Good Girl | Billy Hargrove

By Honeymoon_28

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Billy Hargrove aveva sempre saputo che il mare prometteva di lavare via tutto, di fargli dimenticare. Non sap... More

Escapade
Blame it on the holidays
Late night talking
Old habits die hard
Burger Break
Not so Lovers Lake
Stranger thoughts
Ego's bruises
Blame it on the weed
Yo-yo feelings
Let me in
If you're a good girl
You wanna play that game?
The worst in me
In a big mess
Something new
You're coming with me tonight
Rock my year
Heated kisses and motor oil
I'll make you feel good
What is that feeling?
Runaway
You promised
Shattered
I still want you girl
Maxie
Bitter truth
Closure
Saint Valentine...or not
Bad news
Stranger things happen
Dark times
Vecna's curse
Worlds apart
Losing ground
Hearts Broken in Two
And nothing else matters
The Dive
The Creel House battle
Hungry Eyes
CONTINUO/FINALE ALTERNATIVO?

War is coming

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By Honeymoon_28

26 MARZO 1986

BILLY

Munson non scherzava. War Zone era immenso. Non avevo mai visto tante armi in vita mia, e per un negozio che si trovava in un buco di merda come l'Indiana, voleva dire molto. Max mi diede una gomitata. Seguii il suo sguardo, notando immediatamente gli annunci che figuravano appesi all'albo. La maggior parte di essi, raffigurava i membri dell'Helfire con la scritta "RICERCATI". Diedi una rapida occhiata attorno e con un gesto lesto della mano strappai tutti gli annunci dall'albo.

Erica aveva uno zaino sulle spalle. Colsi l'occasione al volo e glieli tesi con urgenza. -Sinclair. Mettili via.

La ragazzina inarcò un sopracciglio squadrandoli con aria diffidente, ma la spinsi a muoversi senza fare troppe domande.

-Direi di fare...in fretta. – suggerì Nancy guardando la folla di persone che faceva le proprie compere all'interno del negozio.

-Decisamente.

Pochi minuti dopo c'eravamo già separati e dispersi in diverse zone del negozio. Non rimasi mai troppo lontano da Max, sentendomi più tranquillo nell'averla a portata d'occhio. Non si poteva sapere chi avremmo incontrato e Max era stata vista diverse volte con i ragazzi dell'Hellfire. Mi dava la schiena, esaminando da vicino la sezione dei coltelli. Le due treccie che le avevo fatto stamattina dopo la doccia erano ancora perfette. Sapevo che non era né il momento né il luogo per pensare a determinate cose, ma quegli splendidi capelli rossi raccolti in due trecce erano una delle cose più attraenti di lei. La sorpresi punzecchiandole i fianchi e lei sussultò, rimproverandomi con un pugno sul braccio.

-Idiota. Potevo farti male.

Avvolsi le braccia attorno alla sua vita e la strinsi contro la mia schiena, guardandola porre il coltello nella cesta che aveva fra le mani.

-Questo non farà un granché. – commentai. Slegai un braccio dalla sua vita e presi un coltello che si trovava nell'ultima fila, approfittandone per respirare il profumo della sua pelle. -Questo è meglio.

La vidi rabbrividire, il suo corpo reagire al mio contatto. -Questo? – domandò, incerta.

-Mh-mh.

Posai il coltello nella sua cesta e mentre riposi l'altro le diedi un bacio sotto l'orecchio, ma qualcosa nella mia perferia attirò la mia attenzione. Robin e Steve stavano tranquillamente parlottando mentre guardavano, o meglio, fissavano una ragazza dai capelli rossi poco più lontano.

-Che stanno facendo quei due?

-Chi?

-Harrington e Buckley. Come se fosse il momento di spettegolare.

Max sospirò e slegò dolcemente le mie braccia dalla sua vita. -Vado a dire loro di muoversi.

-Uh uh, sta' con loro.

C'eravamo già spartiti i ruoli. Chi doveva prendere le armi da fuoco, chi le armi bianche. Scelsi un lungo fra quelle esposte, convinto che avremmo sicuramente avuto bisogno di un'arma più potente di una pistola. Addocchiai Nancy al bancone, notando che anch'ella aveva trovato un fucile similmente uguale a quello che avevo fra le mani. Decisi di prenderne uno diverso. Sarebbe andato a nostro vantaggio. Se c'era una cosa positiva nell'essere cresciuto con Neil, era che mi aveva insegnato a sparare fin da bambino. Mi portava con sé ad ogni stagione di caccia e a volte capitasse che stessimo fuori per giorni. Dopo aver scelto un fucile diverso ma ugualmente se non più potente, mi avvicinai al bancone esaminandolo con aria soddisfatta.

-Ehi Wheeler, guarda co...-

Mi arrestai sul posto di fronte alla scena che mi si presentava a pochi metri. Jason Carver si trovava davanti Nancy, e stava stringendo fermamente il fucile che quest'ultima aveva fra le mani. L'attitudine di quell'idiota mi allertò immediatamente. Mi avvicinai con determinazione, deciso a far finire il suo giochetto con la facilità con la quale lo aveva iniziato. Nancy, inoltre, gli stava sibilando qualcosa, gli occhi grandi e spalancati.

-Lascialo.

Arrivai alle loro spalle e sbattei la carabina sul bancone, facendo saltare entrambi sul posto. Ma non appena Nancy si voltò e mi riconobbe, il suo viso si rilassò notevolmente.

-Ti ha chiesto di lasciare. – appoggiai il fianco al bancone con nonchalance, non volendo dare spettacolo. Ma i miei occhi non lasciarono quelli di Carver da sopra la spalla di Nancy.

Il biondo si irrigidì e mollò finalmente la presa, ma nascose il suo turbamento con un sorriso falso. -Ehi, Hargrove. Come mai non sono sorpreso di vederti qui?

Feci spallucce, mentre Nancy ne approfittò per farsi leggermente da parte. Carver era davanti a me adesso, incredibile come lo superassi di altezza senza stare nemmeno in posizione dritta. -È sempre un buon momento per fare rifornimento. Bisogna sempre trovarsi pronti a fare il culo a chi vuole disturbare.

Jason ansimò una risata nervosa. Colse subito il mio innuendo. -Già. Proprio così.

-Che fai, dai fastidio alle ragazze, Carver? – continuai. Volevo andare dritto al punto, niente giri di parole.

-Uh, ho soltanto chiesto a Nancy se sapesse dove si trovassero i ragazzi dell'Hellfire. Sai, suo fratello ne fa parte.

-Ti ho detto che non lo so. – ringhiò Nancy.

-Ti ha detto che non lo sa.

Feci tamburellare le dita sul bancone, fissandolo con aria calcolatrice. Lo stavo facendo innervosire, lo vidi da come il suo viso si contrasse ed espirò rumorosamente dalle narici. Sapesse quanto mi importava. Se davvero era in cerac di problemi, allora mi avrebbe trovato.

-Ti abbiamo visto in giro con Harrington, ultimamente. – esordì, le labbra stirate in un sorriso vizioso. Non seppi dove voleva andare a parare, ma non mi piacque per nulla. -Un paio d'anni fa lo avevi quasi mandato all'ospedale, adesso ci esci insieme. È buffo, vero?

Ricambiai lo stesso sorriso. -La vita è imprevedibile.

Emise un mormorio, assumendo un'aria falsamente pensierosa. -Solo che mi fa strano. Mi domando cosa nascondete. Tuttti e due soli in quella sua macchina al buio. Siamo passati davanti a voi l'altra sera.

L'avevo visto. Eccome se l'avevo visto. Non ci volevano le equazioni per capire cosa stesse insinuando. La cosa fece scattare un interruttore in me. Non perché fossi omofobo, per quanto mi riguardava la gente poteva fare ciò che le pareva. Ciò che mi fece vacillare fu il modo in cui insinuò il tutto. Il disgusto nascosto dietro alle sue parole. Mi sembrava di avere la copia sputata di mio padre davanti agli occhi.

-Che succede?

-Billy, andiamo via...

Mi maledii mentalmente quando Steve e Robin ci arrivarono accanto. Tempismo perfetto. E adesso chi lo avrebbe più fermato, quel coglione.

Ignorai completamente la mano di Nancy sul mio braccio. -Fossi in te lascerei stare, Carver.

-Ouch. – esclamò, sorridendomi apertamente. Era soddisfatto adesso. -Ho forse toccato un tasto dolente? Ehi Harrington, stavamo proprio parlando di te.

Steve ci guardò con fronte aggrottata, sicuramente aveva già avvertito la provocazione nel tono del ragazzo.

-Stavo giusto dicendo ad Hargrove, qui, che vi abbiamo visti l'altra sera in auto.

Steve si irrigidì. Apri la bocca per rispondere ma Jason lo interruppe.

-I vetri erano appannati per via del fumo o perché voi froci...

Vidi rosso. Gli afferrai bruscamente i baveri della sua stupida giacca varsity e lo attirai ad un palmo del mio naso. -Dai. Finisci la tua frase.

I suoi occhi blu mi fissarono, spalancati per il terrore e probabilmente per la mia reazione inaspettata. Glieli avrei fatti rientrare nel cervello fino a farglieli uscire dalla bocca.

-Voi due!

Mi voltai verso il negoziante che nel frattempo era tornato dietro al bancone. Ci puntò rozzamente il dito addosso.

-Se volete darvele farete meglio ad uscire da qui. Niente stronzate nel mio negozio! È chiaro?

Steve mi appoggiò una mano sulla spalla. -Dai, amico. Non ne vale la pena.

A mio malgrado, lo lasciai andare spingendolo via. -Sei uno stronzetto veramente fortunato. La prossima volta non ci saranno quattro mura a proteggerti.

Seguii Harrington, trovando Max con gli altri all'uscita del negozio. Lanciò un'occhiata torva ad un compagno di squadra di Carver che apparentemente le stava dando fastidio. Diedi una spallata al ragazzo in questione e spinsi gentilmente Max verso il camper.

-Lasciala in pace, chiaro? – ringhiai, ma prima che potessi aggiungere altro Steve mi stava già tascinando con sé.

Una volta dentro, Dustin e Lucas ci assalirono con le loro domande. Eddie si fece goffamente da parte vedendomi sedermi senza troppe cerimonie accanto a lui.

-Ci sono i tuoi ex amici. – Erica diede un'occhiataccia al fratello facendosi spazio fra me e Max.

-Metti in moto, Harrington! Andiamo! – abbaiai, stringendo la carabina al mio petto.

-Parto, adesso parto! Sedetevi, cazzo! – urlò quell'altro con fare isterico.

• ───────────────── •

MAX

Una volta sulla strada, il resto del gruppo si calmò visibilmente. Billy sembrò rasserenarsi un po'. Non seppi cosa fosse successo con Jason, ma Steve aveva dato un'occhiata a Billy dal retrovisore ricordandogli di non lasciarsi toccare dalle parole del più giovane. "È stato offensivo, Harrington. Non sai cos'ha detto di te quando ancora non eri arrivato." Al che Steve non era riuscito a nascondere un sorrisino genuino. Era la prima volta che Billy lo aveva difeso.

Mi sembrava l'occasione giusta per parlare con Lucas. Era seduto da solo sul retro del camper. Lo raggiunsi, indicando il posto vuoto accanto a lui.

-Posso sedermi? – domandai, e lui si fece da parte per darmi spazio. -Lucas... - cominciai, ma Lucas non distolse lo sguardo dal finestrino.

-Tranquilla, Max. Non hai bisogno di giustificarti. – mi rispose. Riuscivo a sentire la tristezza nella sua voce.

Mi si strinse il cuore. Presi un respiro profondo. -Lo so, Lucas. Sono io a volerlo fare.

Mi guardò con la coda dell'occhio, un silenzioso segno che fosse disposto ad ascoltarmi.

-Ti ho dato per scontato, Lucas. Mi ricordo del primo giorno in cui sono arrivata a scuola. Sei stato l'unico a rischiare di compromettere la verità riguardo a ciò che succedeva nell'Upside Down pur di essere mio amico e invitarmi nel gruppo. Sei anche andato contro Mike e gli altri, che sono i tuoi migliori amici. Te ne sono veramente grata.

Lucas non rispose, ma sembrava che la tensione avesse lasciato il suo corpo.

-Non mi pento della nostra relazione. Sono stati momenti veramente belli. Mi pento di non essere stata una buona ragazza per te. Continuavo a lasciarti per ragioni stupide. Non era un buon periodo a casa, ma comunque.

Lucas fece spallucce, ma il suo atteggiamento non sembrava scontroso. I suoi occhi seguirono l'orizzonte in fondo alla strada. -Eravamo giovani. Non trovo che tu sia stata una cattiva ragazza, Max.

-Volevo scusarmi comunque. – misi una ciocca di capelli dietro l'orecchio, cosciente che probabilmente ciò che avrei detto non gli sarebbe piaciuto. -Avrei voluto che funzionasse. Davvero lo avrei voluto. Solo che...solo che sentivo di non provare abbastanza, senza che potessi controllarlo. E non te lo meriti. – diedi un'occhiata a Billy, che ci stava ignorando accuratamente. Voleva darci il nostro spazio per confrontarci. -E non ho potuto neanche controllare ciò che ho provato in seguito.

Lucas si voltò finalmente a guardarmi. I suoi occhi scuri, così diversi da quelli di Billy, mi offrirono uno sguardo rassegnato. -Max... - si bloccò, come se fosse in cerca di parole. -Tutto ciò che voglio è vederti felice. – poi guardò Billy. -È...è stato difficile da digerire all'inizio. Penso che fosse più che altro...strano. Ma ho notato in che modo ti guarda.

Seguii il suo sguardo, dove Billy aveva appoggiato il gomito contro il finestrino e stava guardando fuori. La mano sotto il mento, il sole toccava i suoi riccioli biondi e spettinati dopo essersi addormentato contro la spalla di Eddie senza volerlo. La sua figura possente anche in posizione rilassata, mi faceva sentire qualcosa di totalmente diverso.

-E il modo in cui lo guardi tu. – aggiungse Lucas, guardando me.

Abbassai lo sguardo, sentendo nascere il calore sulle guance.

-Penserete che sono fuori di testa.

-Un po'. Ma gli fai bene. E mi sembra abbastanza ovvio che siete innamorati. Quindi... - fece nuovamente spallucce, l'ombra di un sorriso divertito sul volto. -...se amarvi annienta il lato stronzo di Billy Hargrove, sono contento. – poi il suo tono si abbassò. Mi guardò più seriamente. -Ma, se hai bisogno di qualcosa, qualsiasi cosa, io ci sono Max. Lo sai.

Sapevo che ancora non si fidava totalmente di Billy. Non potevo biasimarlo. Ci sarebbe voluto tempo. Quello che mi aveva detto però, mi bastava. Mi buttai fra le sue braccia, stringendolo forte. Preso alla sprovvista, si fece scappare uno sbuffo d'aria ma ricambiò l'abbraccio. Gli sussurrai che gli volevo bene stampandogli un bacio sulla guancia. Tornai accanto a Billy con il cuore leggero e pieno di gratitudine. Dando un'ultima occhiata a Lucas, notai come ora guardando fuori dal finestrino sembrasse...in pace.

Billy sollevò un braccio e lo appoggiò sulle mie spalle, attirandomi contro di sé. Appoggiai la testa contro il suo petto e inspirai il suo profumo, sentendo le sue labbra sulla mia fronte. Mi sembrò di sentirle incurvarsi leggermente. Sapevo che per quanto a Billy non importasse se nessuno approvava la nostra relazione, gli faceva piacere sapere che non fosse il caso. Riuscivo a sentire il suo sollievo.

Fu verso fine pomeriggio che ci fermammo nello stesso campo in cui Dustin aveva contattato Suzie due anni fa. Ci preparammo a quello che ci avrebbe aspettato in serata, potenziando le nostre armi con l'angoscia nel ventre. Ero terrorizzata all'idea che Billy dovesse nuovamente venire a contatto con l'Upside Down. Averlo quasi perso per colpa del Mind Flayer fu agonizzante, non riuscivo nemmeno a ipotetizzare l'idea che potessi perderlo nuovamente.

Lo guardai aiutare Eddie e Dustin a bucare i coperchi di due cestini da spazzatura di metallo con dei chiodi. Eddie offrì uno sguardo per nulla impressionato a Dustin in seguito ad una battuta di quest'ultimo, mentre Billy si limitò a sbuffare, senza però riuscire a nascondere un sorrisino. Vedere quella scena mi riscaldò il cuore.

Sarebbe stata dura, sì. Ma eravamo tutti insieme, e quello bastava.

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