CAPITOLO 67

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It might not be legal but it sure ain't a crime / I'm onestep from crazy and two steps behind


«Coraggio?» Lia nascose dietro il palmo una risata argentina. «Ho visto tua moglie, credimi, non sembrava priva di coraggio.»

«Vi siete conosciute?» Oltre le vetrate dell'aeroporto Claudia scorgeva luci intermittenti senza senso lungo la pista ingoiata dal buio, un po' come la sua mente.

«Ricordi la festa di Natale due anni fa?»

Ci pensò su. «Ricordo un buffet in piedi e l'azienda costretta a fraternizzare. Imporre alla gente di presentarsi al lavoro durante il proprio tempo libero!» sbuffò, guadagnandosi un'occhiata perplessa. «Non predispone certo al divertimento.»

«Non ci avevo pensato.»

«Proprio non ti riesce di metterti nei panni della gente.» Lo disse con tono gentile, trattenendosi dallo sfiorarle la mano. Era un uomo, poteva confortare poco, contatto fisico uguale tentativo di flirt. «Ricordo che la Gabi Group chiese ai dipendenti di portare la famiglia, certo per far sembrare più generosa l'offerta. Dovevo ancora finire di comprare i regali di Natale e non ero l'unica, cioè, unico, invece dovetti passare il tempo con vino mediocre e Quarti.» Si interruppe, perché negli occhi di Lia aveva brillato una luce insolita.

«Tua moglie lo rimise a posto, con un coraggio che da allora le invidio.»

«Davvero? Non ricordo neppure questo.» Claudia ammiccò, i neon facevano lacrimare.

Un uomo due sedie più in là si alzò, recuperò abilmente il trolley con una mano senza smettere di parlare al cellulare e si avvicinò al gate chiuso. Altri lo imitarono, disponendosi come birilli lungo il buio della pista.

Lia chiuse il portatile e le ombre sul suo viso si ridisposero. «Mi ero rintanata dietro al tavolo del buffet. Se fai da tappezzeria il tempo passa prima.»

Claudia non ebbe bisogno di chiedere. Occasioni affollate in cui è d'obbligo socializzare piacevano a una persona introversa almeno quanto i fari a un coniglio in autostrada.

«Quarti si avvicinò al tavolo.» Lia era concentratissima a districare la cinghia della borsa. «Diceva di avere annusato qualcosa di irresistibile.»

Claudia sbuffò, attirandosi qualche occhiata perplessa dai passeggeri intorno. «Sì, l'odore di figa. Mentre ti avvicinava sembrava un cane da tartufo con il muso da maiale.»

Lia rise di cuore, senza più nascondersi, facendo perdere la parola all'uomo al telefono. «Come hai ragione!»

Claudia allungò il braccio sullo schienale di Lia, con un ghigno di gatto soddisfatto rivolto all'uomo col telefono. Quello le diede le spalle e si spostò dove non poteva più vedere la bellissima asiatica e il suo fidanzato.

«Però cosa c'entra il coraggio di mia moglie?»

«Sentì la nostra conversazione» spiegò Lia, che non si era accorta di nulla. «O meglio, quella di Quarti, dato che io parlavo poco sperando se ne andasse.»

«Certa gente è troppo stupida per farsi scoraggiare con così poco» disse Claudia, il sorriso trasformato in smorfia.

«O troppo tronfia. Si sente irresistibile: appena vede un esponente del sesso femminile, la avvicina senza immaginare di essere ridicolo. Come quando infila vocaboli inglesi mentre parla in italiano.»

«Comincio a ricordare.» Premette l'indice e il pollice ai lati degli occhi, una lacrima cadde vittima dei neon. Possibile che Marco avesse bisogno di occhiali? «C'era una tovaglia bordeaux sul piano dei rinfreschi, vero? Quarti si era tinto i capelli dimenticandosi le sopracciglia.»

Canzone Per DueWhere stories live. Discover now