Mentre erano ormai prossimi alle scale Jacen si bloccò e mostrò a Skyler le immagini che riceveva dalla nanocamera. Era giunta al terzo livello ed era bloccata all'esterno di una porta chiusa, oltre la quale rilevava la presenza di vita. Non aveva incontrato androidi nel tragitto.

Scesero e raggiunsero la porta seguendo le indicazioni. Jacen attivò uno dei suoi programmi di Sentinella, scoprendo che all'interno vi erano due persone immobili, e corpi dotati di intelligenza artificiale. La spalancò e la superò assieme a Skyler.

Si ritrovarono di fronte una scena grottesca: Kirei e Rory, ancora con le loro sembianze, stesi a terra in un angolo, mentre dieci automi dall'aspetto di bambini vigilavano su di loro, attivi ma all'apparenza innocui, facendo apparire la stanza quasi claustrofobica.

Jacen attivò il programma di analisi, che gli confermò l'assenza del gas narcotico che aveva messo fuori combattimento i due amici. Lo stesso non potevano dire del codice invasivo, ma Jacen sperava che il Vortex fosse protetto a sufficienza.

Con cautela avanzarono verso i ragazzi. Skyler analizzò le loro condizioni di salute e il Vortex la tranquillizzò: i due stavano bene, dovevano solo smaltire la tossina.

Gli androidi non sembravano interessati a loro: con ogni probabilità erano tornati in modalità standard non appena compiuta la missione assegnata. O quasi, perché un androide posto in una situazione simile si sarebbe prodigato per rianimare gli umani in difficoltà.

Non desiderava assistere all'evolversi degli eventi; sapeva che, qualunque fosse l'obiettivo di chi aveva programmato quegli automi, la fine non era ancora stata scritta, ma non aveva intenzione di attendere oltre.

Contattò Zephyr e chiese l'invio di rinforzi alla loro posizione.

Guardò Skyler, china sulla copia identica di sé dietro la quale si celava Kirei, mentre cercava di svegliarla. Consultò veloce le poche medicine che aveva a disposizione, ma non trovò nulla di adatto. Doveva attendere l'arrivo delle altre Sentinelle.

Raggiunse Skyler e annullò il programma di camuffamento attivo su Rory e Kirei, restituendo loro il consueto aspetto. Poi spedì la nanocamera altrove, per monitorare la situazione: non si sentiva tranquillo, sapeva che qualcosa sarebbe accaduto. La frase pronunciata da Croyle nel Lyvert virtuale continuava ad emergere tra i suoi pensieri, tormentandolo: "Ho motivo di credere che sarà presto risolta", aveva detto riferendosi alla complicazione causata dai sentimenti di Ryben per Skyler. Poteva essere interpretata come convinzione che il giovane perdesse interesse per lei, certo, ma poteva avere sottintesi ben più preoccupanti; la presenza di quei robot, dalla coscienza modificata apposta per riconoscere nei loro volti un pericolo da fermare, puntava decisa in quella spiacevole direzione.

La conferma non tardò ad arrivare. Veloce, si voltò verso Skyler, che ancora cercava invano di svegliare i compagni, e le ordinò di estendere lo scudo a Rory e Kirei.

«Abbiamo visite» disse, laconico. «E non sono Sentinelle»

Calibrò il proprio scudo e afferrò la pistola che portava sempre con sé, la settò in modalità stordimento e attese. La nanocamera stava seguendo gli intrusi, che salivano rapidi senza parlare tra loro né guardarsi attorno, come se conoscessero già la destinazione; erano sei, all'apparenza armati, e sarebbero giunti in pochi secondi.

Analizzò lo scudo creato da Skyler: era abbastanza sicuro e circondava anche gli amici privi di conoscenza.

Con una vibrazione Zephyr comparve accanto a lui come ologramma. «Non sono fisico e questo mi rende poco utile, ne convengo, ma ho avvisato i rinforzi dei nuovi sviluppi e attenderò il loro arrivo al vostro fianco» spiegò.

«Grazie, amico. Fai quello che puoi per proteggerli» rispose Jacen accennando col capo all'angolo in cui si trovavano gli amici.

Zephir annuì.

Un istante più tardi la porta si spalancò e gli uomini entrarono nella stanza. Subito gli androidi bambini abbandonarono le loro posizioni e uscirono.

«Buonasera» tentò Jacen, senza troppe speranze. «Sono il detective Kinall e questo edificio è sotto la custodia delle Sentinelle di Ambrian»

Per tutta risposta il più vicino lanciò nella sua direzione quella che aveva tutta l'aria di essere una granata stordente. Rapidissimo, la neutralizzò grazie agli speciali gadget da Sentinella, ma così facendo perse di vista per un istante l'ingresso e quando si voltò tutti i nuovi arrivati puntavano le armi verso di lui.

Zephir si spostò veloce, nel palese tentativo di attirare l'attenzione su di sé, e alcuni degli uomini fecero fuoco. I raggi che volarono avevano senza dubbio intenzioni meno pacifiche della pistola stordente, che sollevò verso due avversari, colpendoli con altrettante scariche fulminee e facendoli stramazzare a terra.

Da quel momento ogni cosa parve esplodere: dove prima c'era un'apparente stasi, ora la confusione la faceva da padrone, con raggi che volavano in ogni direzione, mortali e stordenti.

Skyler, che aveva trattenuto a stento un grido quando lo scontro era cominciato, restava in ginocchio accanto a Rory e Kirei, controllando di continuo la tenuta e i valori dello scudo che aveva eretto attorno a loro, mentre non si perdeva il minimo dettaglio di quanto accadeva davanti a lei.

Jacen si muoveva velocissimo e i suoi colpi erano precisi, ma gli avversari erano superiori in numero, e in continuo movimento. Diversi raggi colpirono la barriera e ne vennero assorbiti, mentre Zephyr sembrava danzare in tutta la stanza, prodigandosi per confondere gli uomini, che spesso gli indirizzavano colpi destinati a infrangersi nelle pareti.

Jacen centrò un terzo uomo, che raggiunse i due colleghi sul pavimento, ma un istante più tardi altri tre raggi furono bloccati dal suo scudo.

Skyler lo vide saltare di lato e abbassarsi per schivarne un altro, poi fare una mezza capriola nella direzione opposta. Era chiaro che stava tentando di guadagnare tempo in attesa dei rinforzi, ed era importante che lo scudo reggesse abbastanza a lungo, ma la preoccupava la sua stabilità: era già stato colpito troppe volte e il rischio che esaurisse l'energia era concreto.

I primi due uomini che aveva colpito si stavano già muovendo: era stato uno sciocco a decidersi per la modalità più blanda, soprattutto considerando il numero degli avversari. Chiese a Zephyr un diversivo, e quello si lanciò verso gli uomini, distraendoli quanto bastava perché Jacen riuscisse ad aumentare il livello di potenza dell'arma e, rapido, colpire un paio di loro. Non si sarebbero rialzati per almeno venti minuti, e a quel punto i rinforzi sarebbero già stati lì, senza dubbio.

Schivò un paio di raggi e, spostandosi veloce verso sinistra, riuscì a colpire uno dei due che aveva stordito, prima che si risollevasse. Non riuscì a fare lo stesso con il secondo, che puntò, ancora confuso, la propria arma su Zephyr.

Ne restavano solo tre. Cominciava a credere di potercela fare. Saltò di nuovo, abbassandosi per evitare l'ennesimo raggio, poi si rialzò. Ma non abbastanza in fretta.

Altri due raggi colpirono in pieno lo scudo e lo sentì svanire. Si era esaurito. Alzò la testa, incrociando lo sguardo preoccupato di Skyler, poi si lanciò a capo chino verso di lei. Anche Zephyr aveva intuito l'accaduto e si mosse verso i tre uomini ancora in piedi, ma quelli ormai si erano resi conto che si trattava di un ologramma e bersagliarono Jacen.

Quando quest'ultimo sentì la pistola vibrare nella propria mano capì che era stata colpita. La strinse per non farla cadere e, quando fu finalmente oltre lo scudo di Skyler, la controllò, scoprendo che il danno era ormai irreparabile.

Privi di potenziale offensivo potevano solo sperare che lo scudo reggesse abbastanza a lungo. Skyler teneva lo sguardo fisso sui valori percentuali della protezione, in rapido calo.

Quando ormai pensavano di essere spacciati la porta si spalancò e uno dei tre uomini crollò a terra ancor prima che gli altri potessero capire cosa fosse successo.

Quando Skyler alzò gli occhi convinta di vedere un gruppo di Sentinelle rimase senza parole: Ryben, con tanto di pistola in pugno, stava sulla soglia affiancato da Jade ed Emerald.

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