Good Girl | Billy Hargrove

By Honeymoon_28

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Billy Hargrove aveva sempre saputo che il mare prometteva di lavare via tutto, di fargli dimenticare. Non sap... More

Escapade
Blame it on the holidays
Late night talking
Old habits die hard
Burger Break
Not so Lovers Lake
Stranger thoughts
Ego's bruises
Blame it on the weed
Yo-yo feelings
Let me in
If you're a good girl
You wanna play that game?
The worst in me
In a big mess
Something new
You're coming with me tonight
Heated kisses and motor oil
I'll make you feel good
What is that feeling?
Runaway
You promised
Shattered
I still want you girl
Maxie
Bitter truth
Closure
Saint Valentine...or not
Bad news
Stranger things happen
Dark times
Vecna's curse
Worlds apart
Losing ground
Hearts Broken in Two
And nothing else matters
The Dive
War is coming
The Creel House battle
Hungry Eyes
CONTINUO/FINALE ALTERNATIVO?

Rock my year

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By Honeymoon_28

31 DICEMBRE 1985

Playlist del capitolo : REO Speedwagon - Can't Fight this feeling

Erano le 22:00 e mi trovavo nella Camaro davanti alla roulotte di Eddie. Mentre aspettavo Billy, il mio ginocchio dondolava nervosamente su e giù. Lo maledissi, cosciente del rischio che stessi correndo nel farmi trovare nella sua auto quella sera. Avevo detto ai ragazzi che sarei rimasta con mia madre. Se uno di loro avesse scostato la tenda anche solo per sbaglio, mi avrebbe visto. Non volevo dare loro spiegazioni. Inoltre, Billy poteva aver bloccato le portiere dell'auto ma io non mi sentivo completamente al sicuro. Forest Hills Trailer Park era piuttosto inquietante quando calava la notte. C'era poca luce ed era circondato dal bosco.

Emisi un sospiro di sollievo quando vidi Billy uscire finalmente dalla roulotte, illuminato dai fari della Camaro. L'aveva lasciata accesa per non lasciarmi completamente al buio e al freddo.

-Ci hai messo un secolo. – sibilai non appena si chiuse la portiera alle spalle.

Mi lanciò un sacchettino di plastica sul grembo. -Mi ha offerto una birra.

Sbuffai, esaminando le infiorescenze verde scuro che esso conteneva.

-Ci sarebbe potuto essere un maniaco qui fuori.

-Oh, prima di arrivare a te dovrebbe arrivare a me, Maxie.

Sentirlo pronunciare quel nomignolo mi fece uno strano effetto. Alzai gli occhi al cielo e aprii il sacchettino portandomelo al naso. Lo allontanai immediatamente a causa della forte fragranza. -Hai visto Mike e Dustin?

-Sì. – rispose, mentre lasciavamo la zona. -Un gruppo di altri tizi, anche. Stavano giocando a una di quelle robe per ragazzini. Un gioco da tavolo o qualcosa del genere. Chi cazzo è che passa il Capodanno a fare un gioco da tavolo?

-Saranno stati gli altri ragazzi dell'Hellfire.

Sbuffò una risata. -Sì, avevano tutti una maglia con quella scritta. Un diavolo con le corna. Se credessi in quelle cose ti direi che si tratta di qualche gruppo satanista o qualcosa del genere. – poi fece spallucce. -Sono fiche come magliette, comunque.

Sorrisi e scossi la testa. Adoravo il fatto che nonostante Billy fosse sempre brutalmente schietto, non giudicava le persone come facevano tutti gli altri. Era proprio così, il resto della scuola così come il resto della città pensava che l'Hellfire Club fosse un culto che predicava il diavolo. Eddie Munson "lo strambo" e i suoi seguaci venivano evitati come la peste a scuola, considerati come il male della società.

Quindici minuti dopo, ci trovavamo a Lovers Lake. Billy aveva reclinato i sedili anteriori fino ad appiattirli totalmente e c'eravamo sistemati nel retro della Camaro. In questo modo potevamo tranquillamente sedere a gambe allungate.

-L'hai portata la mappetta?

-Uhm sì, - feci, stranita. Mi allungai a prendere la mappetta che si trovava sul sedile del passeggero. Sperai davvero che non avesse intenzione di darmi lezioni di fisica durante la sera di Capodanno. In realtà, non gli avevo chiesto cosa avremmo fatto stasera e lui neanche me l'aveva detto. Mi aspettavo di tutto. -Non puoi aiutarmi un'altra volta?

-Eh? Dammi qua. – mi prese la mappetta dalle mani e se la sistemò sul grembo. Poi estrasse un macinino dalla tasca della giacca. -Sacchetto.

-Eh?

-La maria, Max.

-Oh. – aggrottai le sopracciglia e gli tesi il sacchettino, sentendomi stupida. Billy lo aprì e ne estrasse qualche pezzo. Lo osservai fare, meravigliata dai suoi gesti esperti. Poteva sembrare stupido, ma le sue mani mi piacevano. All'inizio, ne avevo paura. Come il resto del suo corpo, le vedevo con luce negativa. Mani che potevano colpire, stringere fino a ferire. Ora vedevo mani che potevano sfiorare, accarezzare, riscaldare.

-Che puzza. – commentai d'un tratto, storcendo il naso. Billy scoppiò a ridere. Una risata genuina. Non l'avevo mai sentito ridere così. Decisi che la sua risata mi piaceva. Molto più di quell'oscura parodia che usciva dalle sue labbra in occasioni ironiche o amare.

-Quando puzza vuol dire che è buona.

-Ma è un controsenso.

Billy estrasse il suo accendino. -Quando l'erba viene raccolta alla fine del suo ciclo di vita sviluppa più molecole. È più forte. Adesso lo sentirai quando la fumi.

Si mise il bastoncino fra le labbra e accese la sua estremità, inspirando a pieni polmoni. Mi sistemai meglio accanto a lui, allungando le gambe e appoggiandole sul sedile anteriore.

Billy esalò il fumo che si espanse all'interno dell'abitacolo assieme all'aroma pungente e terroso della marijuana.

-Cazzo. Non comprerò più quello schifo che mi vende Tommy. Questa è roba buona, Munson sa il fatto suo.

-Ha un nome?

Si portò la canna davanti agli occhi e li strinse, come per esaminarla. -Mi ha detto che è Sativa. È Golden Goat, secondo me.

Me la passò e feci attenzione ad inspirare dolcemente, rimembrandomi dell'ultima volta a casa di Eddie. Mi ci vollero soltanto trenta secondi per iniziare a sentirmi notevolmente più rilassata. Mi resi conto che la stavo tenendo sospesa fra le labbra quando lo vidi guardarmi. Gliela tesi subito.

-Fortuna che quando torniamo i vecchi staranno dormendo, eh? – disse con tono scherzoso. Stava notando l'effetto che aveva su di me. Emisi un verso di approvazione.

-È forte.

-Forte eh? 

Appoggiai la testa allo schienale, sentendo il mio corpo alleggerirsi. Mi rilassai con il suono della musica proveniente dalla radio. Restammo per parecchi minuti in silenzio, mentre il torpore ci avvolgeva. Iniziavo a sentire che i miei pensieri non erano più ordinati come poco prima. La cosa mi agitava un po', ma con me c'era Billy. Quest'ultimo, all'improvviso parlò.

-Pensavi davvero che ti avrei dato delle ripetizioni?

Lo guardai, aspettando che aggiungesse altro. Ma quando non lo fece, gli domandai: -Non lo faresti?

-Ho in mente un altro tipo di ripetizioni. Può sempre essere considerata fisica.



Gli schiaffeggiai il braccio, era incorreggibile. Si tirò su a sedere, ghignando, e si tolse la giacca buttandola sui sedili anteriori. Indossava una camicia rossa. Quell'episodio a casa dei Byers mi tornò nuovamente in mente.

-Cos'hai fatto dopo, quella sera?

Billy tornò accanto a me, inarcando un sopracciglio. -Devi essere un po' più specifica, Max.

-Intendo dire quella sera dai Byers. Sai, quando ti ho piantato la siringa nel collo.

Era nel bel mezzo di un tiro quando gli venne da ridere e mandò di traverso il fumo. Iniziò a tossire, tendendomi la canna. Me la portai alle labbra. La puzza era sparita, o almeno, ero io a cominciare ad apprezzarla.

-Mi piace come lo dici. Sai, "quando ti ho piantato la siringa nel collo". -  fece spallucce imitandomi con esagerata nonchalance, al che io scoppiai a ridere. -Niente di che, "solo" un sedativo nel collo.

-Scusami! Scusami. – ridacchiai. -No, davvero. Non ti ho mai chiesto scusa, avevo davvero esagerato.

-Cazzo, Max. Mi sono svegliato con la faccia spappolata di Harrington davanti agli occhi. Ti sembra il modo di svegliarmi? E quando sono andato a prendere qualcosa da bere in frigo quello schifo di mostro spappolato mi è caduto ai piedi.

Ricominciai a ridere senza riuscire a fermarmi. Sentivo le lacrime agli angoli degli occhi ricordandomi del ritorno a casa Byers.

-È vero...hai lanciato un urlo talmente acuto che avrebbe potuto rompere i vetri della casa. E subito dopo "Che diavolo è 'sto schifo, Harrington?" – scimmiottai con voce grave, nel tentativo di imitare la sua.

-Ridi, ridi. Non ho mai ricevuto tanti traumi in una sola sera. - afferrò la canna che gli stavo tendendo e scosse la testa. -Perché l'avete messo in frigo?

-Ah, non mi ricordo. – mi asciugai l'occhio, ridendo ancora. -Credo che Dustin volesse donarlo alla scienza...o qualcosa del genere.

-Quel ragazzino è fuori. Come si chiamava quello schifo?

-Democane.

Billy aggrottò la fronte, lasciando uscire il fumo dalle narici. Sembrava riflettere, come se non avesse capito ciò che gli avessi detto.

-Demo...cane. Perché assomiglia ad un cane. Sempre Dustin.

-A me sembrava piuttosto una pianta carnivora. Demopianta. Ecco.

Feci immediatamente l'analogia. -Demopianta. Come in Super Mario. Nel gioco ci sono delle piantine carnivore che vogliono mangiarti.

-Come lo sai. – suonò più come un'affermazione. Stava fissando il soffitto con aria assente, la sensazione diventava stravolgente per entrambi.

Mi piaceva come mi faceva sentire. Gli rubai la canna e me la portai alle labbra, inspirando a pieni polmoni. Stava diventando facile. Naturale. Troppo naturale.

-Mike l'ha ricevuta per il compleanno. La console. Vorrei prenderla anch'io.

Billy sbuffò. -Non mi fido di quel gioco. Non prenderlo, Max.

Mi voltai a guardarlo mentre mi sfilò il bastoncino dalle dita.

-Mario è un idraulico. Mi segui?

-Sì.

-Mi spieghi perché un idraulico dovrebbe piantare il suo lavoro e andare a salvare una principessa, che neanche conosce, rapita da un fottuto drago?

Mi guardò negli occhi, più serio che mai. Effettivamente, la cosa era strana.

-Non sta in piedi, Max. I creatori ci vogliono fare il lavaggio del cervello, c'è qualcosa sotto, te lo dico io.

Non feci caso all'assurdità del nostro discorso. Aveva ragione. La cosa era losca. Poteva pure essere pericolosa. Iniziai a pensare a Mike.

-Devo dirlo a Mike. È pericoloso, Billy.

Mi tirai su a sedere, ci scambiammo un'occhiata d'intesa. Billy prese la mia borsa e l'appoggiò sul suo grembo, iniziando a frugarvi dentro. Estrasse infine il mio walkie-talkie e allungò l'antenna con un gesto frenetico. Poi premette sul bottone.

-Ehi, stronzetti. Wheeler. Henderson.

Mi avvicinai a lui finché le nostre spalle non si toccarono. Non ottenemmo nessuna risposta. Silenzio zomba. Billy sbuffò. Riprovò.

-Wheeler. Codice rosso. Anzi, rossissimo. – si voltò a guardarmi come per chiedere conferma. Annuii senza riflettere, troppo ansiosa e confusa dalla marijuana. Poi realizzai.

-Ah...non funziona perché siamo fuori portata...

-Dannazione. E me lo dici adesso? 

Mi afferrai la testa fra le mani. No, no.

Billy si accorse del mio stato d'ansia e lanciò la borsa ai nostri piedi. Mi passò una mano sulla schiena con fare rassicurante. -Ehi, ehi. Tanto adesso non ci sta giocando, no? Sta sicuramente giocando a Monopoli con Munson.

-Dungeons and Dragons. – lo corressi, ma sorprendentemente mi tranquillizzai subito.

-Sì, sì. Quella roba lì. Rilassati.

Mi cinse le spalle e mi guidò con lui in posizione sdraiata. Il fumo aveva riempito l'abitacolo e i vetri dell'auto erano completamente appannati a causa del contrasto fra il riscaldamento e il freddo esterno. Mi sentivo protetta in quel piccolo spazio chiuso.

-Cazzo, stavolta è proprio forte. – mormorò, portandosi ancora la canna oramai quasi finita davanti agli occhi. Sollevai il capo dal suo petto e lo guardai. Aveva gli occhi socchiusi e l'aria sonnolente.

-Quindi tu non mi salveresti?

-Mh?

-Dal drago.

-Quale drago?

Sospirai, esasperata. Sembrava genuinamente confuso. -Se tu fossi Mario...

-Non farei mai l'idraulico, quindi non potrei mai essere Mario.

-...non mi salveresti dal drago?

-Gesù, ma perché voi ragazze dovete sempre fare delle analogie così assurde? Ci manca solo che mi chiedi se ti vorrei ancora baciare se avessi la bocca di una Demopianta.

Lo guardai con aria truce.

Sospirò, esasperato. -Sì, Max. Vorrei lo stesso. 

Per dimostrare il suo punto appoggiò una mano sulla mia guancia e tese il capo in avanti, schioccandomi un sonoro bacio sulle labbra. Tornò ad appoggiare il capo, mentre rimasi imbambolata a guardarlo con le guance infuocate. Mi girava la testa, non sapevo se per il bacio, il suo profumo o la marijuana.

Feci per prendergli il bastoncino, ma lui fu più lesto e allungò il braccio dietro alla sua testa. -Ah ah.

Iniziai ad arrampicarmi lungo il suo corpo per tentare di prenderlo, ma Billy appoggiò una mano sulla mia schiena e ci fece voltare sul fianco.

-Ehi...

-Basta. Inizierai con le allucinazioni.

Alzai gli occhi al cielo e sbuffai. A momenti mi sembrava già di averne.

-Che noia.

-Se proprio vuoi, facciamo a modo mio.

Annuii, entusiasta.

-Vieni qui allora.

Mi avvicinai a lui. Billy prese una lunga boccata dal bastoncino e avvicinò il viso al mio, poi appoggiò la mano sulla mia guancia con delicatezza. Una delicatezza che facevo ancora fatica a realizzare. Lo guardai, in attesa di vedere che cosa avrebbe fatto. I nostri nasi si toccavano, le sue labbra ad un soffio dalle mie. Billy le socchiuse e d'istinto feci lo stesso. Esalò il fumo attraverso le mie labbra, ed io inalai come se si trattasse dell'unico filo d'aria che mi tenesse in vita. Mi sembrava di sentire il mio cuore battere prepotentemente contro la mia cassa toracica. Billy si allontanò dal mio viso e mi sorrise pigramente.

-Riesci a sentirlo?

-Che?

-Il mio cuore. – mormorò, concentrandosi su quel suono. -Batte fortissimo.

La marijuana cominciava veramente annebbiare i miei sensi. -Sento qualcosa. Ma non so se è il mio di cuore o il tuo.

-Mh. Oh! Credo che stia battendo al ritmo di Rock you like a hurricaine!

Lo guardai ad occhi spalancati, incredula. -Sei serio?

-Ascoltalo, è uguale! – posò la sua mano sulla mia nuca e mi avvicinò al suo petto. Vi poggiai contro il mio orecchio. Aveva ragione.

-Here I am... - canticchiai, seguendo il ritmo. Poi alzai il capo e lo rimpiazzai con la mia mano, Billy annuì e ciò che seguì uscì all'unisono dalle nostre bocche:

-Rock you like a hurricaine. – era incredibile. Ci guardammo l'un l'altro, sorpresi. -È assurdo. – aggiunse.

Tornai ad appoggiare la testa al suo petto. Ascoltai i battiti del suo cuore.

-Anche lui è rockettaro nell'animo.

I suoi muscoli addominali si contrassero con la sua risata. Il suo petto vibrò. Sentire il suo cuore si trasformò improvvisamente in qualcosa di emozionalmente forte. Era qui, in carne ed ossa. Era vivo. Mi sentii travolgere lentamente dalle mie stesse emozioni e improvvisamente sentivo il bisogno di stargli più vicino. Nascosi il viso nell'incavo del suo collo, fra i suoi capelli. Inspirai a pieni polmoni il suo profumo. Sotto a quello della sua colonia, riuscivo a sentirlo. Il profumo della sua pelle. Sentii la sua mano posarsi sulla mia testa e accarezzarmi i capelli. Le sue dita si infilarono fra questi, massaggiandomi la nuca.

-Mh... - sospirai, soddisfatta.

-Come diavolo fanno ad avere un colore tanto acceso?

-Che?

-I tuoi capelli.

Feci spallucce. -Sono nata così.

-Dio. Sia benedetta Susan.

Sorrisi contro la sua pelle. -Ti piacciono?

-Ne vado matto.

Nonostante i miei sensi alterati, ero cosciente che quelli di Billy lo fosse quanto i miei. Normalmente, non avrebbe mai detto quel genere di cose ad alta voce. Non avrebbe mai parlato così apertamente e basta. Senza inibizioni. Mi piaceva quella versione di Billy. Riusciva a dirmi cose che altrimenti si sarebbe sempre tenuto per sé.

-Mi sono sempre chiesto se i tuoi capezzoli fossero dello stesso colore dei tuoi capelli.

Risi. Perché la versione di Billy senza inibizioni comprendeva anche quello. Il suo lato perverso era moltiplicato.

-E lo sono?

Mi ricordai che li aveva visti, la sera prima. Mi sentivo arrossire nuovamente.

-Cazzo, sì.

La canzone che stavano trasmettendo alla radio terminò e ne iniziò un'altra. La riconobbi immediatamente. Can't fight this feeling anymore. Le prime note di pianoforte aleggiarono nell'aria e sentii il mio cuore riscaldarsi, i brividi apparirono sulla pelle. Quella sensazione che si sente quando si ascolta una canzone che trasmette qualcosa. Era una di quelle canzoni che mi facevano sognare, sperare nel vero amore. Che mi lasciavano immaginare cosa si proverebbe a viverlo. Sorrisi e sospirai.

Billy sbuffò. -Strano.

-Cosa?

-Che ti piaccia.

-A te non piace? È bellissima, Billy. Ascolta le note del piano. Come sono dolci, come ti avvolgono. E le parole...

I can't fight this feeling any longer

-Quando l'ascolto ho l'impressione che tutti i miei problemi possano sparire. Mi sembra di essere...altrove.

-Mh, e dove? – si era voltato sul fianco e mi stava guardando con aria realmente interessata.

-Non lo so. Una sera d'estate al drive-in. Sì, sono al drive-in. Adoro i drive-in.

-E cosa ci fai lì?

Riflettei, chiudendo gli occhi e cercando di immedesimarmi nella situazione.

I only wish I had the strength to let it show

-Stanno trasmettendo un film d'amore. A me piacciono ma non è quello a rendere tutto magico. Sono venuta solo per stare con la persona che amo.

-E cosa succede? – aprii gli occhi e lo guardai.

'Cause I feel so secure when we're together

-Sono le prime uscite. Allora sento le farfalle nello stomaco e mi esplode il cuore non appena ci guardiamo o ci tocchiamo. 

-Ti esplode il cuore?

-Mh mh. Sì. Perché sei felice. E senti di provare qualcosa che non ti spieghi nemmeno tu.

Le sue dite giocavano con le mie mentre, genuinamente attento, mi guardava sotto le lunghe ciglia. Fatto e stupendo.

Rimanemmo a guardarci senza parlare. Nemmeno io avevo più inibizioni, perciò gli posi la domanda seguente: -Cosa avresti fatto se non fossi uscito con me stasera?

-Dio, non lo so. – borbottò. -Forse sarei andato alla festa di Tommy. Ci sarebbe stata Tina.

-Oh.

Lui continuò a parlottare, totalmente ignaro del mio cambio d'umore. -Cazzo, organizza ancora feste, anche se è finito il liceo. È uno dei pochi a farlo.

-Ti sarebbe piaciuto andarci?

Tina, come tutte le altre ragazze, non solo era ceduta allo charme di Billy per le sue prodezze sessuali. Sotto sotto, desideravano qualcosa in più. Sapevo che tutte le ragazze sognavano di poter cambiare Billy Hargrove. Di essere le prime a tirar fuori il suo lato romantico, a farlo cadere ai loro piedi. Trasformare il cattivo ragazzo di Hawkins e farlo innamorare.

-Senza dubbio. – confermò, sbuffando una risata. Sorriso sporco. -Ci sarebbe stato da divertirsi. Iniziare l'anno come si deve.

Mi sembrò di ricevere una secchiata d'acqua ghiacciata. Slacciai le dita dalle sue e fissai il tetto della Camaro. Evidentemente, se ci fosse andato ci avrebbe sicuramente fatto qualcosa. Magari lei lo avrebbe preso per mano e lo avrebbe guidato al piano superiore, promesse oscene sussurrate all'orecchio di lei.

-Ehi. – mi diede una leggera gomitata. Lo ignorai. Stupida marijuana e il moltiplicare delle sensazioni. Mi girai di fianco e gli diedi la schiena. Mi spostò i capelli e affondò con il viso nell'incavo del mio collo. Le sue labbra mi solleticarono la pelle. -Stavo scherzando.

Mi voltò nuovamente sulla schiena e il suo viso entrò nel mio campo di visione. Riccioli che ricadevano attorno al viso. Sorriso divertito. Occhi che brillavano dello stesso divertimento. 

-Ho tutta un'altra idea di Capodanno da urlo, Max. 

-E sarebbe?

Mi allargò le gambe e si posizionò sopra di me. Lo lasciai fare perché dal mio tono di voce piatto sembravo abbastanza disinteressata e distaccata. O almeno lo speravo. E sotto sotto, quando lo vidi sopra di me, torreggiarmi, non avevo più voglia di spostarlo.

-Sballarmi a merda a Lovers Lake. – avvicinò il viso al mio e mi baciò. Era un bacio casto, che probabilmente non avrebbe significato niente per qualcun altro. Ma era proprio quello a renderlo speciale. La rabbia di poco prima iniziò a svanire nel nulla. Il mio cuore prese a battere, a riscaldarsi delle sue parole.

'Cause I can't fight this feeling anymore

Mi parlò sulle labbra, sfiorandole con ogni loro movimento. -Con te nella Camaro.

I've forgotten what I started fighting for

Catturò il mio labbro inferiore fra i denti e tirò leggermente. Affondai con le mani nei suoi capelli e lo attirai a me. Il suo medaglione scappò dalla sua camicia e finì sul mio petto. I nostri respiri si mischiarono. Baciarlo era qualcosa fuori da questo mondo. Era etereo.

It's time to bring this ship into the shore

-Sei mia, Max. – il suo pollice tracciò il mio labbro inferiore mentre mi guardava negli occhi. Sguardo annebbiato dal fumo ma intensi come non mai. E lì, mi sembrò che il cuore stesse letteralmente per esplodermi. Perché mi sentivo talmente felice che mi faceva quasi male.

And throw away the oars, forever

Non dissi nulla, chiudendo nuovamente la distanza fra le nostre bocche. Chissà se si sarebbe ricordato di tutto ciò che mi stava dicendo il giorno dopo. Io me lo sarei ricordato per sempre.

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