CAPITOLO 45

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Now you know is not too late / Oh you got to keep the faith 


Fuori dall'albergo, scorgendo al lato opposto della strada una profumeria, la memoria materna le ricordò d'improvviso i brillantini per Silvia. Stava a lei comprarli ora, in quanto Marco. Disse di avere qualcosa di urgente da fare, ma a Lia nulla pareva più urgente della resa dei conti con la Mida.

«Marco, no, faremo tardi anche oggi!»

«Sarò veloce, prometto, non vedo coda all'interno. Precedimi all'incontro con la Ventaglio, cerca di farti portare nel suo ufficio e quando arrivo insisti perché mi venga incontro lasciandoti sola.»

«Non ti seguo, scusami.»

«Sbircia nei suoi cassetti.»

«, sei impazzito?» Le imprecazioni in cinese, che Jia Merlani aveva rinnegato insieme al passaporto di Shangai, sembravano essere diventate la norma.

«Forse lo sarò alla fine di questa storia.» Corse sulle strisce prima che il rosso scattasse al semaforo pedonale e le quattro corsie di auto già con l'acceleratore fremente si scontrassero chiassose nel caos cittadino.

Nessuna mendicante in strada né resti di un sole di polvere in un umile angolo a terra, tuttavia la commessa riconobbe il cliente.

«Hai dimenticato qualcosa?»

Claudia rimase di stucco sotto il sonaglino squillante della porta. Il negozio era vuoto a parte lei e la ragazza truccata di viola e rosso sorridente dietro il bancone.

«Ti serve qualche altro regalo per tua moglie e i tuoi figli?»

Marco che faceva spese per i ragazzi. Pazzesco. A casa li teneva a distanza, qui comprava regali. Qui non faceva il turista, niente divertimento, niente svaghi, niente sesso con Lia, e nel poco tempo libero, doni per i propri cari.

Come i padri nelle fiabe, che costretti a recarsi in paesi lontani pensavano costantemente alla famiglia, poi a casa vendevano i figli.

«Mi scambia con qualcun altro.»

Meno di un'ora prima aveva chiuso la valigia e liberato la stanza: non c'erano che abiti da uomo, tutti di suo marito, niente che assomigliasse a un regalo.

«Impossibile.» Squadrandolo da capo a piedi, la commessa sbatté le ciglia appesantite da troppo mascara, si sporse verso di lei.

Ci stava provando. Ci aveva già provato quando lei non era Marco?

«Ti ho visto ieri sera entrare in albergo, e con chi. Non sbaglierei mai a riconoscerti, ho una memoria fotografica.»

«Bene» tagliò corto. «Vorrei...»

«Posso farti una domanda?»

Grugnì il solito verso incomprensibile, ormai immancabile risposta alle domande più semplici come alle più complesse, e si girò a prendere a caso una delle trousse in mostra sul bancone lucidato a specchio. Il negozio profumava di muschio, mughetto e mille altre essenze che si davano manforte nel riportarle il mal di testa.

«L'elemosina» disse la ragazza, sistemando per caso un ricciolo. «Non dovresti farla.»

«No?»

«No.» La commessa si sporse ancora di più verso di lei. «Cosa credi che avrà fatto quella donna della borsa che le hai lasciato? La città è piena di quella gentaglia, fingono di essere poveri per non lavorare, non serve a niente dare loro qualcosa. Vedrai che tra due o tre giorni sarà di nuovo qui fuori a bazzicare per rubare o elemosinare. Gente così ci rovina la città.»

«Certo.» Claudia rimise la trousse a posto, meno ordinata di come l'avesse trovata. Non ascoltava da un po'. «È Seduzione Blu quel profumo lì dietro?»

La commessa si ritrasse con il broncio. «Guarda che lo dico per te.»

Con un colpo di tosse Claudia indicò la bottiglia smerigliata.

Questa volta avrebbe aspettato che i ragazzi si fossero addormentati prima di consegnargli il regalo, e nel caso in cui lui dormisse sul divano l'avrebbe svegliato. Con un bacio. In sottoveste. Quella nera di pizzo, la prima che lui le aveva regalato da fidanzati. Quella che lei aveva appallottolato e gettato in un angolo l'altra sera.

«Quante ne vuoi? Faccio mettere in conto alla Mida Farmaceutici, come al solito?»

Rimise a fuoco la commessa. «Scusa?»

«Il tuo amico dice sempre di mettere in conto. Siete usciti ieri sera, vi ho visti mentre chiudevo» e con mani esperte dispiegò sul bancone una schiera del profumo più costoso, facendo attenzione che la scollatura rimanesse bene in vista.

Diverse cose colpirono Claudia in quel momento, come una pioggia di petardi che le scoppiassero addosso tutti insieme. La ragazza ci stava provando con lei pur sapendolo sposato e con prole. Biondi così bello veniva riconosciuto anche dall'altra parte della strada. Marco aveva comprato in centro a Roma un borsone di regali per lei e i ragazzi spendendo una fortuna. Per lei e i ragazzi. La Mida comprava al punto che una commessa conosceva a memoria la partita IVA. Una mendicante lì fuori, e suo marito le aveva lasciato qualcosa, proprio come lei. Biondi metteva in conto alla Mida valanghe di articoli di lusso.

Nuovo colpo di tosse, poi Claudia si protese sul bancone, verso la ragazza che non aspettava altro, e la guardò come Marco guardava lei quando si presentava in vestaglia nera di pizzo. «Sì, Brian mi ha detto che gli serve il solito ordine.» 

Canzone Per DueWhere stories live. Discover now