricevette le immagini in tempo reale: l'anomalia energetica si era risolta e ogni cosa era tornata alla normalità. Probabilmente quelli che abitavano nella sua zona si sarebbero svegliati come ogni mattina, ignari di ciò che era avvenuto durante la notte e la maggior parte di loro avrebbe appreso dell'anomalia solo consultando le notizie; qualcuno si sarebbe lamentato e avrebbe richiesto un upgrade urgente del sistema per garantire maggiore stabilità, ma tutti avrebbero vissuto la faccenda con relativa serenità.

Marchio di fabbricaWhere stories live. Discover now