CAPITOLO 74

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Only God would know the reasons But I bet he must have had a plan 


«Che schifo, mamma!» esclamò Oscar.

Silvia si alzò di colpo. «Io vado in bagno»

Né Claudia né Marco opposero resistenza alle obiezioni dei figli.

«Wow» riuscì a dire lei.

«Proprio» rispose lui.

Tornata a sentire i rumori del locale e l'odore del cibo, lei notò anche un altro particolare.

«Cambiato niente, vero?»

Lui le sfiorò la guancia, come non faceva più quando le dava la notizia dell'ennesima trasferta. «Temo di no. Sempre io qui e tu lì. Avevo sperato che con un bacio...»

«Come nelle favole, vero?»

Marco nascose il viso tra le mani. «Va bene, la magia non funziona, il romanticismo neppure. Usiamo la logica.»

«Quale magia, mamma?» Oscar giocava con l'ultima patatina.

Claudia gli affidò un compito che lo distraesse:

«Tesoro, vai da quella signorina che ci ha portato l'acqua e chiedile il conto.»

Il bambino la guardò stranamente. Papà non lo chiamava mai "tesoro". «Quale?»

«Quella con il grembiule.»

Divincolatosi dalla sedia il bambino si allontanò seguito dagli occhi dei genitori.

«Ha intuito che qualcosa non va.»

«Mi stupirei del contrario, Claudia. Chissà cos'hanno pensato mentre combinavo un casino dietro l'altro.»

«Dopo mi racconterai i dettagli. Adesso, presto, dicevi, la logica.»

Marco avrebbe riso se ce ne fosse stato il tempo, perché la logica era un peccato del quale lei lo accusava spesso.

«La faccenda comincia ieri mattina, quindi è ragionevole pensare che sia dovuta a qualcosa della notte prima. Cosa ricordi?»

«Niente, a parte che ho dormito bene.»

«Anche io.» Allineò le posate al centro del piatto vuoto. «Scarso come indizio.»

Schiaritasi la gola per l'ennesima volta, Claudia cercò il portafogli nella ventiquattrore, dimenticando di averlo nella tasca dei pantaloni. «Cos'hai fatto prima?»

«Arrivato in albergo. Doccia veloce» elencò lui. «Un po' di lavoro, poi spese veloci.»

«I glitter per Silvia.»

«Credevi che me ne sarei dimenticato, vero?» Sollevò il mento. «Avevo un promemoria sul cellulare.»

«Ora capisco.»

Oscar e la cameriera si avvicinavano.

«Tu?»

«Spesa.» Ricambiò ancora la sincerità:

«Pensavo di comprare i glitter, prima che Silvia avesse la stessa idea e dimostrasse così poca fiducia in te da costringermi ad averla io».

Suo marito accennò un inchino ironico.

«Marco, è inutile. Sono due giorni che ci penso. Cosa abbiamo fatto di male per finire così e cosa dobbiamo fare per tornare indietro?»

Lui rispose con meno fervore. «Un male? Ho imparato molte cose su di te.»

Claudia sciolse le gambe incrociate soprappensiero. «Anche io, è vero, e cose su me stessa che fingevo di ignorare.»

«Quindi il mistero non è perché, ma come tornare» bisbigliò Marco prima che Oscar sedette al suo posto.

Silvia spuntò dal bagno.

Lasciato il chiasso e il calore del locale, finirono nella nebbia della strada, avvolti dal freddo e dalle domande. Salire in auto fu un sollievo, almeno per la temperatura.

«Guido io.» Marco aveva bisogno di qualcosa da fare. «Sicura di aver detto tutto quello che hai fatto?»

Claudia si sforzava di ricordare una giornata come tante. «Recuperati i ragazzi da Renata, un pacco di libri ordinato online, poi a casa per cena. Sulle scale ho incontrato la vicina.»

«Meraviglia? Insegna alla scuola di Oscar.»

«Lo so.»

Marco scalò in prossimità di un incrocio. «Un giorno o l'altro potremmo invitarla da noi a cena.»

«Pensi che c'entri qualcosa?» scattò Claudia.

«Non saprei. Dobbiamo valutare ogni opzione che possa avere provocato la faccenda» disse vago sbirciando i ragazzi sul sedile posteriore. Guardavano fuori dal finestrino accoccolati a pancia piena, distratti. «Meraviglia, Renata: incontri quotidiani. Perché avrebbero dovuto provocare una faccenda di punto in bianco, ammesso che ne siano in grado?»

«Perché è Halloween?» Sprofondò nel poggiatesta. «Streghe, mostri...»

«Avevamo detto niente magia.»

«Vero. Anche se per un attimo ho pensato...»

«Cosa?»

«Niente, una sciocchezza.»

Il viale di casa si avvicinava come un serpente pronto a inghiottirli. Entrare in casa come sposi novelli appena ritrovati e completamente sbagliati.

«Mamma, perché ti fermi qui?» chiese Silvia all'erta, svegliando il fratello.

«Cos'hai pensato?» insisté Marco, il motore in folle nel mezzo della strada.

«Stai violando il codice della strada» disse sua moglie incredula. «Tu non infrangi mai le regole.»

«Al diavolo le regole, stasera. Cos'hai pensato?» Lui non aveva intenzione di spostarsi. A casa sarebbero ricominciati come al solito i problemi e i litigi.

Lei condivideva il suo terrore.

«Che sia stata la zingara?»

Canzone Per DueWhere stories live. Discover now