CAPITOLO 48

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Tell me baby, is this as good as life is gonna get / It feels like there's a stranger standing in these shoes 


Alla Mida la accolse lo stesso silenzio impegnato e la stessa Sara bionda ansiosa di compiacere.

Claudia rifiutò il rinfresco e interruppe le domande su come avesse trascorso la serata. «Devo raggiungere la mia collega e la responsabile dell'ufficio del personale, vuole accompagnarmi?»

La bionda si tormentò le mani, non si mosse.

All'improvviso l'atrio lindo e impersonale oscillò: non volevano portarla da Brian, Lia era forse sola con lui?

Si schiarì la gola per non urlare e correre ovunque si trovassero.

«La dottoressa Ventaglio non è ancora arrivata» spiegava Sara quasi inciampando mentre si avvicinava alle scale per gli uffici al piano superiore. «Neppure il signor Biondi.»

Claudia tirò un muto sospiro di sollievo. Però, far aspettare gli ispettori: un gesto scortese. Brian era dunque certo di avere già vinto e di poter abbassare la guardia?

«La dottoressa Merlani?»

«La conduco subito da lei. Aspetta nel...» Sara fu interrotta.

Le porte scorrevoli si spalancarono come un sipario di vetro abbagliante, accecandole con il riflesso del sole estivo che si attardava all'esterno. Claudia riconobbe Brian dalla forma squadrata delle spalle impettite. Anche il giorno prima era stato così basso, o lo doveva al fatto che adesso lei lo guardava dall'alto della scala?

Brian sciolse il braccio dalle spalle della donna al suo fianco e sorrideva allegro. Tronfio. Soddisfatto. Da un orgasmo mattutino?

Accanto a lui una chioma liscia, trucco impeccabile, completo taglia quaranta e decolté tacco dodici.

Non si accorsero di lei finché non furono ai piedi delle scale.

«Marco!» esclamò Biondi amichevole. «Già qui? Oggi sei mattiniero.»

La centralinista fingeva di non ascoltare, invece la donna accanto a lui ridacchiava divertita senza essere stata presentata.

Claudia si schiarì la gola. «L'appuntamento era alle nove.»

Che tono lamentoso!

Tutt'altro che in difficoltà, Brian prese il comando. «Allora possiamo cominciare. Sara, porta il caffè in sala riunioni.»

Sara farfugliò e si lasciò precedere dall'amministratore delegato. «Certo. Chiamo anche la signorina Merlani.»

Brian si fermò a metà del gradino. «Non aspetta in sala riunioni?»

Rossa quanto il rossetto che portava, Sara cercò sostegno nel corrimano e indicò la donna accanto a Biondi. «È nell'ufficio della dottoressa Ventaglio, voleva aspettare lì per risparmiare tempo.»

La maschera spaventosa apparve di nuovo sullo splendido viso di Brian. Sara si concentrò sul pavimento quasi desiderasse scavare una fossa dove nascondersi. Claudia nascose un ghigno.

«Possiamo andare nel mio ufficio, cosa ne dici, Brian?» Irene Ventaglio era dotata della capacità di intervenire al momento sbagliato.

L'amministratore delegato sembrò non farci caso. «Pare che non abbiamo altra scelta, ammesso che alla signorina Merlani sia rimasto qualcosa da guardare.» Scagliò un'intensa occhiata a Claudia, l'amicizia e la fratellanza del giorno prima incrinate da un sospetto che non poteva verificare. «D'ora in avanti, Sara, ricorda che nessuno può girare non autorizzato o non accompagnato per l'azienda, neppure un ispettore.»

La povera Sara boccheggiò come un pesce fuor d'acqua. «La signorina aveva insistito... Sì, signore, certo.»

«Sempre imbranata, eh, Sara?» Irene Ventaglio seguì l'amministratore delegato che, completamente dimentico di entrambe le bionde, fece strada verso l'ufficio delle risorse umane.

Lia sedeva con le mani candidamente in grembo di fronte a una scrivania di mogano di inutile austerità, dando le spalle a una serie di armadi apparentemente chiusi e intatti contenenti archivi e materiale riservato. Soltanto il cassetto della scrivania sembrava un po' più aperto di quanto una persona accurata lo avrebbe lasciato, dato che conteneva le chiavi degli armadi dei dati sensibili.

Si alzò appena entrarono, strinse la mano a Irene Ventaglio. Claudia cercò di capire se avesse trovato qualcosa. Fu entusiasta che Lia intuisse la sua muta domanda, scontenta che rispondesse con un impercettibile diniego.

Biondi era tornato impassibile, con la mascella un po' più serrata del solito.

«Dunque, che cosa volete domandarci?» proruppe Irene Ventaglio. «Sparate pure, siamo a vostra completa disposizione.»

A dispetto del sorriso accattivante, le palpebre si socchiudevano, le braccia chiuse al petto come uno scudo. Paura.

Sì, dovevano colpire lei, prima però dovevano allontanare Brian, che se ne stava lì come un cane da guardia controlla la propria cuccia.

«Risponderemo alle vostre domande fin dove necessario» diceva infatti l'amministratore delegato con uno sguardo irritato a Irene. «Volete un rinfresco?»

Claudia rifiutò. «Quanti sono gli addetti in questa azienda?»

Biondi rispose prima della responsabile del personale. «Lo trovi nella documentazione che avete richiesto di visionare in anticipo.»

Tutta la fratellanza dimostrata la sera prima era dissolta.

«L'ho dimenticato» replicò lei con una scrollata di spalle. «Quanti sono i dipendenti?»

Ancora, Biondi rispose al posto della responsabile del personale.

Di nuovo Claudia. «Quanti di loro godono di benefit?»

Accanto a lei, Lia sorrideva inespressiva: non comprendeva dove il capo volesse arrivare, ma concedeva il beneficio del dubbio.

Anche Biondi sorrideva così. «I dirigenti soltanto.»

«Quali benefit?» insisté.

«Computer e buoni pasto. Fino a poco tempo fa. Da un po' abbiamo dovuto sospendere.»

«Rimborsi spese?»

Negli occhi di Biondi saettò una scintilla d'odio. Non si aspettava quelle domande o gli seccava rispondere?

Claudia sosteneva la conversazione con tono angelico. «Sono domande di routine, è la, ehm, procedura che ci impongono gli americani» inventò di sana pianta. «Sai com'è, la devo eseguire.»

«Certamente. Dunque...»

La porta scricchiolò dopo un leggero bussare. Sara apparve sulla soglia. «Mi perdoni, signor Biondi, la vogliono al telefono.»

L'amministratore delegato non la degnò di uno sguardo. «Se è l'onorevole Respa, digli che lo richiamo.»

«Ehm, no. Da Bari.»

Brian si alzò di scatto, come un soldato di colpo sull'attenti. «Capito, Sara. Vogliate scusarmi, tu Irene procedi. Con la professionalità che mi è nota» aggiunse in quella che Claudia intese come una velata minaccia. 

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