IL PRECETTORE

By NoraFerraris

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Venezia del 1639. Il giovane Raphael Deshawn si trova col suo amico Duccio Vivanti nella villa dei Fo... More

Mappe
1.Boredom
2. Astrea
3.Old Lagoon
4. Poor Pheasant
5. Ofelia's Drame
6. Amleto's Distraction
7. Cart Birch
8. Another Man's Face
9. Antidote
10. The Glass Beaker
11. Shade of Blue
12. Angel's Fall
13. Revulsion
14. Unlucky Star
15. The Sadistic Lesson
16. Cloud of Flies
17. Green-Eyed Monster
18. Before the Stain Widens
19. The Queen is Dead
20. Little Flower
21. The Shadows
22. Homini Novi
23. Gentle Sin
24. Mother and Daughter
25.Ruby Red Blood
26. The Tempest
27. Rumors
28. Requirement
Spazio autrice - Che fine ho fatto?
29. Checkers
30. The Jew's footsteps
31. Black and White
32. Glass Butterfly
33. Silky Fan
34. Angelo's Hearth
35. Serpent's Tongue
36. Stake Down
37. Wild-goose chase
38. Halcyon Days
Non è un capitolo ma UN GRAZIE!
39. If this be known
40. In Lethe Steep
41. Gorgon
42. Like the courser's hair
43. Bring down the devil
44. Take all!
45. The Owl and Hawk
46. Canker Blooms
47. To Catch the Hip
48. Andromeda's Voice
49. Dust in the Sun
50. The Cavalry
51. Guilty Mind
52. The grace of God
53. The Devil's Prophecy
PARTE II e... Sorpresina!
1.Penalty of Adam
2. That Chatter
3. Soap Bubble
4. Echo
5. Anemone
6. The Threat of Adone
7. The Whistle of the Wind
8. Triumph
9. Hold your Breath
10. Red Crescent
11. Maybe
PREORDER AMAZON!
12. Invisible Fox
14 . Feigned Indifference
Quasi BUON SAN VALENTINO!
15. Give the cue
16. Muse of Fire
17. The Gordian knot
18. Damaged
19. A Groung for Blame
20. Hollowness
21. Shelter
22. Lead
23. Minuet
24. Intention
25. The Truth
A proposito dei nuovi capitoli
26. The Sound of Silence
27. Saint Sebastian

13. The Huntsman

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By NoraFerraris

Brummidge quella mattina si sentiva particolarmente bene. Si trovava in un periodo della sua vita che reputava decisamente stimolante. Da che ne aveva ricordo il suo peggior nemico infatti, era l'insoddisfazione cronica. Aveva da sempre potuto contare su un'esistenza piuttosto agiata e non aveva mai dovuto combattere per affermare alcunché. Ma per contro a chi l'avesse superficialmente additato come fortunato, avrebbe trovato più di un'argomentazione convincente per sostenere la tesi, banale ma veritiera, che quello che la vita gli aveva concesso non corrispondeva affatto, e nemmeno si avvicinava per niente, al raggiungimento della felicità.

Nella sua esistenza aveva conosciuto molti tipi di noia ma praticamente alcun tipo di felicità.

Eppure non era certo un uomo che non fosse in grado di godere dei piaceri mondani o della bellezza materiale degli oggetti che possedeva. Anzi, si riteneva senza dubbio un grande estimatore e un intenditore di entrambe le discipline.

L'unico problema era che non appena l'acquisto veniva finalizzato, o il godimento appagato, a Brummidge restava una sorta di malinconica insoddisfazione che il pover'uomo, anche dopo anni di esercizio, non era assolutamente in grado di fronteggiare.

Viveva costantemente in un grigio languore che s'attenuava solo per il tempo di miseri e brevi lampi di luce, attraverso cui, riusciva ad intravedere squarci di luminosa gioia sopraffina. E questo, almeno a suo dire, lo rendeva l'uomo più miserevole tra tutti, perché riusciva solo a scorgere e mai ad afferrare quello che invece sembrava essere alla mercé anche del più misero portantino.

Per contro quella mattina era però insolitamente felice e non lo era solo perché Arianna rappresentava per lui tutto ciò che di stimolante c'era al mondo, e perché continuava a sfuggirgli e tuttavia era lì, sempre presente proprio come quel soddisfacimento che inseguiva con la stessa smania di un cercatore d'oro.

No, era per la caccia. Brummidge che non adorava mai niente fino in fondo, che era il più grande sovversivo delle proprie passioni e ci trovava un gusto quasi diabolico nel distruggere tutto quello che fino a cinque minuti prima giurava di amare alla follia, adorava semplicemente, senza alcun artifizio, l'essenza di quella antica lotta.

E non era solo il potere violento di affermare la propria supremazia su un altro essere vivente, non era il piacere della caccia a farlo fremere, era l'incertezza dell'esito che lo mandava in solluchero.

Erano partiti tutti insieme dalla sua magione, aveva aiutato lui stesso Arianna a salire sopra la placida cavalla che le aveva destinato. L'aveva trovata particolarmente pensierosa e distante ma aveva scelto di non farci caso, non voleva certo farsi rovinare uno dei pochi divertimenti che gli erano rimasti. L'unica cosa a cui aveva scelto di conferire una certa attenzione era il tempo. Grossi nuvoloni grigi era si stavano addensando rapidi e inclementi, e somigliavano ai cani da caccia che aveva liberato e già facevano impennare qualche cavallo.

Tuttavia Brummidge non era uno sciocco e aveva notato quanto quel maestro da quattro soldi che la contessa si era portata appresso, sembrasse affascinato dalla sua pupilla.

Anche in quel momento ad esempio aveva affiancato il suo cavallo a quello di Arianna e sembrava sul punto di farle una scenata.

La stessa identica cosa si ripeteva continuamente dalla maledetta cena a cui lo aveva invitato con l'intento di smascherare i pruriti di quella puritana della contessa.

Brummidge salì a sua volta e speronando il cavallo, costrinse Artù, il suo mezzosangue, ad affiancarsi alla specie di pony che aveva assegnato al precettore.

Vide che il maestro si era interamente piegato in direzione di Arianna, <<Non mi vuoi proprio rispondere? Sei più ostinata di un mulo! Allora?>>

Da quando dava ad Arianna del tu e soprattutto da quando le si rivolgeva con quei modi da bifolco?

Sentì il sangue che scorreva più veloce, lo sapeva da cosa dipendeva quella sensazione. Era la voglia di riaffermare il possesso di un oggetto che gli sfuggiva dalle mani.

Cercò la sua fidanzata e la trovò stretta tra un'irritata contessa e un pensieroso Eagle.

Brummidge invece si affiancò al lato opposto rispetto a Raphael, dando requie ad Artù e obbligandolo al trotto dopo lo scatto a cui l'aveva costretto poco prima.

Osservò Raphael Deshawn che si rimetteva dritto sul cavallo e anziché salutarlo come la buona educazione avrebbe suggerito, guardava ostinatamente davanti a sé.

<<Buongiorno Arianna, >> le disse Brummidge.

<<Brummidge, >> disse Arianna con un sospiro, spiò Raphael e si girò di nuovo verso di lui.

<<Vi dona questa treccia, >> le disse sia perché era vero, ma più che altro per riempire quel silenzio che era calato insieme alla nebbiolina fitta.

Raphael a quel punto fece una specie di verso stizzoso che parve causato dal cavallino che l'aveva lasciato indietro e non si decideva a seguirli, anche se a Brummidge venne il ragionevole dubbio che invece dipendesse unicamente dal complimento che aveva rivolto ad Arianna.

<<Non credevo che lo avrei mai detto, ma rimpiango il vecchio Queensbury, >> disse pensieroso, <<almeno combattevamo ad armi pari. Invece quel precettore vi riserva dei modi che non mi vanno affatto a genio.>>

<<Tra poco ci pioverà in testa, >> si limitò ad osservare Arianna facendo un cenno verso il cielo. Non si sbagliava, qualche goccia d'acqua iniziava già a colpirli. Avrebbe dovuto dare l'ordine di rientrare ma non ci pensava proprio a rinunciare a quel divertimento che aveva atteso con tanta ansia.

<<A proposito di Queensbury, pensavo, se non vi dispiace, di invitarlo qui da noi. Ho sentito dire da Eagle che la situazione a Londra è sempre più invivibile e temo per la sua incolumità.>>

Brummidge si adombrò appena, << questo significa che non andrete via domani?>>

<<No, se soddisfate questo piccolo capriccio resterò qui.>>

<<E sia, >> disse Brummidge mentre si avvicinavano al limitare del bosco, <<purché non vi venga in mente di aggiungere anche Colton alla lista degli spasimanti che sentite il bisogno di avere accanto a voi. Persino la mia pazienza ha un limite, anche se non lo dimostro coi modi sprezzanti di quel maestro.>>

<<Che intendete dire?>>

<<Non vi toglie gli occhi di dosso, anche adesso vi sta guardando come se volesse uccidervi. Che cos'è che mi sfugge? So che ha vissuto lungamente a Venezia, me lo ha detto quella vecchia arpia della contessa. Questo significa che vi conoscete già?>>

Arianna annuì, <<si, ma siete in errore se pensate che Raphael nutra per me un interesse romantico. >>

<< Questo lo supponete perché sta tentando, in maniera molto poco convincente, di farvi credere che stia corteggiando la vostra sguattera?>> Brummidge alzò un sopracciglio e si voltò all'indietro.

Arianna fece lo stesso. Poco dietro di lei Raphael Deshawn stava aiutando Evelyn a salire in sella. Intercettò subito dopo lo sguardo parimenti astioso della contessa e quello interrogativo di Eagle.

Raphael quella mattina l'aveva dapprima completamente ignorata, quindi come una furia era salito sul suo cavallo ed era sparito tra la nebbia fitta, salvo ricomparire dopo appena dieci minuti per farle una sfuriata senza senso.

L'aveva accusata di essere una bugiarda, di essere senza cuore come sua madre e di prendersi gioco di lui quando gli aveva assicurato che Brummidge non era stato in camera sua quella mattina.

Tuttavia a farlo arrabbiare tanto non era stato il fatto che lei continuasse a negare, era stato quando Arianna lo aveva informato con freddezza che se in futuro avesse voluto accogliere Brummidge nella sua camera da letto, sarebbero stati unicamente affari suoi. A quel punto Arianna non aveva resistito e gli aveva domandato che intenzioni avesse con Evelyn e lui le aveva risposto che nemmeno quelli erano affari suoi.

Infine le aveva sfiorato la treccia in modo casuale, salvo poi allontanare subito le mani come se si fosse pentito del suo gesto impulsivo.

E adesso abbracciava Evelyn sulla sella del cavallo, con un'espressione odiosamente compiaciuta. L'aveva fatta sedere davanti a lui. Arianna avrebbe voluto tanto dominare la rabbia ma non ci riuscì affatto.

Brummidge la informò che la battuta di caccia sarebbe iniziata subito perché rischiavano di doverla interrompere prima di aver catturato qualcosa.

Arianna annuì distrattamente, era così scomodo cavalcare con una mano sola, le dava la fastidiosa impressione che fosse la cavalla a decidere la direzione e non lei.

Quando Brummidge sparò il primo colpo per informare i presenti che la caccia era iniziata, l'immagine di Raphael che stringeva a sé Evelyn la nauseò al punto che decise di approfittare della concitazione per allontanarsi un po'e riprendere il controllo di sé.

Era la stessa cosa che aveva fatto anche prima notte di Carnevale di qualche anno prima, e come allora, ebbe la certezza che l'esperienza non l'avesse affatto resa più saggia.

Diede il segnale alla cavalla di lanciarsi al galoppo mentre i cani si dirigevano invece all'inseguimento delle povere volpi. La cavalla all'inizio le diede retta e andó verso il bosco ad una velocità moderata. All'interno della boscaglia la nebbia però, anziché farsi più rada come Arianna aveva sperato, era semmai ancora più fitta e insidiosa. Trasmise alla cavalla l'ordine di rallentare, era preoccupata perché gli alberi erano così vicini che temeva seriamente che il vecchio animale, per colpa della poca visibilità, non li avrebbe schivati. La cavalla all'inizio non le diede retta e forse spaventata dagli spari che si udivano in lontananza, sembrava decisa a voler mettere quanta più distanza possibile tra sé e la radura che si erano lasciate alle spalle.

Raphael Deshawn si avvicinò ad Evelyn, <<hai un buon profumo.>> Era la prima cosa che gli era venuta in mente e curiosamente non era affatto una bugia. Spostò di lato i capelli della cameriera e le diede un leggero bacio sul collo che la fece fremere. Sicuramente la contessa lo stava guardando e altrettanto sicuramente a lui non gliene importava nulla.

<<Possiamo andare lontano da qui, se volete, >> gli suggerì timidamente Evelyn.

Si sentiva così male quella mattina che avrebbe fatto qualunque cosa per allontanare quel marasma che sentiva dentro, anche una cosa sciocca come perdere tempo a corteggiare quella ragazzetta per cui non provava niente.

Gli sarebbe venuto da ridere se ci avesse ragionato su, se non altro per l'assurdità della faccenda. Si costringeva a sedurre una ragazza che non gli piaceva per dimenticare quella che invece gli aveva spezzato il cuore.

Non poteva credere che Arianna avesse negato, non poteva credere che volesse tenere quel Brummidge tutto per sé, come se fosse un segreto da tutelare.

Quando la caccia iniziò, Raphael pensò seriamente di accettare la proposta di Evelyn, portarla con sé in un angolo nascosto e prendersi qualche libertà. Non ne aveva alcuna voglia, ma confidava che gli sarebbe venuta.

Quando però vide che Brummidge si guardava intorno con preoccupazione, e quando notò che si dirigeva nella parte opposta a quella in cui si era diretta la muta di cani da caccia, non ebbe la minima esitazione.

Della caccia alla volpe non gli importava niente, ma se la preda era Arianna Foscari non avrebbe assolutamente permesso che quell'uomo senza cervello l'avesse raggiunta al posto suo.

<<Scendi subito!>> Disse a Evelyn con una maleducazione che era esagerata persino per lui. Rapidamente come l'aveva fatta salire la fece scendere, rischiando quasi di farla cadere per la fretta che aveva di allontanarsi.

Evelyn gli lanciò uno sguardo stizzoso e sistemò il vestito sgualcito con un gesto nervoso ma Raphael non se ne curò affatto.

Sperò che il destino fosse più clemente con lui di quanto lo erano stati gli ultimi avvenimenti recenti, e che l'avrebbe favorito quando si diresse in una stradina che portava verso il bosco.

Il pensiero che potesse essersi fatta del male era così insopportabile che semplicemente accantonò la possibilità e quando finalmente scorse una figura seduta su una roccia, tra la nebbia, e intravide la sua treccia rossa fece prima un sospiro di sollievo e poi scese rapidamente dal cavallo per dirigersi minacciosamente verso di lei.

Gli unici rumori che si sentivano erano quelli del boschetto in cui si trovavano, ossia il verso di qualche animale e i legnetti che Raphael stava calpestando.

Arianna Foscari alzò lo sguardo. Raphael avrebbe voluto vedere il sollievo in quegli occhi marroni, avrebbe voluto vedere la felicità che lui l'avesse raggiunta per prima.

Ma Arianna si limitò a fare una smorfia, <<che ci fai tu qui?>>

<<Un grazie non sarebbe poi così male, sono venuto a cercarti. Dov'è il cavallo?>>

Arianna alzò le spalle, <<appena sono scesa è scappata chissà dove.>>

<<Non l'hai legato?>>

<<È un po' difficile con una mano sola, non credi?>>

<<E anche usare il cervello è difficile con una mano sola?>>

<<A quanto pare trovi più divertente offendere me piuttosto che illudere la mia cameriera. Hai intenzione di crearti una reputazione anche qui a Londra? Senti la mancanza delle tue imprese da seduttore?>>

<<Che diavolo ti è successo in questi due anni? Dove hai tirato fuori una lingua così pungente e questo insolente modo di fare? Non eri così prima, eri talmente timida da arrossire ogni volta che ti parlavo, eri così...?

<<Così ingenua! Dillo pure Raphael, è solo una parola!>>

<<Piantala Arianna!>>

<<Di fare cosa? Sei tu che mi sei venuto dietro, sei tu che mi tormenti! Perché sei qui? >>

Raphael si passò una mano tra i capelli. Era così scarmigliata, talmente oscena con quel corpetto strettissimo, le scarpine infangate e quell'espressione infantile ma volitiva, che dovette fare un profondo respiro e cercare di ricordarsi che non era lì per fare tutte le cose perverse che gli stavano velocemente scorrendo nella testa.

<<Ti ho seguita perché ero preoccupato per te.>>

<<Non mi dire, l'angelo ha abbandonato le sue conquiste solo per correre a salvare la povera storpia. Vedo che in tanti anni tra di noi non è cambiato niente!>>

Raphael non voleva avvicinarsi, sapeva che era sbagliato ma aveva bisogno che lei, anziché guardare il muschio e le erbacce bagnate che stava strappando con la mano sana, guardasse lui. Si inginocchiò di fronte ad Arianna e le sollevò il viso, Arianna oppose resistenza e lui lasciò stare, limitandosi a starle vicino e facendo ricadere la mano. Prese anche lui a strappare le erbacce e a tormentare il muschio umido e fangoso.

<< Che vuoi dire? Pensi che tutto quello che ho fatto finora io l'abbia fatto per pietà?>>

<<No, non tutto quanto, andare a letto con Evelyn e con la contessa, ovviamente, lo hai fatto solo per lussuria. Ma questo, il modo odioso in cui mi guardi...>>

Raphael non si era mai sentito tanto combattuto. Da un lato si accorgeva che avrebbe dovuto una volta per tutte fugare gli assurdi dubbi di Arianna e dirle le cose come stavano.

Ma come stavano le cose? Avrebbe dovuto confessarle semplicemente che non capiva come mai ma l'idea che Brummidge o chiunque altro entrasse nella sua camera o nel suo cuore lo faceva impazzire?

Che non riusciva a starle lontano? Che lo dilaniava il fatto che lei apparisse così diversa, così donna, così sicura di sé, e che anche se era più bella che mai si sentiva tradito da quel cambiamento come se la sua Arianna non esistesse più?

O avrebbe dovuto dirle che la pietà non era esattamente la prima cosa che gli veniva in mente quando guardava le sue labbra piccole e così tonde, e quando il corpetto lasciava intravedere quel seno candido, che sembrava più bianco che mai nella semioscurità del boschetto?

Sospirò, <<non sono andato a letto con Evelyn.>> Disse solo.

<<Oh, certo, perché la rispetti abbastanza da aspettare che sia pronta! E la contessa invece?>>

Raphael sospirò contrariato, <<non sono stato a letto nemmeno con lei.>>

Non gli sembrava il caso di raccontare ad Arianna del modo in cui aveva usato la contessa e poi l'aveva congedata. Di fatto, in ogni caso, non c'era andato a letto, né le aveva dato alcun piacere.

<<È la verità?>> Gli chiese Arianna con un filo di voce mentre continuava a tenere la testa bassa, <<ad ogni modo non mi interessa, né mi riguarda quello che fai con le tue amanti. Hai appurato che sto bene e puoi anche tornartene da dove sei venuto.>>

<<Non fare la sciocca! Sei così maledettamente cocciuta!>>

<<Posso tornare indietro da sola, non ho bisogno del tuo aiuto.>> Insistette Arianna.

Raphael si incupì, perché non lo voleva lì? Come faceva Arianna a non sentire quel filo teso tra di loro? Non sentiva quanto faceva male la distanza quando erano lontani?

<<Arianna...>>

<<Vattene!>>

<<Aspetta, desideravi che fosse Brummidge a trovarti? Lo hai fatto apposta? Volevi... non ci possono credere!>> Raphael si alzò, era infuriato, non poteva credere che l'avesse fatto apposta per incontrare Brummidge.

Era proprio uno stupido illuso.

Ponderò davvero la possibilità di abbandonarla lì, non era distante e avrebbe detto agli altri dove si trovava.

Prima però si disse che l'avrebbe di mandarla al diavolo, poi decise di non dire niente e andarsene cosi, e stava per farlo sul serio, almeno finché non sentì una specie di singulto.

Stava piangendo?

<<Stai piangendo?>>

<<Vattene ho detto!>> Si, stava piangendo senza dubbio, la voce era incrinata.

Raphael si avvicinò di nuovo a lei, quell'odore di rose l'avrebbe mandato all'inferno, avrebbe perso la testa, non era capace di controllarsi quando le era accanto.

Ma non poteva nemmeno lasciarla piangere, <<Arianna, >> le sussurrò col viso vicino al suo, <<perché piangi?>>

<<Perché ti odio Raphael Deshawn, ti odio con tutto il cuore, accidenti a te!>>

Raphael le sollevò di nuovo il viso con la mano. Stavolta lei non oppose alcuna resistenza. Era così bella e così vulnerabile.

<<Perché mi hai baciata l'altro giorno?>>

Raphael le indirizzò un sorrisetto malizioso, <<perché ne avevo voglia, perché mi piace baciarti.>>

<<Come ti piace baciare tutte le altre donne?>>

Raphael rise. Arianna aggrottò le sopracciglia mentre le lacrime continuavano a rigarle le guance.

<<Ti prendi gioco di me?>>

<<Affatto. Risponderò alla tua domanda seriamente, >> disse Raphael con un tono dolce che forse, si disse con sgomento, non aveva mai usato con nessuna.

<<Mi piace baciarti un po' più delle altre, considerando che come ti ho già detto in passato ne ho baciate pochissime, anche se ne ho portate a letto un numero considerevole.>>

Arianna scosse la testa e si asciugò le lacrime con la mano, visto che Raphael ancora le teneva fermo il viso le loro dita si sfiorarono.

<<Sei proprio uno sbruffone, Raphael Deshawn.>> Raphael rise di nuovo.

<<E tu sei proprio bellissima, Arianna Foscari.>> Arianna fece una specie di risolino che assomigliava ad un singhiozzo.

<<Sei anche bugiardo, oltre che sbruffone.>>

Dio, come gli era mancata. Come aveva fatto a stare due interi anni senza di lei? Fosse dipeso da lui si disse che sarebbe rimasto lì per sempre.

<<Non ti ho mai mentito.>>

Arianna si oscurò. Forse aveva pensato che non le avesse mentito nemmeno quando gli aveva chiesto se la amava.

L'amore, ne era certo, non c'entrava nulla con quella smania che sentiva. Non voleva illuderla, non voleva ferirla più di quanto meritasse o di quanto avesse già fatto.

Disse l'unica cosa onesta che gli venne in mente, <<non è vero che provo pietà per te, Arianna, ti assicuro che in questo momento non provo affatto pietà, decisamente la pietà non è nemmeno l'ultima delle cose che provo.>>

Stettero un attimo in silenzio mentre le loro dita sembravano impazzite e si accarezzavano e si cercavano tra il muschio e l'erba.

<<Hai lasciato che Brummidge ti baciasse?>> Le domandò poi in un soffio.

Arianna lo guardò in maniera piuttosto eloquente, fece un leggero cenno d'assenso che gli fece venire voglia di nuovo di abbandonarla lì.

<<Perché?>> Chiese terribilmente deluso, non gli era riuscito di nascondere quello che provava.

<<Perché sono una donna libera.>>

Raphael sospirò, si sentiva una donna libera? Lui invece si sentiva un uomo condannato all'inferno e assicurato ad Arianna con una catena spessa e più resistente dell'acciaio con cui Duccio l'aveva legato in quei terribili giorni.

Decise che non avrebbe litigato con lei per quel maledetto bacio, decise che avrebbe fatto di meglio.

Avvicinò le labbra a quelle di Arianna. Tremava, accidenti, Raphael Deshawn tremava come un adolescente imbranato.

Arianna non si mosse, allora lui lo prese per un sì. Quando sentì il suo sapore, quando le loro lingue si incontrarono, Raphael iniziò ad ansimare come la bestia che era. In pochissimo tempo le fu sopra, senza che se ne accorgesse le mani slacciarono febbrilmente i lacci che tenevano il suo seno in trappola.

Quando finalmente il seno fu libero si fiondò sui capezzoli chiari senza il minimo barlume di lucidità.

Le mani, la lingua, la sua bocca sembravano creature affamate e indipendenti.
Aveva avuto mille donne e non si era mai sentito sul punto di perdersi completamente, non gli era mai successo nemmeno con Isabella di sentirsi così.

Era talmente oscuro il desiderio che provava che ne ebbe paura.
Fu certo che continuasse a chiederle di fermarlo, fu certo che fosse esattamente quello che ripeté disperatamente mentre le sollevava la gonna.
Fu altrettanto certo che Arianna non solo non lo fermò ma che l'unica cosa che uscì dalla sua bella bocca, che Raphael continuava a baciare voracemente, fossero solo versi, mugolii e sospiri talmente erotici che sarebbero bastati anche solo quelli a procurargli un orgasmo. Vide che la mano buona di Arianna artigliava convulsamente il muschio mentre lui si spingeva dentro di lei. Raphael prese quella mano e se la portò sul collo. Sentì la consistenza friabile della terra che rotolava all'interno della camiciola e Arianna che invece s'insinuava dentro ogni fibra del suo essere.

<<Stai con me, >> le disse guardandola negli occhi, <<resta con me.>>

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