Arianna lasciò che Evelyn le intrecciasse con cura i capelli. Ignorò il lieve tremore che ogni tanto tradiva il nervosismo della sua cameriera personale.
L'osservò attraverso lo specchio, tuttavia la sua espressione, al contrario dell'incertezza dei gesti, non rivelava nessuno dei sentimenti che si accavallavano nel suo animo.
Era tentata di chiederle, in un tono niente affatto amichevole, se necessitasse anche di un'altra notte libera.
Ma non lo fece, resistette alla tentazione di allargare quel vuoto che si faceva di ora in ora più insopportabile.
Eagle l'aveva messa in guardia – o l'aveva minacciata? – dai pericoli a cui l'animo libertino e inaffidabile di Raphael, l'avrebbe esposta.
Aveva fatto di tutto per non pensare a quello che era successo tra di loro.
Era stata solo una debolezza, nient'altro. Solo lo strascico di quello che si erano lasciati dietro, una degna conclusione per quei ricordi che li avevano visti complici a Venezia.
Per convincersi che fosse così, si disse, bastava smetterla di indugiare morbosamente sulla sensazione precisa e voluttuosa di averlo dentro, di sentirlo muovere, ansimare e...
Si alzò di scatto, trovando per l'ennesima volta insopportabile che Raphael non solo facesse con tutte quello che aveva fatto con lei nel bosco, ma che continuasse ad occupare in quella maniera perversa la quasi totalità dei suoi pensieri.
Si rifiutava di pensare che non fosse cambiata, si rifiutava di comportarsi ancora come l'ingenua ragazzina che era stata.
<<Vi serve altro?>> le chiese Evelyn freddamente.
<<No, puoi andare.>>
Quando scese trovò il tavolo della colazione elegantemente apparecchiato, alcuni ospiti avevano già occupato il loro posto, mentre Brummidge si attardava accanto al camino.
Stava parlando con qualcuno che da dov'era non riusciva a scorgere. Fece l'ennesimo, incauto errore di cercare Raphael tra chi era già seduto? Si, lo fece, ma si disse che non era altro se non pura curiosità.
Una volta che ebbe appurato che l'angelo, probabilmente stremato dalle richieste della sua giovane cameriera, della contessa o più verosimilmente di entrambe, non l'aveva ancora degnata della sua presenza, attese con un sorrisetto di circostanza che Brummidge, Eagle e il nuovo arrivato le si facessero incontro.
Sperò scioccamente si trattasse di Queensbury, ma sapeva che era impossibile visto che ancora non gli aveva scritto, quindi si stupì non poco quando intravide i lunghi capelli biondi di Lord Herrick e il suo sorrisetto sfacciato.
Il nuovo arrivato le indirizzò un cenno e la squadrò con curiosità.
<<Cosa ci fate voi qui?>> gli chiese subito Arianna.
Se c'era un particolare tra tutti che caratterizzava il visconte di Roin, questa era la serenità e la tranquillità con cui affrontava qualunque situazione.
Come sempre le parole di Arianna non scomposero affatto la sua persona, che le indirizzò subito un inchino educato ed un caldo sorriso che sembrava esaurirsi, ancora una volta, nell'atteggiarsi beffardo delle labbra.
<<Diciamo che il padrone di casa si è dimostrato molto ospitale.>>
Brummidge le si fece accanto, <<mia cara, spero abbiate riposato bene, >> poi si rivolse a Lord Herrick, <<non dovete ringraziarmi, le nostre famiglie intrattengono da sempre ottimi rapporti e come non vi ho mai fatto mistero, ho sempre coltivato la speranza di poter rinsaldare la nostra amicizia.>>
<<Caro Brummidge, permettetemi di farvi notare che spesso eccedete nella buona fede. Non credete che prima dovremmo accertarci che le amicizie del visconte siano in linea con le nostre? È vero quello che dicono, ossia che a Londra ospitate quel seduttore di Raphael Deshawn?>>
Eagle parlò con la solita noncuranza, mentre era Arianna che guardava eloquentemente.
Brummidge fece un colpo di tosse, un modo come un altro per spezzare la tensione.
<<Conoscete anche voi il precettore delle signorine Middlethorpe? Com'è piccolo il mondo!>>
Lord Herrick rispose in modo insolitamente serio. <<Conosco Raphael da molto tempo, e posso senza dubbio affermare che la sua reputazione non gli rende giustizia. I gentiluomini non dovrebbero basare i loro giudizi sui pettegolezzi, dovrebbero basarli sui fatti.>>
<<Adesso siete voi che fate un torto a me! Credete forse che la mia opinione sul vostro caro amico sia basata su inconsistenti chiacchiere? Semmai è basata sull'osservazione del suo comportamento tra queste quattro mura.>>
<<Non vorrete davvero mettere a disagio il nuovo arrivato prima ancora che egli abbia potuto mettere qualcosa sotto ai denti! Aspettate almeno che faccia colazione.>>
E così dicendo Brummidge li guidò in direzione del tavolo, le fece segno di accomodarsi accanto a lui come se fosse la cosa più naturale del mondo, come avevano fatto sempre dall'inizio della loro amicizia.
Arianna era alla sua sinistra, Eagle alla sua destra e il visconte si sedette accanto a lei.
Lord Herrick le parve piuttosto pensieroso, prese il fazzoletto bianco, lo srotolò e con gesti misurati se lo mise sulle gambe.
<<Su cosa sono basate le vostre congetture?>> domandò con finta noncuranza a Eagle, non avendo, a quanto pareva, alcuna intenzione di approfittare della tregua che Brummidge gli aveva concesso.
Evelyn stava servendo il tè. Arianna sapeva che di solito Eagle la mattina preferiva il succo d'arancia, tuttavia fece segno a Evelyn di riempirgli la tazza.
<<Trovo piuttosto curioso che il vostro amico non vi abbia messo a conoscenza di una notizia così insolita. Sembra che la contessa di Middlethorpe, che si fa un vanto di aver rifiutato almeno tre tra i migliori partiti dell'Inghilterra, adesso sia d'un tratto persuasa che la bellezza possa sostituire rendita e titoli. È assolutamente intenzionata a far contrarre un matrimonio vergognoso almeno ad una delle sue bambine. E indovinate un po' chi sarà il fortunato?>>
Arianna abbassò gli occhi e tentò di concentrarsi su nient'altro se non sul ritmo del proprio respiro.
Evelyn rovesciò parte del tè sulla tovaglia. Eagle non la rimproverò, anzi, probabilmente si augurava che tutti notassero la reazione della cameriera alla notizia.
Il visconte aggrottò le sopracciglia, si pulì la bocca e si rivolse a Brummidge, che aveva occhi solo per lei e aveva fatto scivolare una mano sotto alla tovaglia, agguantando la sua.
<<Quello che il vostro amico dice è impossibile. Si tratta di nient'altro che di una calunnia ai danni del mio, di amico. Sarei già stato informato di una simile evenienza se fosse più attendibile di una chiacchiera da salotto.>>
<<Credo che sarà egli stesso a fugare ogni nostro dubbio.>> Proferì Brummidge, esibendo ancora quell'insolito buonumore.
Arianna sentì che stringeva ancora di più la sua mano, era un gesto familiare, lo faceva sempre prima del suo fidanzamento con la marchesa, eppure il contatto la infastidì.
Si guardò intorno. Dov'era finita? Non era mai arrivata in ritardo alla colazione, non era il tipo.
Invece della marchesa vide Raphael Deshawn, elegantissimo nel suo farsetto grigio perla, coi capelli legati e gli occhi blu inespressivi. Accanto a lui c'era una delle due signorine e la contessa, mentre l'altra si teneva leggermente dietro di loro.
Raphael aspettò che le signore si furono accomodate, poi si avvicinò.
La ignorò di nuovo, completamente. Non sembrava per niente geloso del fatto che Brummidge le sedesse accanto, che le loro mani fossero nascoste dalla preziosa tovaglia piena di pizzi.
<<Che diavolo ci fate voi qui?>> disse invece a Lord Herrick.
Eagle sorrise, <<avete detto che siete amici?>>
Il visconte si alzò e gli andò incontro. Gli disse qualcosa che Arianna non riuscì a distinguere ma che provocò un guizzo in quel blu assolutamente spento.
Raphael si mise seduto accanto al visconte, vicinissimo ad Arianna.
Impossibile non notare come la contessa lo mangiasse con gli occhi, come non facesse altro che indirizzargli occhiate e sorrisi.
Evelyn lo servì immediatamente. Vedeva che la sua cameriera era curiosa, che se fosse stata nella posizione avrebbe lei stessa fatto quella domanda che esplose, tra di loro, provocando più di un sussulto.
<<Volete dirlo voi, Raphael, che non siete prossimo alle nozze con una delle graziose signorine sedute laggiù?>> lo incalzò lord Herrick.
Raphael storse la bocca, strappò un morso del toast.
<<Non credete anche voi, mia cara, che si stia facendo moltissimo rumore per nulla? A chi interessa chi sposerà quel cortigiano?>> le sussurrò Brummidge all'orecchio.
<<Allora?>>
<<Non capisco perché dovrei rendere pubbliche le mie intenzioni.>>
<<Perché così facendo porgete il fianco ad ogni tipo di congettura.>> Spiegò pazientemente lord Herrick.
<<Davvero?>> chiese Raphael, che sembrava niente affatto interessato all'argomento.
<<Lo sapete benissimo, vi siete prestato già ad un simile gioco anni fa. Con Luisa e Lavinia, e sapete quanto me che non ne verrà fuori niente di buono. Devo davvero credere che vi siate fidanzato?>> c'era, nella voce del visconte, qualcosa che Arianna non riusciva a distinguere bene, una sorta di preghiera, mischiata ad un avvertimento.
<<Se anche fosse, a chi dovrei renderne conto?>>
Eagle rise. Lord Herrick scrutò preoccupato Arianna che, avendo la mano completamente occupata da quella di Brummidge si limitava a guardare la tazza fumante che aveva di fronte.
<<Ve l'avevo detto che non erano pettegolezzi.>> Sottolineò Eagle.
<<E voi Arianna? Come state? Vi siete ripresa dalla folle cavalcata?>>
Sentì che Brummidge si irrigidiva al suo fianco, mentre Raphael imburrava un toast come se non le avesse appena rivolto quel tono sprezzante.
<<Si, sto molto meglio, grazie a voi.>>
<<Grazie a me.>> Le fece eco Raphael facendo una specie di verso incredulo, mentre lasciava cadere il toast nel piatto, come se quel pane soffice e caldo potesse averlo contrariato.
<<Herrick, amico mio, perché non chiedete al caro Eagle che fine ha fatto la fidanzata del padrone di casa?>>
<<Di cosa state parlando?>>
Eagle rise di nuovo. <<Chiedetelo al diretto interessato, che cosa c'entro io se il mio amico ha dovuto spezzare il cuore della marchesa per contrarre un matrimonio basato sull'amore anziché sul prestigio? Trovo che questo gli faccia molto onore, al contrario di quello che fate voi, che invece vi comportare con tale sprezzo delle convenzioni e vi approfittare del vostro fascino per ottenere quello che non vi spetta.>>
<<Non vi permetto di nuovo di offendere il mio amico!>> lo mise in guardia il visconte.
<<Eagle, smettetela di creare tanto scompiglio!>> disse Brummidge gioviale, spezzando di nuovo la tensione. <<Volevo essere il primo a dirlo ad Arianna, ma diavolo, avete fatto un tale baccano che mi obbligherete a fare la figura del damerino sdolcinato.>>
Brummidge si voltò nella sua direzione, <<mia cara, >> iniziò, mentre Arianna pensava che avrebbe volentieri schiaffeggiato Raphael, <<ho rotto il fidanzamento con la marchesa perché mi sono accorto che i miei sentimenti nei vostri confronti non solo non sono mai cambiati, ma che mi scopro di minuto in minuto più innamorato di voi.>>
Arianna si sottrasse al suo tocco, non sapeva dove guardare. Perché diavolo la stava mettendo così in imbarazzo?
Afferró la tazza, ma era bollente e tremolò tra le sue dita.
<<Cosa vi aspettate che vi dica?>> gli domandò Arianna dopo un silenzio spezzato solo dal baccano che faceva Raphael con le stoviglie. Era un caso che continuasse a far cozzare acciaio e porcellana come se fossero nemici giurati?
<<Se lo domandate a Eagle, sono sicuro che vi suggerirà una degna risposta.>> Proruppe Raphael infine.
<<Cosa diavolo state blaterando?>> lo incalzò Eagle.
<<Non è una vostra idea questa sceneggiata? Arianna non sposerà mai il vostro amico...Arianna...>>
<<Arianna cosa? In quale misura il destino di Arianna vi riguarda?>> chiese Brummidge inarcando un sopracciglio.
<<Brummidge ha ragione, in che modo il mio destino vi riguarda?>> gli chiese Arianna con un tono gelido.
<<Se lo sposate, sposerete anche Eagle, è questo che desiderate, un matrimonio a tre?>>
<<Proprio voi mi mettete in guardia dalle relazioni dubbie? Con quale faccia...>>
<<Raphael...>> lo ammonì lord Herrick.
<<Non vi hanno insegnato che non conviene inimicarsi il padrone?>> gli domandò Eagle con un sorrisetto.
Arianna non tollerava più la tensione. Se ne sarebbe andata, avrebbe fatto i bagagli, sarebbe tornata a Londra e avrebbe licenziato Evelyn.
Le rivolte che c'erano laggiù non potevano davvero essere peggio di quello che stava accadendo durante quel soggiorno. Le mancava Carmela, le mancava la tranquillità che aveva conquistato con tanta fatica e che di nuovo Raphael voleva strapparle via.
All'inizio pensò di dirigersi in camera, ma il rischio era che Evelyn o qualcun altro l'avrebbe presto raggiunta, così attraversò le cucine e uscì dalla porta secondaria. Si trovò immediatamente nel frutteto, poggiò la schiena addosso al tronco di un albero di mele, e visto che non poteva urlare, si lasciò infine cadere per terra e chiuse gli occhi.
Subito dopo avvertì la porta che veniva sbattuta con furia.
Riconobbe il suo odore e il suo tocco, Raphael la prese per le braccia, la tirò su con malagrazia.
<<Non sposarlo.>> Le disse, mentre lei teneva ancora gli occhi chiusi e scuoteva la testa.