CAPITOLO 24

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Shot through the heart And you're to blame / Darlin', you give love a bad name


Brian Biondi apparve. Sulla quarantina, forse meno, magnificamente in forma, atletico sotto il completo scuro che evidenziava le spalle. Contro la camicia inamidata la pelle assumeva una calda tonalità caramello, forse residuo di una vacanza in qualche luogo esotico di palme e sabbia fine. E gli occhi! Color del paradiso, sembravano capaci di leggere fino all'ultimo segreto nel cuore di chi aveva di fronte.

«Piacere, Brian Biondi.» La sua mano era solida, la sua voce una sinfonia angelica.

«Claudia Raso.»

Calò il silenzio.

«Prego?» chiese Biondi sbigottito.

La gola le si riempì con un urlo muto. Aveva di fronte un uomo per il quale sarebbe stato così facile perdere la testa e mandare in malora l'intera propria famiglia, se solo fosse stata se stessa e non...

«Ehm, Marco Benvisi.»

Cazzo, che destino! Scambiarsi con suo marito soltanto per finire bloccata in una noiosa riunione con un uomo simile e non poteva fare altro che parlargli, per giunta di cose che non conosceva. Prese posto al tavolo riunioni di malumore.

Lia evitò la mano di Biondi e rispose a malapena alle sue domande.

«Vi conoscete?» intuì Claudia, ancora più di malumore.

«La signorina Merlani assistette a un audit qualche anno fa» spiegò Biondi versando il caffè dal termos che Sara la bionda aveva lasciato in sala prima di andarsene. Ne porse con cortesia la prima tazza a Lia, che almeno in apparenza era l'unica donna in sala. «Dovrete accontentarvi del caffè. Mi spiace non potervi offrire paste o uno spuntino salato, in passato potevo permetterlo.» Addolcì le scuse con un sorriso. Un uomo cortese che si imbarazzava, dove trovarne altri? «Siamo sull'orlo del fallimento, ho dovuto rinunciare alla segretaria, ma non riesco a piegarmi a quei disgustosi distributori automatici e alla loro acqua colorata.» Porse la seconda tazza a Claudia.

«Grazie, non bevo caffè» rifiutò lei con la lingua impigliata dallo sguardo, incollato su Biondi. Era sposato? Fidanzato? Come spiegargli che era una donna, che suo marito la tradiva, che lui era l'uomo più bello del mondo, che avrebbe tanto voluto conoscerlo meglio?

Non fece caso al tintinnio del cucchiaino di Lia perché Biondi si era ripreso la tazzina e ora stava sorseggiando il caffè. Posava le labbra sulla ceramica che sarebbe stata sulle labbra di Claudia.

Il proprietario della Mida Farmaceutici però continuava a guardare Lia e a descrivere l'occasione nella quale l'aveva incontrata. «Era venuta poco dopo il nostro trasloco qui, se ricordo bene, e prima che voi foste comprati dagli americani. Con quel signore, come si chiamava...»

«Elio Quarti» abbaiò Lia.

Era così intimorita da Biondi da diventare scortese? O, peggio, aveva un debole per lui? Certo, chi non lo avrebbe avuto?

Claudia cambiò posizione.

Quindi non solo Lia se la faceva con un uomo sposato, cioè suo marito, aveva anche il coraggio di perdere la testa per un fornitore. Puttana.

Non ascoltò una parola della riunione di apertura, finché si accorse che Biondi la guardava. Dio, che sorriso! Poteva sciogliere un ghiacciaio, abbattere una diga, una porta blindata, un cuore di pietra.

Lia disse qualcosa. Stava ripetendo una domanda, e si era alzata in piedi, visibilmente insoddisfatta del comportamento del suo capo. Dovevano scendere per l'ispezione a qualche misteriosa stanza che Lia chiamava "camera bianca" e la linea produttiva.

Visitare una fabbrica di metallo e plastica, che schifo. Come? il proprietario li avrebbe accompagnati di persona? Meraviglioso programma! Che le importava di non intendere una sola parola, Biondi era così bello mentre indicava con orgoglio un tubo d'acciaio e una ventola di aerazione appena un po' più grandi e puliti di quelli della cappa che Claudia aveva in cucina.

Biondi si infervorava nel presentare il suo gioiello, la sua azienda. Come sarebbe stato stimolante lavorare per un genio tanto entusiasta e visionario!

Anche lei si era sentita così, un secolo prima, quando l'avevano chiamata per lavorare in NovaCom concedendole senza battere ciglio un meraviglioso part-time e allo stesso tempo il primo progetto, un'impegnativa campagna promozionale per pannolini lavabili. La sua precedente responsabile, la cara vecchia Lara, l'aveva segnalata ai capi al termine del lavoro, per "indiscutibile impegno e straordinari risultati".

La sera della firma del contratto era tornata a casa elettrizzata come un cavo di alta tensione e Marco l'aveva stupita con una cena a lume di candela. Silvia aveva appena due anni, troppo piccola perché la madre acconsentisse a portarla in un ristorante dove avrebbe potuto annoiare i vicini con qualche strillo, così lui aveva apparecchiato in salotto con candele e vino e ordinato sushi nel migliore ristorante dei paraggi.

Perché le tornava in mente quella serata proprio adesso? Non si era mai più ripetuta.

Lara era andata in pensione, Federica l'aveva sostituita.

Marco era stato promosso a capo auditor e la Gabi Group era stata comprata. Niente più sorprese né cene a lume di candela. Niente più progetti, niente più al di fuori del ruolo di moglie e madre.

Le vestaglie nere erano finite in fondo a un cassetto e l'amore appassito giorno dopo giorno, stremato come lei e suo marito. Inutile cantare, "you got to keep the faith" era ormai un'inutile incitazione.

Tempo di voltare pagina, mettere fine alla menzogna. Dichiarare che ormai era finita.

Claudia sollevò lo sguardo dalle dita che si tormentava al punto da lasciare lividi bianchi e dolorosi nella carne. Vide Biondi. La fissava con quelle iridi di cristallo. Oddio, cosa stava dicendo?

«Vuole spogliarsi?»

Il cuore le schizzò in gola, la pressione finì sotto i piedi. Il mondo vorticò forte. "Qui, adesso, nel mezzo di uno stanzino striminzito e senza finestre, Lia che guarda accigliata. Cazzo, sì!"

«Dobbiamo entrare nei locali dedicati alla linea produttiva» continuò Biondi. «Si tolga la giacca, indossi questo camice, le soprascarpe e la cuffia. Impedirà di contaminare i prodotti con eventuale materiale estraneo che proviene dall'ambiente esterno.»

«Sa come si fa» intervenne Lia. Indossava già un inguardabile camice monouso e una cuffia di plastica che avrebbe fatto apparire chiunque altro un fungo dalla testa azzurra, tranne lei, strepitosa perfino in quelle avvilenti condizioni. «Non è la prima volta che il dottor Benvisi entra in una zona di produzione.»

Strappò di mano gli indumenti a Biondi per porgerli al capo, insieme a uno sguardo di inconfondibile disperata aspettativa.

Claudia grugnì un incomprensibile uhm che dal mattino le riusciva così bene. Indossò il camice e il resto dell'attrezzatura.

Per fortuna Marco era alto e con poca pancia, nel proprio corpo sarebbesembrata uno champignon, di quelli bassi, tozzi e ridicoli.




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Le citazioni in questo capitolo sono:


Devi continuare ad avere fede (Keep the faith).

Canzone Per DueWhere stories live. Discover now