16 - seconda parte

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Tranne lei. Perché anche ora che era tutto finito e che si trovava in un luogo sicuro non riusciva a placare il proprio cuore: era inquieta e glielo confermò anche il Vortex, che le suggerì una tisana rilassante. Ma Skyler non voleva né tisane né riposo, desiderava solo parlare con Jacen. E Jacen non si decideva a tornare.

Camminò su e giù per quasi un'ora, poi accettò il cioccolato aromatico che la smartchair le offrì.

Quando il padrone di casa rientrò non la trovò addormentata, come aveva sperato, ma in piedi davanti al wallview che osservava l'alba.

«Non hai chiuso occhio» disse.

«Non avrei potuto»

«Lo immaginavo» ordinò due chocodrops. «Mi spiace per quel che ti è accaduto»

Skyler si portò le mani alla testa, massaggiandosi le tempie. «È tutto assurdo»

«Ci hai riflettuto» non era una domanda, ma una considerazione.

«Sì»

«E a quale conclusione sei giunta?»

«Volevano proprio me, non qualcosa che mi appartiene, altrimenti si sarebbero limitati a mettere sottosopra il mio appartamento. L'unica spiegazione è che cerchino qualcosa nel mio Vortex, magari tra i miei ricordi c'è un particolare che non avrei dovuto vedere. Ma quei tre erano per forza degli esecutori, ho controllato i loro volti ed erano sconosciuti, il mandante va cercato altrove»

«Qualche idea?» Jacen prese le due tazze e ne porse una all'amica.

«Grazie. Solo una sensazione: che non fossero del tutto lucidi. E ciò mi fa pensare che fossero condizionati»

«Complimenti, dovresti fare richiesta per entrare nelle Sentinelle, saresti un ottimo detective» disse Jacen. «Almeno uno di loro era un sintetico»

Le raccontò di come fosse tornato dall'uomo immobilizzato e del risultato ottenuto grazie al farmaco di Raven.

«Adesso Urik è con lei. L'ho accompagnato subito da Raven perché abbia una vittima recentissima a disposizione: è convinta che questo le faciliterà molto il lavoro»

Era un'ottima notizia.

«Rory è stato perfetto: gentile e convincente, ha scelto con attenzione le parole per spiegare la situazione senza rivelare a Urik la verità sulla loro origine» disse Jacen.

«Sta migliorando»

Jacen alzò le spalle. «Sì, è da un po' ormai che non lo vedo nervoso, sto quasi cominciando a preoccuparmi; credi che ciò dipenda da quello che ha scoperto?»

«Se penso che scoprire di essere un synth l'abbia portato a riflettere sul proprio atteggiamento? No. Secondo me la spiegazione è un'altra e ha gli occhi azzurri e un carattere deciso»

Jacen la fissò confuso per qualche secondo e Skyler scoppiò a ridere. «È una fortuna che il tuo capitano non sia qui in questo momento, altrimenti avrebbe da ridire sulle tue capacità deduttive, detective Kinall»

«Kirei...»

Skyler annuì. «Proprio lei. Non hai notato che l'ammirazione di Rory per lei è ricambiata?»

«A dire il vero non ci ho fatto caso, ma ora che ci penso avrei dovuto accorgermene. Sono stato distratto dal caso e ora ne pago le conseguenze»

Il tono di Jacen era deluso, impossibile equivocare.

«Sei contrario a una loro relazione?» chiese Skyler, stupita.

Sul volto di Jacen spuntò quell'espressione infantile e furba che tanto le ricordava suo fratello Shan. «Certo che no, ma ho perso un'occasione per canzonarla un pochino»

Marchio di fabbricaWhere stories live. Discover now