CAPITOLO 55

17 1 0
                                    

Chains of love got a hold on me / When passion's a prison,you can't break free


Sullo sfondo di pini e cielo azzurro, il completo scuro contrastava donando a Biondi un contorno deciso. Bloccava Lia tenendola per un braccio, le mormorava qualcosa all'orecchio. Dietro di loro Nina scartabellava per la decima volta nella stessa pila di fogli, le labbra strette come Renata quando voleva sgridare Giulia e non riusciva. L'ufficio si stava svuotando, gli impiegati sembravano desiderosi di anticipare il pranzo.

Claudia intuì il pericolo. Biondi era abituato a trattare con uomini falsi e a uscire con donne riluttanti: conosceva i modi per convincere a fare ciò che voleva. Tirava lui le fila, sempre.

Si era quindi informato anche su suo marito, prima dell'audit? Probabile, conoscere il nemico era la prima regola di uno stratega.

"Cosa può avere scoperto? Marco è talmente riservato."

Serio, educato, sposato da tredici anni, due figli, nessun passatempo degno di nota. Un avversario prevedibile che avrebbe seguito le regole e condotto l'ispezione con la pignoleria di chi gioca bene ma a carte scoperte, e per questo non avrebbe trovato niente.

"Come è visto Marco Benvisi da Brian Biondi?"

Trattenne un conato di vomito.

Il giorno prima Marco Benvisi si era dimostrato interessato più all'autografo di Kyle che ai movimenti di magazzino, corrompibile con una facilità quasi noiosa e una banalissima cena, durante la quale, anziché insistere a indagare sulla Mida, si era sdilinquito su come avrebbe voluto godersi la vita, viaggiare, mollare la famiglia per essere libero.

"Come te."

Davvero aveva detto così in bilico sulla fontana di Trevi? Aveva mostrato il fianco a Brian, ai suoi soldi e al suo potere proprio come facevano il vecchio Quarti, l'onorevole Respa e chissà quanti altri. Tutti così stupidi e facili da giocare. Il giorno precedente e l'audit surreale dovevano essere sembrati addirittura uno scherzo all'insuperabile amministratore delegato.

Perciò ora Brian attaccava Lia la pantera, non Benvisi l'idiota.

Lia aveva osato preferire il lavoro a una notte con lui.

Lia aveva un passato di giornalista a Shanghai che le aveva insegnato qualche trucco per trovare informazioni negli uffici dei politici più corrotti, come aveva rivelato a Claudia al tavolo della colazione e poteva aver raccontato a Biondi quando ne era innamorata.

Lia era penetrata nell'ufficio di Irene mentre Claudia lo tratteneva con chiacchiere inutili sulle scale.

Lia aveva frugato tra le carte di Irene per cercare una prova, per esempio una e-mail dai concorrenti della Gabi Group contenente magari una promessa di liquidità, soldi a sufficienza da mettere a tacere chi lo perseguitava. Magari quelli che chiamavano "da Bari" facendolo scattare sull'attenti e che lui non osava far aspettare.

Claudia rallentò il passo. Lia però non aveva trovato niente, quindi era stato più furbo lui? Aveva fatto cambiare il computer della sua ultima amante, dato un incentivo a Giovanna perché facesse sparire dall'ufficio ciò che non serviva?

I conti quadravano.

Bastava immaginare Brian terminare la telefonata con i "baresi" e tornare nell'ufficio di Irene, trovare la sua ragazza soltanto, quella che si era fidato a lasciare sola con gli ispettori perché era una sciocca convinta che da lui avrebbe ottenuto soldi, matrimonio e viaggio di nozze. Irene doveva essere in uno stato penoso, agitata e isterica, di cosa poteva avergli parlato? Moduli, Giovanna che se n'era andata il giorno prima piantandola da sola con una mole immensa di lavoro e con gli orribili ispettori, che adesso stavano in amministrazione. Da Nina. Di nuovo. Così Brian era accorso subito.

Nina, quindi. Amministrazione, uguale pagamenti.

Forse doveva cercare delle transazioni "baresi"?

Brian si fidava di Nina, e Nina faceva magie con i numeri. Inutile illudersi, probabilmente le prove di trattative losche erano state cancellate, mascherate con società fittizie, i prodotti spostati in qualche magazzino virtuale, e i documenti lasciati per la Gabi Group erano cartaccia innocente.

Claudia osservò con attenzione mentre si avvicinava.

Brian non temeva ciò che Lia aveva trovato. Altrimenti il suo sorriso non sarebbe stato così esteso sul bel viso di serpe. Tuttavia, le sopracciglia si incurvavano sopra occhi un po' troppo cupi per il Paradiso, e la presa sul braccio della ragazza era troppo salda per un uomo tranquillo.

Dopotutto, perché Lia era tornata in amministrazione, proprio da Nina, proprio in cerca di alcune fatture, infilate in un mucchio impossibile da trovare a meno di sapere esattamente cosa cercare?

Non erano una prova che il fallimento della Mida fosse una montatura, né una prova di accordi con concorrenti della Gabi Group né tantomeno con 'baresi', ma...

"Ammettilo, Brian" pensò Claudia raggiungendoli. "Non si tratta di spese pulite e attirare l'attenzione della guardia di finanza non è l'ideale quando si finge il fallimento. Ammettilo, ho trovato qualcosa."

«Puoi offrirmi quanto ti pare» sibilava Lia con un sorriso glaciale. «Non mi servite né tu, né un nuovo lavoro, il dottor Benvisi ti supera in ogni aspetto, e adesso dì alla tua 'maga' di trovare quelle fatture.»

«Vuoi vendicarti?» sibilava altrettanto Brian con un tono che probabilmente riservava ai nemici peggiori. «Per non averti inseguita a Milano dopo che mi lasciasti solo? Per aver suggerito a Quarti, che si lagnava di non riuscire a fuck you, che forse eri lesbica, così da consentirgli di darsi un tono mettendo in giro la voce? Pensaci bene, Lia, tu e io siamo uguali, avremo il mondo in pugno insieme, piegati a me.»

Claudia diede un colpo di tosse. Finalmente si accorsero di lei.

«Finita la telefonata da Bari?» chiese con un gran sorriso.

Brian lasciò andare Lia come se bruciasse e la fronteggiò. Nel corpo di Marco, Claudia riusciva a superarlo di un centimetro.

«Credevo foste già stati in amministrazione, Benvisi.»

Ecco la conferma definitiva: difficilmente Brian sopravvalutava gli avversari come aveva fatto con suo marito prima di conoscerlo, ma era ancora più raro che li sottovalutasse come aveva fatto con lei fino ad allora.

Si schiarì la gola. «Spero non ti dispiaccia, Brian, un piccolo cambio di agenda.»

«Certo che no, anche se i programmi si rispettano.»

«Quindi ti dispiace?»

Lo sguardo celestiale di Biondi fu illuminato da un lampo di comprensione.

"No" immaginò di dirgli, se soltanto la sua gola non fosse chiusa in una morsa. "Non è stata di Lia l'idea di frugare nell'ufficio della tua amante, non è stata di Lia l'idea di trovare quelle fatture."

Biondi continuò a fissarla mentre ordinava:

«Ha sentito, signora Molletta. Stampi quei documenti. Due copie bastano, Benvisi?»



Canzone Per DueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora