Our bodies

By Ilenyanna

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Sono talmente assorbita da queste sensazione, che quasi mi spavento quando sento qualcuno che mi prende la ma... More

Introduzione
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Non è un capitolo
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Epilogo

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By Ilenyanna

Il giorno dopo arrivo alla casa editrice con una notevole quantità di caffeina nelle vene. E questo mi rende più nervosa di quanto in realtà io sia. Sono nervosa da ieri pomeriggio, dopo la chiacchierata con Edoardo. Sono stata nervosa tutta la notte, che mi ha conseguentemente portato a dormire solo cinque ore. E sono nervosa ora, davanti all'ufficio che condivido con Matt. So già cosa troverò una volta aperta la porta. E ancora non so come farò ad affrontare questa maledetta situazione. Io sono una brava ragazza, che lascia in pace la gente quando è arrabbiata. Non sono la ragazza che si mette a litigare.

Cosa dovrei fare? Salutarlo? Stare zitta? Salutarlo se mi saluta? Salutarlo anche se non mi saluta?

Respiro profondamente. Marina ha ragione: non mi fa bene lavorare in questo stato.

Apro la porta con un gesto secco e nervoso e lancio un'occhiata alla scrivania di Matt. Vuota. Grazie a dio.

Mi sistemo sulla sedia e inizio a accendere il computer, aspettando che il mio collega si faccia vivo. Due minuti dopo entra, con un diavolo per capello. Non potevo aspettarmi altro.

Non mi rivolge neanche uno sguardo, mentre mi lancia due libri.

_ Leggi i primi capitoli e fammi un commento_ sibila, sedendosi e iniziando a lavorare. Io mi rigiro i libri fra le mani, senza sapere bene cosa fare.

Un figura passa davanti alla nostra porta, fermandosi. Alzo la testa e vedo Edoardo con i due pollici alzati. Come è arrivato, se ne va, facendomi l'occhiolino. Deglutisco. Si comincia.

_ Buongiorno, Matt_ inizio, aprendo il primo testo. Economia aziendale. In inglese. Come odio il mio collega in questo preciso momento. Non solo mi sta rendendo le giornate un inferno, ma si diverte pure assegnandomi il genere che più detesto. In una lingua che non è la mia. Sadico bastardo. La scarica di rabbia mi da la forza necessaria per rispondere a Matt, che mi fissa in cagnesco.

_ Prego?_

_ Ho detto, buongiorno. Sai, è il convenevole più usato in Italia da quando abbiamo iniziato a parlare la nostra lingua. Di solito si usa per gentilezza verso il tuo interlocutore_ dico arrabbiata, fissandolo negli occhi. Accidenti, sono nera!

Le narici del mio collega si allargano. Sembra un toro che sta per venirmi addosso per trafiggermi con le sue affilate corna.

_ Che diavolo ... _ mormora, ma io lo interrompo bruscamente.

_ Quel tipo di gentilezza che non usi con me da ieri. Anzi, che non usi quasi mai. Sai, posso anche sopportare il fatto che tu non mi saluti. Non ti piaccio e me lo faccio andare bene. Quello che non mi faccio andare bene è il fatto che temo la tua reazione se devo chiederti consigli su come devo lavorare! Sono nuova, tu sei quasi il mio insegnante e mi dovresti dire come fare il mio lavoro bene, ma non lo fai e io ho paura di chiedere, perché sei anche una sorta di capo e io non posso dire nulla per non perdere il mio lavoro! E io così non riesco a lavorare!_

E' difficile che io mi arrabbi tanto da urlare. Mi è capitato rarissime volte nella mia breve esistenza e non sono fatti che amo ricordare. In primo luogo, il filtro bocca-cervello si spegne, facendomi dire qualunque cose nel modo peggiore possibile. Secondo, il senso di colpa dopo la sfuriata è talmente intenso da farmi piangere, anche se la ragione è dalla mia parte.

Prima di dire qualcos'altro di cui mi potrei pentire, mi mordo il labbro a sangue. Matt non ha detto una parola ed è rimasto per tutto il discorso con gli occhi spalancati, probabilmente pensando a come uccidermi.

_ Quindi_ concludo, prendendomi fra le dita la radice del naso _ Buongiorno, Matt. Prima di lavorare, vado a prenderci un cappuccino e non un caffè perché tendi a diventare più nervoso del normale. Vado a prenderci un cappuccino per darti il tempo di riflettere sul fatto che non sei stato un bravo insegnate ieri e nelle settimane precedenti e io spero che tu oggi, invece, lo sia_

Senza aggiungere altro di compromettente, esco dall'ufficio e mi chiudo la porta alle spalle. Mi ci appoggio contro, tirando un lungo sospiro e chiudendo gli occhi. Ecco. È finita. Dovrò cercarmi un'altra redazione che mi assumi. Sempre che ce ne siano altre che cerchino ancora, a fine settembre.

_ Va tutto bene?_

Una voce esitante alla mia destra mi raggiunge. Alzo le palpebre e vedo Riccardo con un pacco di fogli in mano venir verso di me lentamente. Come se fossi un animale ferito. Lo sono?

_ Sì ... Più o meno sì_

Mi sorride gentilmente e mi invita, con cenno della testa, a seguirlo.

_ Ti offro questo famoso cappuccino, dai_

Imbarazzata, abbasso la testa, ma lo seguo comunque. Merda.

_ Hai sentito tutto, vero?_ mormoro mogia.

Lui fatica a trattenere una risata.

_ Sì. Non ci sei andata giù pesante, quindi non credo che dovresti preoccuparti più di tanto. Stai tranquilla, Matt avrebbe già cercato di buttarti fuori se davvero ti avesse considerata incapace di fare il tuo lavoro. Solo ... è fatto così_

Fermi davanti alla caffetteria, non ho più scuse per evitare il suo sguardo. Perciò decido di soddisfare la mia curiosità.

_ Si comporta così con tutti?_

_ Mmmh... _ Riccardo posa i fogli su un tavolo e mi invita a sedermi. In teoria, dovrei tornare subito, ma ... la scelta tra Riccardo e Matt è piuttosto facile. Il mio collega ce la farà benissimo senza di me per qualche minuto in più.

_ Direi di sì. Perlomeno, è parecchio scontroso verso tutti i suoi colleghi. Verso i superiori è abbastanza rispettoso, ma è un atteggiamento che si è guadagnato. È davvero bravo in quello che fa e la compagnia non se lo lascerebbe scappare nemmeno per tutta l'insolenza del mondo. Con gli autori ... è un vero principe_

_ Si può dunque affermare che Matt è un camaleonte_ sorrido e Riccardo scoppia a ridere.

_ Sì, decisamente sì. È un paragone corretto_

I nostri cappuccini sono pronti e io digito di nuovo sulla macchinetta per averne un altro per il mio collega.

_ Quindi pensi che non mi farà licenziare?_ gli chiedo, divertita.

_ No, fidati. Adesso che ha scoperto che sai tirare fuori la voce, sarà addirittura gentile_

Sorrido a Riccardo: lui non ci lavora assieme, ma non so perché la sua affermazione mi rassicura. Rimaniamo per qualche minuto in silenzio a guardarci, trattenendo a stento le risate. Poi si raddrizza sulla sedia e assume un tono più formale.

_ Allora ... _ Riccardo prende un bel respiro, come se dovesse confidarmi un omicidio da lui commesso _ Che fai questo week and?_

Ci penso su qualche secondo, ma in realtà non ho programmato nulla.

_ Non so. Pensavo di starmene a casa a leggere e a bighellonare_

Okay, non è un bel programma, ma gli ultimi fine settimana sono stati impegnativi. Avrò anch'io il diritto di annoiarmi un po', no?

_ Sia il sabato che la domenica?_

Mi rigiro la tazza tra le mani. Voglio davvero fare la figura della pigra di fronte a Riccardo?

_ Sabato lavoro. E comunque non so ... Non sono una che programma in anticipo. Sono aperta a tutte le proposte ... e se non ce ne sono, al massimo vado a farmi un giro in centro_

Riccardo annuisce. Sembra strano. Che gli prende?

_ Che ne diresti ... se sei libera, ovviamente ... di cenare con me, sabato?_

Spalanco gli occhi, completamente sbalordita. Cenare ... con lui? È un appuntamento? Non credo... ci conosciamo da appena quattro settimane ... O forse sono solo io che sente il bisogno di aspettare più tempo possibile e quasi un mese è un giusto periodo?

_ Cenare ... dove?_ riesco a chiedere.

_ Non so... in qualche ristorante carino ... _ Riccardo mi osserva. Sembra preoccupato _ Non ne hai voglia?_

_ No!_ esclamo _ Cioè, sì, certo che ne ho voglia... _

Vedo le sue spalle rilassarsi e il suo volto illuminarsi di una splendido sorriso. Per me ... ?

_ Bene. Allora ... sabato sera? O è meglio domenica? _

_ No ... sabato va benissimo_ mormoro confusa. Cosa mi sta chiedendo? È una semplice uscita e mi sto immaginando tutto?

_ Perfetto _ Riccardo sembra il ritratto di un angelo, mentre sorride _ Allora ti passo a prendere. Ti dirò l'ora e il luogo più avanti_

Si alza e, da vero gentiluomo, butta entrambi bicchieri nella spazzatura. Io ancora non mi sono alzata che lui si gira verso di me, mi scocca un sorriso enorme e mi saluta.

Oh, gesù. Che diavolo è appena successo?

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Rientro nell'ufficio ancora confusa, scordandomi completamente dello scontro titanico che mi aspetta. Matt è ancora seduto sulla sua sedia, e mi osserva di sottecchi mentre vado verso la mia scrivania.

_ Quello non è il mio cappuccino?_ dice e questo mi risveglia dal mio torpore. Mi rendo conto di aver posato il bicchiere sul mio tavolo, quando invece avrei dovuto consegnarlo a Matt.

_ Ah ... sì ... _

Vado verso di lui automaticamente e gli poso il bicchiere di fronte. Non oso guardarlo negli occhi, perché l'adrenalina della rabbia è stata spazzata via dalla confusa richiesta di Riccardo. E non so più cosa dirgli. Per fortuna, almeno per una volta, ci pensa lui ad avviare il discorso.

_ Mi sono accorto che i libri che ti avevo dato sono troppo complessi, li ho lasciati al reparto di economia. Te ne ho messi altri sul computer. Leggi i primi capitoli di ognuno di loro e per ciascuno fai una piccola sintesi e un commento sulla grammatica, sul lessico e sul senso in generale. In sostanza, mi devi dir se possono essere pubblicati in lingua italiana. Se lo sono, te li assegnerò per le prossime settimane da tradurre _

Lo osservo a bocca aperta. È il discorso più lungo che io abbia mai sentito uscire dalla bocca di Matt. E senza insulti o frecciatine!

_ Stai tranquilla, so che è un lavoro lungo. Ogni volta che avrai finito un capitolo, lo rivedremo assieme ad una traduttrice_

Solo in quel momento comprendo che Matt sta facendo quello di cui prima gli avevo incolpato la mancanza: il suo lavoro! Mi sta spiegando con precisione quello che devo fare, risultando così un buon maestro. Ed è anche riuscito a rassicurarmi!

Prima che il miracolo finisca, annuisco velocemente e ritorno alla mia scrivania, afferrando il primo libro della pila. Storia inglese. Deve essere piuttosto interessante.

_ Ancora una cosa _ Il tono di Matt mi fa alzare la testa e incrociare involontariamente i suoi occhi, che mi tengono incatenata quando mi dice: _ Scusami, Ilenia_

Oh, cielo...

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Buon pomeriggio! Eccovi il vostro sesto capitolo, che comincia con l'immagine di Edoardo. Divertitevi! 

Dragon ꧁꧂

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