CAPITOLO 26

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I ain't got a fever / Got a permanent disease / And it'll take more / than a doctor To prescribe a remedy


«Siete fortunati, vedrete la produzione di uno degli ultimi lotti prima che la Mida chiuda.»

Claudia si trattenne dal prendergli la mano. «Mi dispiace. È possibile impedire il fallimento?»

La schiena di Biondi era dura e straziante di fronte a lei. «Occorrono prestiti che questo Paese non concede, e io ne ho già chiesti troppi. Vendere a degli stranieri non porterebbe che tagli e riorganizzazioni che ridurrebbero i costi diminuendo la qualità del finito, e i nostri prodotti diverrebbero identici alla concorrenza. Nient'altro che un generico come un altro, o una pastiglia con più eccipiente che vitamina. Lei può ben intenderlo, Benvisi: è accaduto lo stesso alla Gabi Group qualche anno fa.»

Che piacevole diversivo essere messa al corrente delle difficoltà di Biondi, camminare al fianco di un uomo che le desse confidenza, la trattasse alla pari.

Marco le aveva raccontato qualcosa dell'acquisizione della Gabi Group senza degnarsi di condividere i dettagli, soltanto diventava più teso e fosco ogni giorno che passava.

"Perché non mi racconti cosa succede?" gli aveva chiesto una, due, cento volte. A lei faceva bene raccontare, Antonella lo sapeva bene.

"Non succede niente" si difendeva invece lui, concentrato sul cellulare tra i cuscini del divano, la tavola ingombra di piatti sporchi.

Quando non era troppo stanca, Claudia cambiava tattica. "Come è andata oggi alla Gabi Group?"

"Tutto bene."

"Cioè?"

"Cioè tutto bene," e sfoggiando le fossette della tristezza Marco aggiungeva: "Non mi va di parlare adesso che sono finalmente a casa".

Di nuovo chino sul cellulare, si dimenticava di lei in un click.

Quando era troppo stanca, invece, lo affrontava di petto: "Perché mi tagli fuori? Ti rintani in una caverna e mi dichiari inutile!"

"Siamo in salotto, non vedo nessuna caverna." Ancora le fossette, più marcate. "Perché fai sempre tragedie?" L'ennesimo click e Claudia veniva cancellata.

Lo sentiva muoversi soltanto a tarda notte, quando si alzava dal divano per traslocare a letto quando credeva che lei già dormisse. Il giorno dopo ricominciava uguale.

Lia la prese da parte e sibilò:

«Quel suo piangersi addosso è un trucco, sta cercando di fregarti».

Claudia drizzò le spalle. Ciò che rendeva infelice Lia non poteva che farle piacere. «Te l'ho mai detto che dovresti rivedere questo tuo atteggiamento così snob? Nessuno ti sopporterà a lungo.»

«Perché gli dai ragione? Sembri addirittura ansioso di compiacerlo.»

Roteò gli occhi al cielo, le labbra vibrarono come una mitragliatrice carica. «Scusa se te lo dico, sei carina ma sembra che tu abbia una scopa nel culo.»

Lia rabbrividì, come un albero fiorito che venga denudato da un vento giunto da una direzione inattesa. Non proferì parola, strinse al petto la cartelletta degli appunti a mo' di scudo e si affrettò a raggiungere Biondi.

Meno compiaciuta del previsto, Claudia trattenne un'imprecazione. Ci voleva un bel bicchiere.

Chissà come se la stava cavando Marco.

Canzone Per DueМесто, где живут истории. Откройте их для себя