UN AMORE PROIBITO Cuori Spezz...

By _StarFreedom_

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Damon Sanders, due occhi magnetici e letali che sanno scavarti l'anima, un corpo marchiato, dove i tatuaggi a... More

NEWS
PROLOGO
Capitolo 1 Damon
Capitolo 2 Damon
Capitolo 3 Allyson
Capitolo 4 Damon
Capitolo 5 Allyson
Capitolo 6 Damon
Capitolo 7 Allyson
Capitolo 8 Damon
Capitolo 9 Allyson
Capitolo 10 Damon
Capitolo 12 Damon
Capitolo 13 Allyson
Capitolo 14 Damon
Capitolo 15 Allyson
Capitolo 16 Damon
Capitolo 17 Allyson
Capitolo 18 Damon
Capitolo 19 Allyson
Capitolo 20 Damon
Capitolo 21 Allyson
Capitolo 22 Damon
Capitolo 23 Allyson
Capitolo 24 Damon
Capitolo 25 Allyson.
Capitolo 26 Damon
Capitolo 27 Damon
Capitolo 28 Allyson
Capitolo 29 Damon
Capitolo 30 Allyson
Capitolo 31 Damon
Capitolo 32 Allyson
Capitolo 33 Damon
Capitolo 34 Allyson
Capitolo 35 Damon
Capitolo 36 Damon
Capitolo 37 Allyson
Capitolo 38 Allyson
Capitolo 39 Damon
Capitolo 40 Damon
Capitolo 41 Damon
Capitolo 42 Allyson
Capitolo 43 Allyson
CAPITOLO 44 Damon
CAPITOLO 45 Allyson
Capitolo 46 Damon
Capitolo 47 Allyson
Epilogo Allyson
UN AMORE PROIBITO - VITE LONTANE
Nuova Storia solo per VOI

Capitolo 11 Allyson

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By _StarFreedom_

Le parole sono uscite da sole dalla bocca. Avevo il timore che potesse essere Damon a rivelarglielo e invece eccomi qui, a dirlo senza un valido motivo. I suoi occhi si sono iniettati di sangue in un battito di ciglia.

«Stai scherzando, Allyson?», sbraita Alec. Le mani stringono forte le mie braccia, non riesco a proferire parola. Dopo un silenzio alla ricerca di un perché che non scorgo, cerco di spiegargli.

«È successo quando...», non ho il tempo di finire la frase che il calore divampa sulla mia guancia, appena colpita dalla sua mano. La testa, accompagnata da quel gesto, si gira in uno scatto dall'altra parte.

«Sei impazzito?», sbraita Cody, non riesco a voltarmi a guardare Alec dopo quello che ha appena fatto. «Portatelo via. Si deve dare una calmata», ordina Cody. Delle mani si posano sulle mie spalle facendomi trasalire. «Allyson,», solo in quel momento mi volto. Sento gli occhi di chi ha assistito alla scena scrutarmi con insistenza.

«Portami via, ti prego».

«Certo, aspettami qui», risponde, io annuisco e scendo le scale per aspettarlo nel prato del giardino, lontano dal vociare di chi domani avrà qualcosa in più da raccontare a lezione. Mi stringo nelle spalle, l'aria pungente di fine settembre non riesce a far chiarezza fra i pensieri che mi affollano la testa. Vedevo la sua gelosia, la sua ossessione nei confronti di Damon, l'aveva detto esplicitamente di stargli lontana.

Non è bastato, il sorriso che quasi si beffava di me mentre saliva in macchina con Joselyn ha fatto sì che lo stomaco si contraesse senza permesso. La frase: "Ho baciato Damon", è scoppiata sulle mie labbra, accompagnata da quella strana sensazione che sentivo opprimermi il petto.

«Dove pensi di andare, ora?», urla alle mie spalle. Guardo verso di lui che si avvicina sempre di più, ricaccio indietro le lacrime che implorano di uscire, alle sue spalle, Cody e Bret.

«Vattene», indietreggio.

«Dobbiamo parlare», il tono della sua voce in un attimo è più pacato, come se avesse preso contatto solo in questo momento con la realtà e con quello che ha fatto. Gli occhi fissano il mio volto colpito, le mani sono serrate in due pugni che tremano e malgrado tutto, sono stata io a ridurlo così. L'ho ferito senza motivo.

«Non ora», lo imploro mentre Bret lo tira per un braccio.

«Alec, lasciala andare», gli consiglia il suo amico mentre Alec non smette di guardarmi e a piccoli passi retrocede.

Cody, con un cenno del capo, mi invita a seguirlo.

«Mi ha prestato la macchina Bret, ora ti porto a casa», spiega. Mi fermo ancora prima che le mani tocchino la portiera dell'auto.

«Non posso tornare a casa», non posso farmi vedere in queste condizioni. Il signor Parker penserebbe subito ad Alec e anche se ancora non ne comprendo il motivo, lui non gli è mai piaciuto. Ha espresso il suo dissenso dal primo momento in cui l'ha visto fuori dalla porta di casa ad aspettarmi.

«Non preoccuparti, puoi venire da noi», quando dice noi, capisco subito che si riferisce a Damon. Non vorrei vederlo, sentire la sua voce prendersi gioco di me e dei problemi che ho con Alec, ma non ho alternative. Annuisco e salgo in auto.

«So che non sono affari miei, ma posso sapere cosa è successo?», domanda mentre ci immettiamo su una Main Street ormai deserta; lo sguardo si perde oltre il finestrino: serrande di alcune boutique chiuse, una ragazza che ritira dei bicchieri da alcuni tavoli all'esterno di un pub e poi più niente, solo gli alberi sulla strada provinciale che porta al Campus.

«Io e Damon ci siamo baciati, ecco cos'è successo», sussurro stringendomi nelle spalle per la vergogna, prima di voltarmi e vedere i suoi occhi inchiodati sulla strada.

Resta quasi impassibile, come se lo fosse già immaginato.

«Alec non ha mai toccato in questo modo una ragazza. Non voglio giustificarlo, ma il problema non sei tu...», lascia la frase sospesa a mezz'aria in un abitacolo troppo piccolo, dove sento il peso di ogni singola parola.

«Damon, il problema è Damon?», domando sorridendo amaramente a questa sfida che sembra esistere tra loro e sono io a doverne pagare il prezzo senza conoscerne il motivo.

«Sono successe delle cose che non spetta a me raccontare», spiega. Chissà perché la sua risposta non mi è nuova, la stessa che mi ha detto anche Joselyn. Mi domando come possano frequentarsi tutti come migliori amici e odiarsi allo stesso modo. Perché è questo che fanno da quando è tornato Damon: si stuzzicano, si sfidano ma continuano comunque a frequentarsi.

«Perché?», domando come se avessi dato ascolto ai miei pensieri.

«Cosa?», Cody sembra confuso. Vorrei chiedergli chi è veramente Damon e cosa ha reso il suo sguardo così triste e cupo, perché anche quando sorride i suoi occhi non lo fanno mai, come se fossero aggrappati a qualcosa, ma non riesco a capire cosa.

«Niente, lascia stare». Arriviamo al Campus e lo seguo verso i dormitori maschili, non ha importanza cosa potrebbero pensare se mi vedessero, credo che peggio di così non potrebbe andare.

«Sicuro che non disturbo?», domando mentre percorriamo il corridoio verso quella che presumo sia la sua stanza.

«Vieni, ti ho detto che non c'è problema», si ferma di fronte alla porta che è socchiusa ed entra. Lo seguo e resto quasi pietrificata quando i miei occhi cadono sul letto, dove Joselyn è seduta con il solo lenzuolo a coprirla.

«Sei un bastardo. È più di un'ora che ti chiamo», sbraita Cody. Basta urla, basta litigi, basta tutto. I piedi che calpestano il pavimento mentre raggiungo le scale sono il solo rumore che voglio sentire.

«Allyson».

No, la sua voce no.

Corro più veloce che posso e vorrei quasi fuggire da me stessa.

«Fermati». Damon è sempre più vicino, fino a sentire la mano stringersi attorno al mio braccio con la quale, in uno scatto, mi ritrovo contro il suo petto ancora nudo.

«Lasciami», capisco solo quando pronuncio quelle parole che le lacrime hanno avuto la meglio percependole scivolare lungo il volto.

«Cos'è successo?», ringhia e il suo sguardo è come inchiodato sulla parte dove porto il segno della risposta alla sua domanda. «Chi ti ha toccata?», le sue mani sorreggono il mio volto; cerco di scostarmi, non mi piace l'effetto che il suo tocco riesce ad avere su di me.

Pericoloso.

Magnetico.

Estenuante.

Lascio che il corpo che sento tremare scivoli sulla parete, rannicchio le gambe al petto avvolgendole con le braccia. Era dai tempi del mio primo anno di liceo che non lo facevo, che non sentivo più questa sensazione di essere sempre la persona sbagliata che sentiva l'incessante bisogno di proteggersi da tutto e tutti.

Il bersaglio facile da deridere solo perché il mio corpo non rispecchiava la perfezione di fronte agli occhi delle mie compagne.

«Non potevo tornare a casa e non sapevo dove andare», confesso e allo stesso tempo vedo che oltre a questa piccola cerchia di amici non ho nessuno in questa città. Sento un tonfo sulla parete che mi fa sobbalzare, solo quando abbassa il braccio, le nocche sbucciate sono la risposta all'ennesimo pugno che gli è sfuggito dalle mani.

«Alec, questa volta l'ammazzo», abbaia. Lo vedo in ginocchio di fronte a me, la sua mano mi scosta una ciocca di capelli dal viso. «Vieni ti accompagno in stanza». Questa forse è la prima volta che vedo in lui un briciolo di gentilezza, ma il suo petto nudo, l'asciugamano in vita e Joselyn nel suo letto hanno la meglio su quello che esce dalla mia bocca.

«Non ti preoccupare, torna pure a fare quello che stavi facendo», quasi non riconosco la voce intrisa di... di gelosia? È questo quello che sento? No, non posso essere gelosa di lui, impongo quasi a me stessa.

«Okay». Con la coda dell'occhio lo vedo sedersi al mio fianco mentre fisso le mattonelle del pavimento. «Perché ti ha dato uno schiaffo quel bastardo?». Non ho il coraggio di guardarlo, ho paura della sua reazione.

«Gli ho detto che ci siamo baciati», non resisto e mi volto, occhi contro occhi e per un attimo tutto attorno svanisce, si dissolve come nebbia che si dirada al sole.

«Perché gliel'hai detto?», domanda aggrottando la fronte, poi si solleva in piedi e le mani scorrono sulla testa. Seguo quei gesti in totale silenzio, perché la verità è che non so nemmeno io perché l'ho fatto.

O forse sì.

«Allyson, stai bene?», guardo Joselyn sull'ultimo gradino della scala.

«Sì, sto bene», Damon sghignazza amaramente e mi tiro su in piedi.

«Chiedo a Cody di portarti a casa», esclama mentre si avvia verso le scale.

«Va bene», rispondo, rassegnandomi all'idea di dover affrontare tutte le domande che mi farà mia madre.

«Non dicevo a te, parlavo con Joselyn», dice Damon passandole accanto senza nemmeno guardarla. Si ferma a metà scala e si volta verso di me. «Vuoi dormire sul pianerottolo?», stavo quasi per chiedermi che fine avesse fatto la sua ironia, scrollo la testa e lo raggiungo.

«Credevo che stessi con mio fratello», puntualizza Josy non appena le sono vicina, Damon è già sparito di fronte a me.

«Abbiamo solo litigato e....», ma i suoi occhi che si solleva al cielo mi impediscono di proseguire.

«Per questo devi restare da Damon?», domanda piccata trafiggendomi quasi con lo sguardo.

«No. Per questo», scosto la ciocca di capelli per mostrarle il livido e le volto le spalle senza aspettare che possa aggiungere altro.

Alle mie orecchie, infatti, non arriva un mi dispiace, una semplice frase di circostanza, solo un nulla che sento ferirmi più di mille parole.

«Torno subito, Damon è andato a farsi una doccia», mi avvisa Cody con un sorriso rassicurante prima di uscire. Entro quasi in punta di piedi nella stanza, guardo ancora il letto disfatto e vado a sedermi su quello di fronte, ma prima apro la finestra. Prendo il cellulare e avviso mia madre: "Dormo da Ethel".

Premo il tasto Invio, ma penso che dovrò trovare una scusa anche per domani. Prendo dalla borsa lo specchietto e vedo il livido farsi sempre più scuro.

«Ci vuole del ghiaccio», lo chiudo e lo rimetto a posto. «Perché c'è la finestra aperta?», dice Damon indicandola.

«Perché c'era un odore strano», mormoro quasi sottovoce.

«Odore di sesso, vorrai dire», precisa e io sbuffo rumorosamente. «Ehi, per una volta sto solo scherzando», aggiunge quasi a volermi rassicurare, sollevo gli occhi verso di lui che con indosso solo dei boxer sfila dal letto le lenzuola.

«Cosa fai?», chiedo anche se lo vedo io stessa.

«Ti preparo il letto o preferisci dormire su queste lenzuola?», le sventola a mo' di bandiera, ma il movimento che fa riesce a far comparire un leggero sorriso sulle mie labbra. «Vedi? Sono simpatico», mi punta un dito contro, «ti ho fatta ridere», commenta divertito.

«Non è vero, sei odioso», protesto.

«Ah sì, sono odioso?». Lascia cadere il lenzuolo a terra e si avvicina verso di me.

«Sì, sei odioso», indietreggio sul letto, le mani di lui sul materasso ad ambe due i lati delle gambe e il viso che si sporge verso di me.

«Dimmi perché sono odioso, ALLY?», sussurra facendomi sentire il suo respiro che sa di menta e liquirizia.

SPAZIO XOXO

Per chi lo sta leggendo per la prima volta, cosa ne pensate?

farò due aggiornamenti settimanali il martedì e il giovedì.

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