Lui si passò una mano tra i cortissimi capelli neri, si morsicò appena il labbro inferiore e sospirò. «Mi trovo a un punto morto, sono costretto a scoprire le carte. In ogni caso preferisco farlo con lei che con qualcun altro, almeno so che non è una mitomane: una sola parola avrebbe potuto mandare a monte l'intera operazione, con Ral Bringbey, ma lei non ha rivelato a nessuno ciò che ha visto in quell'edificio»

«Non è mia abitudine intralciare le indagini delle Sentinelle»

Lui fece un cenno col capo,  quasi impercettibile. «Non era mia intenzione insinuarlo, ma esistono persone alla continua ricerca di notorietà»

«Lo immagino. Io stessa non nego di essermi incuriosita, quel giorno. Le stranezze e i misteri mi appassionano da sempre»

«E ora la sua curiosità è soddisfatta? Ha compreso l'accaduto?»

Skyler si strinse nelle spalle. «Ho una mia teoria»

«Mi piacerebbe conoscerla» disse lui incrociando le braccia.

«Le misure che ha raccolto quel giorno, nel virtuale, le sono servite per capire dove fosse situato il laboratorio nascosto»

«Una teoria sensata e non lontana dal vero. Stavo verificando la fondatezza di un'idea; sapevamo che la Bringbey era coinvolta nel traffico di componenti illegali, ma nessuno riusciva a capire dove venissero prodotti. Così io ho pensato che, se non risultava esserci alcun movimento all'esterno, la produzione doveva essere interna. E, poiché l'edificio era stato già perlustrato a dovere, era chiaro che il laboratorio doveva essere nascosto. Era necessario confrontare le misure reali con quelle riportate nella documentazione ufficiale, e così stavo facendo quando ci siamo incontrati»

«Non riuscivo a capire perché indagare nel mondo virtuale, ma ora credo di averlo intuito: era necessario avere una conferma della teoria prima di entrare in azione, e una seconda perlustrazione con lo scopo di misurare l'edificio li avrebbe allarmati»

Kinall annuì lentamente, senza abbandonare l'espressione seria che sembrava parte integrante del suo essere. «Avevamo calcolato che, se ci fossimo presentati alla porta con una richiesta di quel tipo, non sapendo in quale piano cercare, avremmo dato loro il tempo di sgombrare il laboratorio in pochi minuti; ero certo che avessero previsto una soluzione di emergenza, sarebbe stato folle anche solo sperare il contrario. In questo modo, invece, siamo andati diretti dove sapevamo esserci un'incongruenza nelle misure e non hanno avuto scampo»

«Ottimo lavoro» disse Skyler, cercando di rimanere distaccata e mettere a tacere la vocina che esultava dentro di lei. Ci aveva visto giusto, era una grande soddisfazione.

«Lo dobbiamo anche a lei, riconosco di essere in debito, eppure sono costretto a chiederle un altro favore. So di non poterla obbligare, non ne ho l'autorità, ma ho bisogno del maggior numero di informazioni possibili su Rory Baize»

Socchiuse gli occhi, senza distogliere lo sguardo. «Mi sta chiedendo di visionare i miei ricordi?»

Per la prima volta lo sguardo di lui lasciò trasparire imbarazzo. «Se fosse possibile gliene sarei grato»

Lei fissò per qualche secondo quegli occhi nerissimi, che avevano perso del tutto la sfumatura arrogante. Quello che le chiedeva di fare era molto personale: dare a qualcuno la facoltà di esaminare ciò che il Vortex memorizzava significava mettergli in mano la propria vita, permettergli di sbirciarne ogni particolare. Anche le Sentinelle dovevano richiedere permessi speciali per farlo e di regola non vi ricorrevano se non per necessità.

«Ovviamente non le sto chiedendo libero accesso ai suoi ricordi, sarebbe lei a mostrarmi l'incontro con Baize» aggiunse il giovane, accigliato. «Mi rendo conto del disagio che arreco, sia chiaro, e non mi permetterei mai una richiesta simile se non mi trovassi alle strette e privo di aiuti. Lei ha notato qualcosa di strano quel giorno? Anche un dettaglio potrebbe essere utile; come le è sembrato Baize?»

Marchio di fabbricaWhere stories live. Discover now