7 - seconda parte

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La notizia lo sorprese ancor più di quanto diede a vedere. Non aveva notizie di Croyle da parecchio tempo e ora sbucava fuori così, dal nulla.

Dopo la fuga dei sintetici, vent'anni prima, il progetto a loro legato, dai risvolti ancora nebulosi, era prematuramente terminato e l'uomo aveva chiuso la Biotech. Per qualche mese si era ritirato, poi aveva collaborato con un paio di aziende, ma quando aveva cercato di ripartire con progetti personali non aveva avuto fortuna. Ormai finanziariamente rovinato, aveva fatto perdere le proprie tracce da almeno dieci anni e compariva proprio ora, improvviso come il guasto di un vecchio olovisore a circuiti TFE. Ora che avevano conosciuto uno dei synth fuggiti, responsabili della sua rovina.

«Beh, direi che è stata una sorpresa anche per te»

La voce di Skyler lo distolse dai suoi pensieri. Mise a fuoco il soggiorno e il volto sorridente dell'amica, dal quale traspariva l'orgoglio per aver ottenuto il lavoro che sognava.

«Sono felice per te, te lo meritavi. È incredibile, abbiamo nominato Croyle non più di due giorni fa e ora compare come se l'avessimo evocato»

«Sì, ci ho pensato molto anch'io, è una coincidenza assurda»

Lo era davvero. Da quando aveva conosciuto Adam Dreiz non faceva che pensare a lui, alla sua difficile situazione, consapevole della propria identità ma impossibilitato a rivelarlo a causa delle imprevedibili conseguenze, e solo, poiché non aveva nessuno che compensasse la mancanza di una famiglia d'origine.

Ecco, lo stava facendo di nuovo, si stava perdendo nei meandri dei propri pensieri. Anche Skyler doveva averlo capito, perché lo fissava con espressione divertita.

«Vorrei davvero possedere un programma di decrittazione come il tuo in questo momento»

«Mi sono reso conto che Dreiz potrebbe essere considerato causa del passato fallimento del tuo nuovo capo» spiegò, grattandosi la fronte. «E riflettevo sulla sua solitudine»

«Già, la solitudine è un elemento ricorrente nella nostra indagine»

Jacen divenne di nuovo serio. Skyler ancora non si era abituata al modo in cui il sorriso riusciva a modificarne ogni tratto del volto e, scomparendo, faceva riemergere un'ombra dell'espressione superba che aveva visto quando si erano conosciuti.

Jade ed Emerald ascoltavano in silenzio.

«Forse ora riderete tutti di me, ma se Dreiz non fosse l'unico synth tra i nostri colpevoli?»

Skyler spalancò gli occhi, incredula, ma contemporaneamente qualcosa andava componendosi fra i frammentari ricordi delle schede che avevano studiato assieme.

«L'età!» esclamò «L'altro dettaglio comune»

«Tutti hanno più o meno quarant'anni. I synth di terza generazione venivano creati con un'età compresa tra i diciannove e i ventidue anni, e dal giorno della fuga ne sono trascorsi altri venti»

Emerald annuì e si grattò il mento. «Quindi ora sarebbero coetanei dei vostri indiziati»

Skyler rabbrividì.

Jacen aveva sempre considerato un fatto curioso l'età comune a tutti, ma mai aveva pensato che potesse avere una spiegazione, non aveva preso in considerazione una possibilità del genere nemmeno dopo aver conosciuto Dreiz. Ripensò ai volti di quelle persone e ai loro familiari: nulla poteva portare a credere che fossero diversi da ciò che sembravano. E, con ogni probabilità, nemmeno loro ne erano consapevoli.

«Non può essere» dichiarò all'improvviso Skyler. «Rory è molto più giovane»

«Non ho detto che tutti loro siano sintetici, solo che hanno delle caratteristiche peculiari comuni che mi fanno pensare che alcuni di loro possano esserlo»

«E in che modo questo spiegherebbe ciò che è accaduto?» chiese Skyler.

Jacen alzò le spalle. «Non ne ho idea, forse in nessuno»

Per un paio di minuti tutti sorseggiarono le proprie bibite in silenzio. Poi Jade buttò lì: «E se non si trattasse solo di una coincidenza?»

«Come potremmo scoprirlo?» disse Skyler. «Anche riuscendo a parlare con loro cosa otterremmo? È probabile che non conoscano il loro passato, non ci sarebbero d'aiuto. Senza contare il rischio di rovinare la loro vita»

«La comparsa di Croyle potrebbe tornare utile»

Skyler alzò lo sguardo e incrociò gli occhi di Emerald, che brillavano di una luce particolare. Era evidente che stesse pensando a qualcosa.

«Non credo sia una buona idea coinvolgerlo» obiettò Jade. «Non è il caso che conosca le generalità dei sintetici; dopotutto li considerava sue proprietà, ha sempre giudicato irragionevole chi lottava per i loro diritti»

«Dopo la fuga dei synth ha tentato di muovere un'accusa di furto nei confronti di sconosciuti» Jacen lanciò un'occhiata perplessa a Emerald. «La situazione era talmente delicata che non c'è stato seguito, l'opinione pubblica era schierata quasi all'unisono contro Croyle, e ha avuto un peso notevole»

«Certo, non era mia intenzione proporre una cosa del genere» disse Emerald agitando le mani davanti a sé. «Però se c'è qualcuno in grado di distinguere i sintetici dal resto della popolazione è lui. Non dobbiamo coinvolgerlo, ma sarebbe un peccato non approfittare della sua ricomparsa»

«A cosa stai pensando?»

«Alla banca dati della Livetech»

Marchio di fabbricaWhere stories live. Discover now