CAPITOLO 43

18 0 0
                                    

Trying hard to capture / The moment this morning I don'tknow / 'cause a bottle of vodka / is still lodged in my head


Lia la raggiunse non invitata al tavolo della colazione. Portava con sé un piatto carico di brioches, pane, burro e una ciotola di marmellata.

Claudia trattenne un conato. Faticava a inghiottire il poco tè verde, unica pietanza di cui aveva osato servirsi al ricco buffet. Si era svegliata con occhiaie orribili e un feroce mal di testa, aveva scoperto che Marco non aveva con sé antidolorifici né correttore e si era dovuta accontentare di una doccia. Neppure i nuovi campioncini lasciati in bagno dalle signore delle pulizie erano riusciti a metterla di buon umore né a cancellare il colorito verdognolo che aveva intravisto sul suo viso in ascensore.

Nella sala da pranzo gli ospiti erano rumorosi, facevano chiasso anche sottovoce, cozzavano tazze e cucchiai con frequenza insopportabile, grattavano il pavimento con le sedie. I camerieri poi non la lasciavano in pace, la tormentavano con domande inutile su cosa volesse da mangiare, come se il semplice pensiero del cibo non bastasse a ribaltarle lo stomaco.

«Serata impegnativa?» chiese Lia.

Si muoveva con grazia, il colorito naturale appena accentuato da un filo di trucco e l'aria di chi fosse già stata in palestra per una salutare seduta di allenamento. Sistemava le leccornie davanti a sé in perfetto ordine simmetrico.

L'occhiataccia andò sprecata. «Meravigliosa.»

«Parlato tanto?»

«Ore intere. Se non ti spiace...»

«Hai le prove che non sta fallendo, adesso?» la interruppe Lia schiacciando il burro contro il pane.

Claudia sospirò come Silvia quando faceva di tutto per scatenare l'ira materna. «Non abbiamo parlato di lavoro.»

Il cucchiaino di Lia tintinnava imperterrito, Claudia si massaggiò la tempia.

«Ho ricevuto un'offerta di lavoro ieri, Marco.»

Claudia ritrovò l'allegria. «Bene, quando cominci?»

«Da Brian.»

Insieme alla notizia, le andò di traverso il tè. Tossì, annaspò, si nascose dietro il tovagliolo.

Lia aggiunse marmellata di ribes sul pane. «Ieri pomeriggio, mentre eri al telefono con tua moglie. Mi ha offerto un lavoro, ben pagato. In cambio di silenzio e qualche notte con lui.»

Aprì la bocca, ne uscì un rantolo dal pessimo sapore. "Ti vanti della conquista, stronza? Vuoi lasciare il tuo amante, me, cioè Marco, sbattermi in faccia che sei una donna e puoi avere l'uomo più bello del mondo, invece guarda come sono ridotta io, io che voglio Brian, invece sono incastrata in uno schifo di vita peggiore perfino di quella che avevo prima!"

Non disse niente, la lingua se ne stava incollata al palato come un pessimo adesivo illegale.

Lia scrutava il piatto senza accennare a mangiare, il burro colava e allagava il pane trasformandolo in una zattera solitaria e smarrita. «Un'offerta allettante, quale donna rifiuterebbe un uomo come Brian Biondi?»

"Quindi hai detto sì?" Di nuovo le parole si incastrarono in gola, ebbe una fugace visione del corpo perfetto di Lia e di quello altrettanto perfetto di Brian allacciati in una posa da ispirare le migliori statue elleniche, o i peggiori film porno. Poi, la folgorazione. Si sistemò comoda contro lo schienale, sollevò il mento, agguantò la fetta imburrata e la morse con gusto.

Lia non la fermò, tuttavia sembrò fare fatica a mantenere la calma. «Ho rifiutato, lui ha giurato che finirò a cucinare ravioli al vapore. Come se non ricordasse che sono di Milano e detesto cucinare.»

Canzone Per DueWhere stories live. Discover now