Good Girl | Billy Hargrove

By Honeymoon_28

22.7K 950 598

Billy Hargrove aveva sempre saputo che il mare prometteva di lavare via tutto, di fargli dimenticare. Non sap... More

Escapade
Late night talking
Old habits die hard
Burger Break
Not so Lovers Lake
Stranger thoughts
Ego's bruises
Blame it on the weed
Yo-yo feelings
Let me in
If you're a good girl
You wanna play that game?
The worst in me
In a big mess
Something new
You're coming with me tonight
Rock my year
Heated kisses and motor oil
I'll make you feel good
What is that feeling?
Runaway
You promised
Shattered
I still want you girl
Maxie
Bitter truth
Closure
Saint Valentine...or not
Bad news
Stranger things happen
Dark times
Vecna's curse
Worlds apart
Losing ground
Hearts Broken in Two
And nothing else matters
The Dive
War is coming
The Creel House battle
Hungry Eyes
CONTINUO/FINALE ALTERNATIVO?

Blame it on the holidays

826 28 18
By Honeymoon_28



27 NOVEMBRE 1985

Il bar era pervaso da un profumo rilassante di caffè, cannella e cioccolato. Max prese un respiro profondo e si avvicinò al bancone. Ordinò due tazze di cioccolata e andò a cercare Billy. Sapeva che l'avrebbe seguita. Non l'avrebbe lasciata andare da sola ed era troppo testardo per restare fuori. Posò due tazze sul tavolo che lui aveva trovato in un angolo del bar. Guardò fuori dalla finestra e si leccò le labbra.

-Odio la neve. - disse.

In risposta lui bevve un sorso del suo drink e poi sbuffò. Alla cioccolata mancava qualcosa, così tirò fuori la fiaschetta di zucchero e vi versò quello che poteva. Prima ancora che potesse prenderne un sorso, Max afferrò la sua tazza e se la portò alle labbra.

-Grazie. – fece un sorrisetto provocatorio e lui scosse la testa, prendendo l'altra tazza e facendo la stessa cosa. 

Guardarono fuori dalla finestra, Max appoggiò il mento sulla mano mentre con l'altra beveva la sua cioccolata a sorsi. I suoi capelli erano umidi per la neve che vi scioglieva e le sue guance erano rosse quanto essi, a quel punto.

-Sarebbe la stagione perfetta per fare surf la sera, in California. - Billy sospirò e bevve un sorso, senza curarsi del fatto che gli potesse bruciare il palato.

-Non l'ho mai fatto prima.

-No?

-No.

-Aggiungilo alla tua lista di cose da fare, Max. Ti piacerà fare roba del genere.

L'angolo della sua bocca si sollevò in un sorriso, prima che bevesse un sorso.

-Sì. – lo guardò, notando che non le stava prestando attenzione. Gli diede un calcio leggero e lui sospirò, voltandosi verso di lei. -Dai, voglio arrivare a casa in fretta.

• ───────────────── •

Una sigaretta condivisa e due tazze di cacao diedero loro il coraggio di andare avanti. E ogni tanto commentavano il tempo. Sì, il tempo. Stavano parlando del fottuto tempo finché lui non parlò di qualcos'altro.

-Quali sono i tuoi ah... piani quest'anno? Uscire con questi tuoi idioti?

-Forse. Byers non tornerà prima delle vacanze di primavera. Lucas va nel Maine per la famiglia, Dustin e sua madre invitano gente a casa. Ci saranno solo i Wheeler e Steve in città che sono liberi. Quindi...

-Harrington? Credevo che fosse diretto a New York per un'azienda d'affari.

Max gli lanciò un'occhiata. -Da quando parli con Steve?

Lui si schernì facendo spallucce. -Ogni tanto si ferma al negozio.

-Allora ne sai più di me. Mike ad esempio non è così caloroso con me.

-Caloroso? Cos'è, tipo che ci state dando dentro?

Max arrossì mentre lui sorrideva, sardonico: -No, pervertito! È molto preso da Jane. Da quando... da quando... beh... è diventato strano e basta.

Si fecero silenziosi.

-Cazzo, Max. Non ho idea di come abbiate fatto. Ancora non capisco cosa cazzo sia successo lì dentro.

Il volto di lui era rabbuiato, così Max ancorò il braccio al suo.

-Non devi capire. Devi solo guardare avanti... spero che non succeda più nulla, è tutto ciò che voglio per Natale.

Lui abbassò lo sguardo sulle loro braccia con l'ombra di un sorriso divertito sul volto.

-Come mai tutto 'sto contatto fisico, stasera? - le diede una gomitata leggera e lei alzò le spalle.

-Lo spirito natalizio e tutto il resto.

-Siamo ancora a novembre... – borbottò lui a voce abbastanza bassa sperando non sentisse.

La loro casa si intravedeva e Max non aveva ancora lasciato il suo braccio. A lui non sembrava dispiacere. Era soltando fuori dal comune per entrambi. La cioccolata calda, la voglia di stare insieme, il contatto. Rabbrividì quasi visibilmente. Pensò che fosse piacevole, tanto per cambiare. Probabilmente l'alcool contenuto nella cioccolata aveva allentato maggiormente le sue inibizioni.

Lui le lanciò un'occhiata e si schiarì la voce.

-Dobbiamo capire cosa dare a Susan e Neil.

-Prendigli un kit di attrezzi, tanto finirai per usarlo comunque, ma credo che il sentimento ci sia. Per mia madre, una sciarpa.

Finalmente Max lasciò presa e lui aprì la porta. Gettarono le tazze nella spazzatura e si tolsero le scarpe vicino alla porta. Max si fece subito una doccia calda e lui andò in camera sua.
Era arrivato a Natale. Max sapeva che in tutta onestà, Billy non pensava avrebbe vissuto fino a diciotto anni. Pensava che si sarebbe ucciso prima, o che Neil lo avrebbe ucciso, o che l'incidente al centro commerciale lo avrebbe ucciso. Ogni tanto lo sentiva, sapeva che ogni notte aveva terrori notturni, notti inzuppate di sudore e mani che tremavano. Più spesso di prima, allungava la mano verso il pacchetto di sigarette per gestire le proprie emozioni.

Ma ce l'aveva fatta, e Max non riusciva ad immaginarsi un finale alternativo.

All'inizio, non si allontanava mai da lui. Non lo toccava. Non gli teneva la mano e non diceva nulla. Si limitavo a guardarlo senza lasciare trasparire alcuna emozione, poi riprendeva a leggere il libro che aveva in mano. Sua madre aveva in qualche modo sviluppato un carattere nel periodo del suo incidente. Si assicurava di parlare con un po' più di sicurezza a Neil, dicendo "no, grazie" quando non le piaceva qualcosa. Questo sconcertava tutti loro.

Ma il padre di Billy non era mai cambiato. Beh. Almeno non in meglio. La bottiglia o il fiasco non erano mai troppo lontani dalla sua presa. Almeno mia madre era abbastanza intelligente da iniziare ad allungare certi alcolici con l'acqua o a comprare le bottiglie di birra più piccole. Lui se ne era accorto, ma lei si era limitata a dire che "il prezzo era più basso".

A Max venne da pensare che lei e Billy potessero davvero diventare qualcosa di più di semplici estranei in una casa.

Fratelli.

Non parlavano mai veramente delle cose. Quando lo facevano, lei parlava con calma per aiutarlo a capire, ma era tutto ancora così nuovo per lui. Jane? Hopper? Il sottosopra? Il Mostro Ombra? Faceva delle domande e lei gli rispondeva.

Max si passò una mano sugli occhi, la sua stanza si era riempita di ombre colorate di rosso e bianco per via delle luci che Neil aveva messo stamattina. Lo immaginò di nuovo. Il tentacolo strisciante di quel mostro. Se ci pensava bene, poteva vedere i morsi sulla pelle di Billy. Emise un gemito sommesso e sbatté le palpebre una e due volte, allontanando il braccio dal viso. Non doveva più pensarci. Prese la radio che Mike le aveva regalato l'altro mese. Billy si stava sicuramente facendo la doccia, perché sentì nuovamente l'acqua scrosciare.

Girò la manopola della radio e chiamò.

-Wheeler, Wheeler, ci sei?

Silenzio.

-Wheeler?

Di nuovo, silenzio.

Sospirò, pronta a spegnerla, poi la radio prese vita.

-Sono Mike.

-Volevo solo augurarti buone feste, Mike. – dissi gentilmente.

-Oh! Ciao Max! Anche a te! Siete i benvenuti quando volete, credo che Nancy cercherà di convincere anche Steve di venire quando tornerà da ovunque si trovi ora.

-Oh. Beh, okay.

Volevo tanto piacere a Mike. Facevamo parte di un gruppo di amici anche a scuola, ma da quando Jane era tornata...

Beh... c'era un leggero tremore tra loro. A lei piaceva Undi. Avrebbe voluto solo poter essere ancora sua amica senza che lei dovesse sempre cercare di leggere fra le righe. Sicuramente era perché Max e Lucas non stavamo più insieme.

-Grazie per aver chiamato. Buone vacanze, Max.

-Buone vacanze, Mike.

Con un clic, la radio si spense e Max si raggomitolò sul letto. Gli occhi guardavano il paesaggio di luci rosse e bianche che illuminavano la mia stanza. Doveva essermi assopita per un momento, finché non sentì bussare alla porta e si alzò di scatto a sedere. Billy era lì in piedi.

Indossava dei pantaloni della tuta neri e un pullover rosso scuro. Appoggiò un braccio allo stipite della porta sopra alla sua testa mentre scrutava la sua stanza.

-Vieni?

Per la prima volta nella sua vita, Billy le stava chiedendo se volesse uscire dalla stanza e passare del tempo con lui. Rimase per un attimo sbalordita prima di deglutire a fatica e annuire.

-Solo un secondo.

-Va bene.

Lui se ne andò e Max emise un sospiro di sgomento. Le ginocchia le sembravano più fredde che mai e ora guardava verso lo stesso punto in cui si trovava lui prima. Afferrò un maglione e poco poco dopo si ritrovò sul divano con Billy. Aveva acceso il fuoco e una candela. Accese una sigaretta mentre guardavamo la televisione. Per quella frazione di secondo in cui era sintonizzata sul canale delle notizie, Max gli chiese di non cambiare.

-"La neve sta scendendo molto forte qui sull'autostrada 10! È così forte che le strade si sono ghiacciate e hanno isolato quelle del centro commerciale Starcourt".

Si guardarono l'un l'altro.

Prima Billy sospirò, poi disse: -Immagino che per stasera saremo solo noi.

Non era la prima volta che stavano a casa da soli. C'eravano state volte in cui Neil aveva portato fuori Susan, solo per una notte, e Billy era rimasto a occuparsi di lei. Ma quelle volte erano passate da un po' di tempo. Di solito Max per evitarlo passava la notte da un'amica. Questa notte qualcosa cambiò fra di loro. Qualcosa in Max che le fece desiderare di legare con lui. Qualcosa in Billy, lo aveva reso un po' più tollerante nei suoi confronti.

Qualunque cosa fosse, era sicuramente colpa delle vacanze.

Si alzò e prese una lattina di birra prima di lanciarne una a Max che afferrò con facilità, poi si sedette nuovamente accanto a lei. Con il ronzio sommesso della televisione che riempiva la stanza, il clic della lattina la fece trasalire. Improvvisamente sentì il peso della loro solitudine. Gli lanciò una rapida occhiata: lui stava guardando i colori che cambiavano sullo schermo.

Bevve un sorso della propria lattina e serrò la mascella.

-Una cosa che ti manca della California? – le chiese.

Ogni tanto facevano questo gioco. Max lo chiamava il gioco della California, e Billy faceva sempre le domande.

-Le colline di San Clemente.

Sbuffò: -Ho fatto l'esame di guida lì, quelle colline sono fottutamente stronze per il limite di velocità.

-È così fino a San Diego?

Lui annuì. -Non avevo intenzione di fare l'esame a Mira Mesa. Inoltre, avrei guidato fino a Huntington Beach indipendentemente dal fatto che l'avessi passato o meno.

Entrambi bevvero.

-Cosa ti manca d'altro della California?

-Quel posto dove mi hai portato a Laguna Beach.

-Sound Spectrum?

Max annuì con un sorriso malinconico.

-Aveva sempre i dischi e le cassette migliori e più recenti. Qui i negozi sono in ritardo di almeno qualche mese rispetto alle date di uscita.

Lui sbuffò: -Però costavano un casino.

-Sì, ma... in realtà è il giorno che mi manca di più. Neil e mamma erano andati a Las Vegas per il fine settimana e tu eri  rimasto con me. Mi avevi portata a Laguna e mentre tu te ne andavi con i tuoi amici, mi avevi anche dato venti dollari e mi avevi lasciata fare quello che volevo, a patto di incontrarti giù alla spiaggia.

-Davvero?

Max sorrise lievemente: -Sì. Credo che ti stessi incontrando con una tipa. Quel giorno mi hai anche comprato il gelato dopo averla scopata nel retro della Camaro.

Di nuovo una risata.

Max appoggiò la testa all'indietro e guardò il soffitto opaco.

-Cosa ti manca della California?

Con un profondo sospiro, chiuse gli occhi e rimembrò: -Le mareggiate a La Jolla.

Lui emise un suono di approvazione: -Cazzo... sì. Non sono il massimo, ma...

-Era...familiare.

-Ti ricordi di Roberto's Tacos? Quello a Del Mar?

Max si lasciò sfuggire un sommesso gemito: -Cazzo... sì.

-Non c'è niente di paragonabile.

-Niente di paragonabile.

Si guardarono per un attimo prima che lui deglutisse pesantemente e si alzasse.

-Andiamo a sballarci. Parlare di Cali mi fa venire voglia di fumarne una.

Max lo seguì in camera sua. Si fermò un attimo davanti alla porta, esitando.

-Vieni qui, non voglio sporcare la casa. - lui era girato di spalle, mentre estraeva una canna dal cassetto e si sedeva sul letto. Quest'ultimo era spinto contro il muro e Billy aveva aperto la finestra.

Max si avvicinò e si sedette accanto a lui mentre la accendeva e faceva un lungo tiro, poi gliela passò. Si era già sballata in passato, con gli edibili. Fumava sigarette a volte, quindi non poteva essere così male, giusto? Ripetette il suo gesto prima di tossire violentemente, e lui rise.

-Merda, Max. Ma non ti sei mai sballata ?

-No, idiota! È solo che non ho mai fumato una canna prima d'ora! Di solito uso la pipa o gli edibili.

Una mezza bugia.

Lui sorrise e fece un altro tiro, poi lo restituì.

Max si sistemò meglio sul letto e lui scosse la testa: -Non mordo mica, Max.

-Lo so.

-Allora smettila di comportarti come se l'avessi già fatto. - bevve un sorso dalla sua lattina mentre Max alzò gli occhi al cielo.

Si mise più comoda e si appoggiò alla parete con la schiena, con risultato che le loro braccia si sfioravano.

-Spero che rimangano lì per la notte.

Silenzio.

-Sono una persona cattiva per volerlo?

-No. È giusto sperare ogni tanto, Dio sa quanto ne avessi bisogno stasera. - disse lui.

Nel giro di pochi minuti, Max sentì la foschia avvolgere la mia mente. Le luci di Natale cominciarono a confondersi l'una con l'altra. Sentiva il suo corpo leggerissimo e strisciò fino a sdraiarsi sul pavimento al centro della sua stanza. Le sue mani scorrevano sul tappeto su cui si era sdraiata, e canticchiava.

Billy accese il giradischi e trovò un vinile dei Velvet Underground. La musica soft iniziò a suonare in sottofondo. Per un attimo la stanza sembrò girare. I suoi occhi non riuscivano a concentrarsi su nulla, le spalle formicolavano e la bocca si seccava.

Billy non disse nulla. Si sdraiò sul pavimento, con la testa accanto alla sua e sospirò.

-Mi sorprende che tu la prenda così bene.

Max ridacchiò : -Non vivo su Marte, Billy.

Lui scrollò le spalle: -Sì, ma sono sorpreso.

Il rosso lampeggiante diventò bianco. Sentiva la brezza fredda proveniente dall'esterno, ma lei era calda. Sentiva l'alcool che le riscaldava il sangue. Sentiva il calore di Billy al suo fianco. Stava bene.

-Cos'è cambiato, Billy?

Niente. Fu così solo per dieci secondi, comunque, ma lui non disse nulla per quei secondi. Era un silenzio pesante, molto pesante.

-Io... non lo so. Mi hai salvato, Max. Credo che sia questo che è cambiato.

Max lo guardò e i loro sguardi si incatenarono. Gli occhi color ghiaccio di Billy sembravano rompere qualsiasi barriera, raggiungendo la su anima.

In quel momento capì che Billy voleva vivere. Il cammino verso la sua redenzione non sarebbe stato facile, ma lui voleva vivere nel modo giusto. Gli aveva dato questa possibilità al centro commerciale. Tappando i buchi nel suo corpo con qualsiasi tessuto possibile. Premendo sulle ferite in modo da non far uscire più sangue. Fu così sollevata nel constatare che nessuno degli organi principali era terribilmente danneggiato.

Con un sorriso tenero si voltò a guardare il soffitto.

-Non sei così male, idiota.

-Vale lo stesso, stronzetta.

Continue Reading

You'll Also Like

113K 3.5K 62
Ginevra frequenta l'ultimo anno di liceo. Ha una grande passione per il giornalismo e vuole viaggiare il mondo proprio come suo padre. Una sera viene...
7.8K 473 26
Secondo la legge dell'attrazione due calamite di carica uguale sono solite a respingersi, e se questa legge venisse spezzata? πŸ₯‡in #holden 10/09/2024...
39K 862 40
Veronica Collins, una giovane anima segnata dall'ombra del padre, incontrerΓ  Mattheo Riddle, figlio di Lord Voldemort, un essere che disprezza il sen...
47.5K 2.5K 27
"I sogni a volte si trasformano in incubi, e tu sei stato decisamente il mio incubo migliore" A Torino, Sofia crede di star finalmente realizzando i...