Good Girl | Billy Hargrove

By Honeymoon_28

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Billy Hargrove aveva sempre saputo che il mare prometteva di lavare via tutto, di fargli dimenticare. Non sap... More

Escapade
Blame it on the holidays
Late night talking
Old habits die hard
Burger Break
Not so Lovers Lake
Stranger thoughts
Ego's bruises
Blame it on the weed
Yo-yo feelings
Let me in
If you're a good girl
You wanna play that game?
The worst in me
In a big mess
Something new
Rock my year
Heated kisses and motor oil
I'll make you feel good
What is that feeling?
Runaway
You promised
Shattered
I still want you girl
Maxie
Bitter truth
Closure
Saint Valentine...or not
Bad news
Stranger things happen
Dark times
Vecna's curse
Worlds apart
Losing ground
Hearts Broken in Two
And nothing else matters
The Dive
War is coming
The Creel House battle
Hungry Eyes
CONTINUO/FINALE ALTERNATIVO?

You're coming with me tonight

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By Honeymoon_28

31 DICEMBRE 1985

Siccome i ragazzi avrebbero fatto una sorta di campagna speciale con l'Hellfire Club per Capodanno, decidemmo di vederci tutti quanti prima della serata, da Hideaway. Lucas, ovviamente, sarebbe andato alla festa di Jason Carver.

Guardai Dustin prendere a forchettate aggressive la sua salsiccia e ficcarsela in bocca. Lucas gli scoccò un'occhiata disgustata.

-Sono le cinque e mezza. Non è neanche ora di cena, Dustin.

-E allora?

-Amico, quand'è che finirai di mangiare quello schifo pieno di grasso?

Dustin posò la forchetta sul piatto, seccato.

-Non siamo tutti come te. Avere quattro addominali non è la priorità nella vita, okay?

Lucas alzò gli occhi al cielo e scosse la testa. Prese un sorso della sua bottiglia di Coca. Dustin ce l'aveva ancora con lui per abbandonare il suo posto nella campagna. Mi guardai attorno, cercando di distrarmi da quel battibecco che durava da quando ci eravamo seduti a tavola. Mike scoccò loro un'occhiata annoiata e, con la mano sotto al mento, tornò a guardare fuori dalla finestra. Era ben troppo distratto per fare l'offeso con Lucas.

-A Suzie piaccio così, mi chiama Dusty Bun. – allungò il mento e sgranò gli occhi, pronunciando il nomignolo che la sua ragazza gli aveva attribuito.

-Ah, ancora non ti ha mandato a quel paese?

-Se uscissi un po' meno con quegli idioti della squadra sapresti che abbiamo fatto sette mesi! 

-Gesù, okay!

Sospirai. -Ragazzi.

Dustin mi puntò addosso la forchetta piena di uova e salsiccia. -Tu sei d'accordo con me, l'hai detto anche tu che Lucas è sparito. Non esce neanche con noi stasera per starsene con quelli là.

Quando Lucas si voltò a guardarmi abbassai il capo sulla mia cioccolata e la rimestai con il cucchiaino. Era vero, ma era comunque strano che Lucas sapesse che l'avessi notato.

-Sì, è vero, ma...

-Ecco. E ovviamente Mike mi lascia sempre affrontare queste conversazioni da solo. – commentò con un tono strabordante di acidità. Mike sembrava altrove, erano almeno cinque minuti che girava il suo cucchiaino nella cioccolata. Dustin gli diede un calcio sonoro sullo stinco.

-Ahi! Ma che cazzo? – scattò andando a massaggiarsi la zona colpita. Dustin sorvolò il suo impreco e tornò a prendere a forchettate il suo piatto.

-Ci hai ascoltati almeno?

-Sì, sì...

-Cosa abbiamo detto?

-Qualcosa del tipo che Lucas ha dei bei addominali.

-No, stiamo parlando del fatto che Lucas non esce più con noi!

-Ehi, sono qui! – Lucas agitò la mano, seccato dal fatto che si parlasse di lui come se non fosse presente.

-Che hai? – diedi una spallata gentile a Mike. Egli sospirò e lasciò stare la sua bevanda.

-Non ho niente...sono solo...sono solo un po' giù di morale perché ormai io ed El non ci possiamo vedere.

Dustin guardò il soffitto, esasperato. -Oh, andiamo. Sempre la stessa storia.

Mike gli scoccò un'occhiata incattivita. -Almeno tu sei riuscito a vedere Suzie!

-Dagli un po' di corda, Dustin. – aggiunsi.

Non avevo mai vissuto una relazione a distanza ma capivo bene la sensazione che si poteva provare stando lontano da qualcuno per cui si prova qualcosa. O almeno una sorta di attrazione...non sapevo nemmeno io cosa fosse. Mi isolai dalla loro conversazione senza rendermene conto, e pensai a Billy. Chance mi aveva chiamata, ma dopo il risvolto di situazione fra me e Billy non avevo più nessuna voglia di andarci e avevo gentilmente rifiutato. Era qualche giorno che avrei voluto chiedergli che cosa avrebbe fatto lui a Capodanno, ma non volevo conoscere la risposta. Sarebbe andato ad una qualche festa anche lui, magari organizzata da Tommy o qualche ex studente del suo stesso anno. Mi domandai cosa passasse nella sua di testa, se per lui significassi qualcosa di diverso. Era sempre stato il tipo da una botta e via. Era raro che fosse uscito più di una volta con la stessa ragazza, e se lo faceva la cosa rimaneva puramente fisica. Io non volevo essere solo una cosa fisica. Non avrei mai voluto esserlo per nessuno.

• ───────────────── •

-Ma', sono a casa. – annunciai.

Mi tolsi le scarpe e appesi il cappotto all'entrata.  Vidi mia madre seduta davanti alla TV, dalla quale proveniva il suono basso di un film. Stava guardando una commedia romantica, ne approfittava quando Neil non era in casa. Mi accolse con un sorriso dolce.

-Come è andata, tesoro? Come stanno i ragazzi?

-È andata bene, sì. Stanno tutti bene.

-E quali sono i tuoi programmi per stasera?

Sospirai dando un'occhiata al film, era un passaggio con una scena emotiva. Non sapevo che cosa avrei fatto. Sapevo che Neil aveva il turno notturno, perciò non avevano programmato nulla. Billy, per l'appunto, aveva sicuramente qualcosa in programma ed il solo pensiero mi demoralizzò un poco. Sapevo che il fatto che il nostro rapporto fosse cambiato non implicava nulla. Ma comunque.

-Non lo so. I ragazzi hanno una sorta di campagna di Dungeons & Dragons ma a me non interessa molto. Penso che starò a casa.

Mia madre annuì, pensierosa. -Mi dispiace...beh, visto che Neil non c'è io andrò probabilmente dai Williams. Mi hanno invitata a cena. Puoi venire con me, però devo avvisarli in anticipo. Sono già... - e sollevò il polso per guardare l'orario. -...le sette e mezza.

Nell'udire il nome di famiglia dei vicini in questione venni presa dall'agitazione. Il signor Williams era passato in auto davanti a me e Billy. Sapevo che molto probabilmente non aveva visto nulla, ma era meglio prevenire che curare. Non me la sentivo di andare da lui.

Mi sistemai nel divano, cercando di mascherare il mio disagio. -Uhm...no mamma, tranquilla. Preferisco stare qua a casa, tanto Capodanno non è così importante per me. 

Mentivo. Per me Capodanno era importante eccome, soprattutto sapendo che avrei passato la serata a immaginarmi cosa avrebbe fatto Billy.

-Sei sicura? Staresti a casa da sola, io tornerò dopo mezzanotte perché festeggeremo.

L'aprirsi della porta anticipò qualsiasi mia risposta e mi sentii rizzare i capelli per l'anticipazione. Lo udimmo posare le chiavi nell'apposita ciotola e tossire, schiarendosi poi la voce. Non mi voltai a guardarlo per paura che qualsiasi mio gesto potesse risultare sospettoso agli occhi di mia madre.

Lei appoggiò il braccio sullo schienale del divano e si voltò a guardarlo. -Ehi tesoro. Finalmente, ti hanno fatto finire tardi.

Dall'incidente, mia madre aveva preso l'abitudine di chiamarlo con quel nomignolo. Potevo dire che all'inizio a Billy aveva fatto strano, c'era voluto del tempo perché ci si abituasse. Ma potevo anche dire che la cosa gli facesse piacere.

Lo sentii avvicinarsi.

-Ciao, Susan. Sì, stasera ho chiuso io.

Cercai di non dare a vedere che stessi deglutendo quando lo vidi fermarsi accanto a me.

-Ehi.

Non distolsi lo sguardo dalla TV. Cercai di ricambiare con la stessa casualità, sforzandomi di risultare annoiata come al solito. -Ehi.

Mia madre sospirò, probabilmente esasperata nel notare che visibilmente gli stessi tenendo ancora il muso. -In ogni caso, stavo dicendo a Maxine che vado a cenare dai Williams. Tu esci stasera, vero?

Billy annuì e diede una breve occhiata alla TV. -Sì, un amico organizza una festa perciò fra poco esco. Mangio qualcosa di veloce prima di partire.

Ecco.

-E quella ragazza? Come si chiamava...Tina?

-Sì, sì uhm...ci vado con lei stasera.

Mi alzai dal divano e li lasciai discutere, diretta in cucina. La mia serata si sarebbe prospettata molto allettante. Avrei molto probabilmente ordinato una pizza per alleviare la mia desolazione. Non sapevo neanche perché me la stavo prendendo. Che cosa potevo aspettarmi? Billy era un ragazzo a cui piaceva divertirsi e aveva vent'anni, non sarebbe sicuramente rimasto a casa.

Mentre consultavo l'annuario per trovare il numero del fattorino delle pizze, lo udii entrare in cucina. Mi voltai a guardarlo. Cercai di sorvolare il fatto che quei pantaloni da lavoro in dosso gli conferissero un fascino particolare.

Il suo sguardo cadde sull'annuario. -Che fai?

Alzai gli occhi al cielo, cercando di non risultare troppo irritata.

-Ordino una pizza.

Scosse la testa e mi sganciò l'annuario dalle mani, lasciandolo sul tavolo.

-Stasera esci con me.

Gli lanciai un'occhiata torva e incrociai le braccia al seno. -Non vengo a quella stupida festa, Billy.

Sapevo che molto probabilmente aveva detto di Tina per stare al gioco e non destare sospetti. Ma vedere tutte le ragazze sbavare ai suoi piedi e lui possibilmente starci? Neanche per sogno. Sperai che dopo ciò che avessimo condiviso, non lo facesse in ogni caso. Ma come si dice, lontano dagli occhi, lontano dal cuore.

-Non andiamo a nessuna festa.

Aggrottai la fronte sospettosa. Eppure a mia madre aveva specificamente spiegato che sarebbe andato ad una festa.

-Hai detto... - iniziò, con timbro basso. Diede un'occhiata alle sue spalle, poi tornò a guardarmi e si avvicinò a me. -...a quell'idiota che non uscirai con lui né ora né mai?

Chance.

Fu davanti a me, a pochi centimetri di distanza. Alzai il mento senza abbandonare la mia postura di difesa. -Dipende. Gli ho detto che stasera non ci uscirò. Per il resto vedremo.

Gli occhi gli brillarono. Un sorriso compiaciuto per la mia presa di posizione. 

-Quindi? Che volevi fare?

Appoggiò la mano sul bancone avvicinandosi maggiormente e abbassando la voce, segno che la conversazione non doveva essere ascoltata da mia madre. I suoi occhi studiarono attentamente il mio viso. -Tante cose. Ma a parte quello...ricordi la roba che abbiamo fumato da Munson?

Annuii.

-E se ti dicessi che stavolta è dieci volte più potente?

Strinsi le labbra e feci finta di riflettere su quella proposta allettante. Il suo viso a poca distanza del mio aveva in realtà già condizionato la mia risposta.

-Suona bene.

-Suona bene?

-Mh mh.

Alzò la voce, un lampo di trionfo nello sguardo. -Susan, porto Max con me stasera.

-Ma non sarai sola, tesoro?

-Uhm...ci sarà Lucas, mamma.

-Lucas? Ah, beh...va bene ragazzi. Avete ragione, dopotutto è Capodanno. Fate attenzione però. E tieni d'occhio tua sorella, Billy.

Feci una smorfia internamente. Per quanto riguardava Billy, invece sembrava che l'appellativo lo elettrizzasse soltanto di più. Avevo poco da sorprendermi, Billy andava matto per il brivido del proibito, del pericolo. -Sì, ma'.

-Vado a farmi una doccia. Fatti trovare pronta per le otto. Qualcosa di carino, ma non troppo pesante, staremo al caldo. Mh? – le parole rotolarono sulla sua lingua come cioccolato fuso, con tono basso e suadente.

Resistetti alla volontà di chiudere la distanza con le sue labbra e annuii in silenzio. Non ebbi troppo tempo per farlo perché si allontanò e mi diede le spalle. Approfittai del fatto che stesse uscendo dalla cucina per dare un'occhiata al suo fondo schiena fasciato in quei maledetti pantaloni. Mi schiaffeggiai mentalmente. Prima d'ora il fondoschiena degli uomini non mi aveva mai particolarmente attirato. Le cose stavano cambiando.

Quando fui pronta, mia madre era prossima ad uscire per la cena. Uscii dalla mia stanza e intercettai Billy, anch'egli pronto. Mi guardò da cima a piedi indugiando sulle mie gambe, sistemandosi la giacca in pelle.

-Da quando metti le gonne? – mormorò, avvicinandosi a me. Mi passai una mano fra i capelli sciolti, pur di tenerle occupate e sembrare a mio agio sotto il suo sguardo incandescente.

-È Capodanno.

-Mh, peccato che non sia Capodanno tutti i giorni allora. - poi si guardò alle spalle. -Siediti dietro, in auto. Susan pensa ancora che Tina venga con noi.

Quella di menzionare Tina era stata una idea, una sua stupida idea. Sospirai scocciata e gli passai accanto dandogli una spallata. Lui alzò le mani in finto segno di resa e mi seguì verso l'entrata.

Billy tenne la porta aperta a mia madre che aveva le mani occupate con una torta. -Sì, ecco, prendete le chiavi. Io sarò a casa massimo per l'una, ma preferisco chiudere a chiave essendo che non c'è Neil.

-Faremo le cinque al massimo. – rispose Billy.

-Divertitevi, ragazzi!

Salutai mia madre con un gesto della mano mentre salivo nella parte posteriore dell'auto. Lo spazio non era molto. Sbuffai chiudendomi la portiera alle spalle. Incontrai il suo sguardo spavaldo attraverso lo specchietto retrovisore. Si stava divertendo un mondo.

-Andiamo. – ordinai seccamente. Billy scoppiò a ridere ma tornò a guardare la strada. Non appena ci saremmo allontanati mi sarei arrampicata sul sedile del passeggero.

AVVERTIMENTO

Dal prossimo capitolo in poi, inizieranno ad esserci le cosiddette scene/situazioni SMUT (scene erotiche), che ho l'abitudine di dettagliare come dettaglio ogni cosa pur senza ricadere nel volgare. Se queste possono infastidirvi, ditemelo e cercherò di renderle il più vaghe possibile.

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