UN AMORE PROIBITO Cuori Spezz...

Par _StarFreedom_

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Damon Sanders, due occhi magnetici e letali che sanno scavarti l'anima, un corpo marchiato, dove i tatuaggi a... Plus

NEWS
PROLOGO
Capitolo 1 Damon
Capitolo 2 Damon
Capitolo 3 Allyson
Capitolo 4 Damon
Capitolo 5 Allyson
Capitolo 6 Damon
Capitolo 7 Allyson
Capitolo 8 Damon
Capitolo 9 Allyson
Capitolo 10 Damon
Capitolo 11 Allyson
Capitolo 12 Damon
Capitolo 13 Allyson
Capitolo 14 Damon
Capitolo 15 Allyson
Capitolo 16 Damon
Capitolo 17 Allyson
Capitolo 18 Damon
Capitolo 19 Allyson
Capitolo 20 Damon
Capitolo 21 Allyson
Capitolo 22 Damon
Capitolo 24 Damon
Capitolo 25 Allyson.
Capitolo 26 Damon
Capitolo 27 Damon
Capitolo 28 Allyson
Capitolo 29 Damon
Capitolo 30 Allyson
Capitolo 31 Damon
Capitolo 32 Allyson
Capitolo 33 Damon
Capitolo 34 Allyson
Capitolo 35 Damon
Capitolo 36 Damon
Capitolo 37 Allyson
Capitolo 38 Allyson
Capitolo 39 Damon
Capitolo 40 Damon
Capitolo 41 Damon
Capitolo 42 Allyson
Capitolo 43 Allyson
CAPITOLO 44 Damon
CAPITOLO 45 Allyson
Capitolo 46 Damon
Capitolo 47 Allyson
Epilogo Allyson
UN AMORE PROIBITO - VITE LONTANE
Nuova Storia solo per VOI

Capitolo 23 Allyson

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Par _StarFreedom_

Pulisco le labbra che ancora sanno di lui, del suo sapore inconfondibile. Un altro bacio rubato al quale non ho saputo dire di no. Guardo i suoi occhi sgranarsi e scrutarmi da capo a piedi, lo sguardo è cupo, si sofferma sulle mie labbra fino a raggiungere i miei occhi dove sembra quasi aggrapparsi.

«Cosa vuoi da me Damon?». Non so se voglio conoscere la sua risposta, la verità.

«Non lo so», mormora distogliendo lo sguardo da me per perdersi nelle pareti della camera. Rido amaramente.

«Perché continui a baciarmi? Perché continui a tormentarmi? Perché non sparisci una volta per tutte?», sbraito. Per fortuna mia madre e Christian sono a cena fuori, penso fra me e me, immaginandomi il peggiore degli incontri fra padre e figlio.

«Vedi? Vedi, sei fastidiosa, sei... tu sei insopportabile. Le tue domande, questo», con un gesto teatrale della mano indica la mia persona. «Questo tuo sentirti in diritto di giudicare il prossimo, quando sei la prima ad avere dei problemi o sbaglio?», non posso credere che l'abbia detto.

Che sia arrivato veramente a tanto.

«Sai una cosa, Damon? È vero, avrò anche dei problemi», la voce mi s'incrina ma ricaccio indietro le lacrime. Troppe volte mi sono resa ridicola di fronte a lui. Ora basta. «Però io non cerco nessuno da tormentare per fargli pagare un conto che non gli spetta».

Gli volto le spalle, vado a chiudermi in bagno. Le mani tremano senza sosta e le stringo una contro l'altra. Cosa diamine mi aspettavo come risposta? Il respiro accelera inseguendo il cuore che sento quasi scoppiare. Sento il petto bruciare dal fuoco che solo il suo sguardo e le sue parole riescono a far divampare nel mio corpo. Odio questa sensazione che riesce solo a farmi sentire prigioniera. L'aria sembra non bastare, il pavimento quasi svanisce sotto i piedi. È come essere in balia delle onde, ma non riesco a nuotare contro una corrente così forte... contro di lui.

«Perché proprio lui?», mormoro e sollevo lo sguardo contro lo specchio. Osservo me stessa con occhi diversi ma che riesco comunque a riconoscere, sono gli stessi che per primi mi hanno giudicata sbagliata, molto prima che lo potessero fare gli altri.

«Sì, Allyson, sei tu il problema, sei tu a essere sbagliata», ripeto a me stessa con la delusione verso le mie stesse parole. Stringo fra i denti il labbro per trattenermi, ma è inutile, a una a una le lacrime le sento scivolare lungo le guance, ognuna di esse una sofferenza alla quale non posso sottrarmi.

«Basta... Basta... BASTA!», urlo sfinita e con la mano stretta in un pugno colpisco il grande specchio di fronte ai miei occhi che cade in mille pezzi.

Guardo quei frammenti che riflettono la mia immagine spezzata come ormai lo è già la mia anima.

«Allyson. Allyson, apri questa cazzo di porta», sbraita Damon. È ancora qui? Non emetto un fiato, guardo solo il sangue gocciolare sul piano in marmo del lavandino e coprire il bianco della ceramica che si colora di rosso. Lo sento colpire ripetutamente la porta, poi il silenzio, sollevo lo sguardo. Un tonfo tremendo mi fa retrocedere di qualche passo, vedo il suo viso pallido raggiungermi in un secondo. Le sue mani sul viso.

«Stai bene? Guardami», dice come se volesse riscuotermi dai pensieri. Afferra la mia mano. «Merda! Hai un brutto taglio. Siediti», mi ordina, ma la voce è differente, non è arrogante come al suo solito. Siedo sul bordo della vasca, dove rivoli di sangue sporcano il pavimento e resto quasi ipnotizzata dalle gocce che cadono una di seguito all'altra.

Con la coda dell'occhio lo vedo fare avanti e indietro, apre e chiude cassetti e sportelli nel bagno, borbotta qualcosa e torna da me, mettendosi in ginocchio. La mia gemella interiore ride di un Damon Sanders ai miei piedi. «Hai una brutta ferita», commenta versandoci sopra del disinfettante, cerco di ritrarre la mano per il bruciore ma lui la tiene ferma. «Non muoverti, devo vedere se hai delle schegge di vetro». Perché era ancora qui? «Non credevo che fossi quel tipo di ragazza», aggiunge e le sue due pozze verdi si schiantano contro le mie.

«Quale tipo?», balbetto vergognandomi.

«Ah, quindi hai ancora la lingua al suo posto?», esclama sarcastico. Sto per ribattere, quando vedo i lati della sua bocca piegarsi all'insù in un leggero sorriso.

«Sì. Sì, certo che ce l'ho e....», non voglio farmi vedere debole.

Forse è un po' troppo tardi, dopo lo specchio che hai appena spaccato.

Sollevo gli occhi al cielo in collera con me stessa per tutto questo casino assurdo che è diventata la mia vita.

«Te.», sussurra dal nulla, fasciando la mano con una garza.

«Io, cosa?», domando confusa.

«Tieni il bendaggio fino a domani e poi devi ripetere la medicazione», dice sollevandosi dal pavimento.

«Grazie». Mi alzo dal bordo della vasca. Le sue mani afferrano le mie spalle.

«Non sono bravo con le parole, Allyson», confessa strofinandosi di seguito le mani sul volto.

«Provaci», chiedo quasi in una supplica.

«La risposta alla tua domanda», dice passandosi la mano dietro la testa, che solleva verso il soffitto come se fosse in cerca di qualcosa. «Voglio te», esclama d'un fiato, riportando il suo sguardo contro il mio mozzandomi il fiato in gola.

Scuoto la testa incredula.

«Ti stai prendendo gioco di me», cerco di dire

«Shhh», il suo dito indice preme contro le labbra impedendomi di continuare. «Non ti sto prendendo in giro, sono confuso, sei tu a confondermi, per me è tutto così strano, nuovo», spiega. Il dorso della mano accarezza la mia guancia. «È da quando ti ho vista la prima volta, Allyson Evans, che stai infastidendo la mia mente», ammette ridendo.

Sorrido, mentre la mia gemella interiore sta saltando a ritmo di qualcosa a me sconosciuto.

«Damon... anche per me è tutto così strano», stringo le braccia al petto. «Tu mi fai sentire così diversa», la sua mano mi tira verso di lui.

«Anche tu, cazzo, non sai quanto», dice ravviandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio, un brivido si propaga lungo la spina dorsale e il cuore rotola nel petto. Non posso ancora credere che abbia appena confessato quelle parole che credevo impossibile poter udire.

«E adesso?», chiedo e chino lo sguardo per il timore. Due dita mi sollevano il mento obbligandomi a guardarlo.

«Non lo so come sarà o cosa succederà», con il pollice mi sfiora le labbra. «L'unica cosa che so», la voce diventa roca, intrisa di desiderio, lo stesso che sento prendere possesso di ogni cellula del mio corpo, «è che ti voglio». Il pollice spinge contro il labbro inferiore che si lascia guidare, si sporge verso di me fino a sentire i suoi denti afferrarlo con delicatezza. La lingua con un tocco deciso la bagna del suo sapore, chiudo gli occhi e ritraggo le labbra per sentirlo meglio. Le mani raggiungono i fianchi che mi avvicinano contro il suo petto, la bocca lascia una scia umida sulla pelle del collo. Le braccia si aggrappano al suo collo come il gesto più naturale del mondo. Piego la testa all'indietro assecondando i suoi gesti che regalano un'emozione nuova che scende fino al basso ventre, dove uno strano calore si sprigiona. «Va tutto bene?», chiede. Annuisco, mi prende per mano e lo seguo fino al letto.

E adesso?

Il panico manda in tilt tutti i sistemi di allarme.

Io, Damon e un letto matrimoniale di fronte ai nostri occhi?

«Sdraiati», mi sussurra all'orecchio, il respiro è così caldo. Sistemo l'asciugamano tenendolo stretto e mi sdraio. Non riesco a guardarlo, quindi, mentre mi mordo il labbro dal nervoso fisso il soffitto e il letto viene smosso dal suo peso.

Aiuto.

«Sono da questa parte, comunque», mi fa notare scuotendo una mano di fronte al viso e lentamente mi volto. È quasi paradossale come la situazione sia cambiata in così poco tempo. Siamo passati da urlarci in faccia a baciarci, io che spacco uno specchio, per poi trovarmi al suo fianco dopo quelle parole che credevo non avrei mai sentito uscire dalla sua bocca.

«Sì, è solo che sono nervosa», poggia il volto sulla mano sorreggendosi sul gomito mentre mi fissa intensamente e mi sorride come se la cosa lo divertisse parecchio.

«E per cosa saresti nervosa, sentiamo?», il suo dito traccia una linea immaginaria dal mio collo fino al bordo dell'asciugamano avvolto al petto, con lo sguardo che segue ripetutamente il suo stesso gesto.

Non va per niente bene.

Ripeto, non va per niente bene.

«Shhh», mi sfugge mentre cerco di azzittire la mia impellente ansia e la situazione non fa che peggiorare dal momento che mi sento le guance andare a fuoco per l'imbarazzo visto che Damon, ovviamente mi ha sentita.

«Io non ho parlato», fa spallucce divertito e si sporge verso di me. «Non ho alcuna intenzione di parlare, ALLY», rimarca forte il diminutivo che credo non sopporti nemmeno lui.

«Ah... Ah no? E..», schiarisco la voce. «E cosa vorresti fare?», sorride ed è così diverso ora quando lo fa.

«Voglio...», inizia a dire e io trattengo il fiato. «Voglio solo dormire con te, se vuoi», soffia quelle parole contro il mio volto. Scatto a sedere sul letto.

«Vuoi dormire? Tu vuoi solo dormire?», si siede a sua volta e vedo quel ghigno malefico alla Damon Sanders dipingergli il volto.

«Certo, cosa aveva pensato la tua testolina?», la picchietta con il suo dito indice. Le guance avvampano e ringrazio la penombra della camera perché non può vedermi.

«Io niente, ma cosa ti viene in mente?», Damon scoppia in una fragorosa risata. E per tutta risposta gli assesto un pugno alla spalla.

«Ahia», protesta con finta convinzione toccandosi il braccio.

«Abbiamo molto di cui parlare, Allyson», prova a dire.

«ALLY non ti piace?», lo incalzo. Mi prende per il mento e mi fa voltare con la solita prepotenza verso di lui.

«No, lo hai sempre saputo che non mi piace quel diminutivo. Io non sono Alec», sentenzia e vedo la passione divampare nei suoi occhi famelici.

Fiamme indomabili è come se prendessero vita intrappolandomi lì, tra lo strepitio dei suoi pensieri nascosti, nel calore incontrollabile della sua anima contorta.

«L'avevo notato», dico sorridendo.

«Bene. Comunque abbiamo molto di cui parlare, ma non stasera. Va bene, Al?», trattengo uno stupido sorriso che si dà battaglia per venir fuori.

AL? Nessuno mi aveva mai chiamata solo AL, è particolare però, mi piace, specie sulla sua bocca, accompagnato dal suono della sua voce.

«Al?», domando per aver conferma.

«Non ti piace?», chiede a sua volta accorciando le distanze fra noi, a tal punto che il suo respiro si mescola al mio.

«Sì, tanto», la lingua solletica appena la mia bocca in un modo da spezzarmi il fiato.

«Dormiamo?», dice facendomi riprendere contatto con la realtà, perché lui è l'unico in grado di strapparmi al mio mondo per chiudermi nel suo.

Il solo posto dove vorrei stare sino all'infinito.

Una suoneria che non appartiene al mio cellulare irrompe nella stanza.

«Scusami», dice sfilando il telefono dalla tasca. Riesco appena a buttare l'occhio sul display, ma è bastato un secondo perché i miei occhi vedessero quel nome.

Già, ha ragione, abbiamo molto di cui parlare, forse troppo.



*SPAZIO XOXO*

Allora ve l'aspettavate? 

Chi starà chiamando Damon? 

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