Capitolo 2

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Una volta terminata la cerimonia d'apertura, conclusa in bellezza da un commovente e profondo discorso del preside Makarov riguardo l'importanza dell'istruzione che deve essere perseguita con costanza e impegno e ricordando quanto sia fondamentale il rispetto reciproco tra studenti e insegnanti. Il che sottinteso voleva dire: studiate se volete fare qualcosa nella vita e niente botte o risse se no dovete vedervela col sottoscritto. Il preside terminò il suo discorso con un sorriso un po' ambiguo sulla faccia, ma la cosa che più stupì gli studenti novelli fu che li congedò con uno strano gesto della mano. Alzò il braccio destro puntando l'indice e il pollice verso l'alto e infine augurò a tutti un buon inizio anno.

– Che tipo strambo il nostro preside, né Lucy? – esordì Levy mentre si stavano incamminando verso la loro nuova classe.

– Ahah hai proprio ragione! E' così buffo, mi sta già simpatico! – concluse lei ridendo.

Anche Natsu e Grey si stavano dirigendo verso la loro classe ma vennero trattenuti da una voce.

– Ghiacciolo! Fiammifero! Anche voi qui?! – sbottò un ragazzo alto, con dei lunghi capelli neri e con un numero indefinito di piercing sul volto.

– Gajeel!?! – esclamarono increduli i due, rimanendo a bocca spalancata – Che diavolo ci fai qui? – chiese poi Grey.

– Ma dico sei stupido forse? Vado a scuola anche io sai! Ghihihi – rispose lui ghignando.

Natsu, che nel frattempo si era ripreso dallo stupore, disse – Cavolo Gajeel non ti avevo quasi riconosciuto! Da quant'è che non ci vediamo? Saranno tre anni!– si avvicinò stringendogli amichevolmente la mano per salutarlo.

– Accidenti anche tu sei cambiato! Quand'è che sei diventato così forte?! – chiese lui riferendosi alla poderosa stretta di mano.

– Ahah mi sono inscritto in palestra! Per distrarmi sai! – rispose il rosato compiaciuto.

– Comunque sì – riprese il capellone – tre anni fa i miei avevano voluto trasferirsi in un'altra città, ma ora il mio vecchio ha trovato un nuovo lavoro qui vicino, quindi eccomi qua! Ghihi –

– Mi fa piacere rivederti amico! — disse Grey — finalmente qualcuno con qui possiamo divertirci a fare a botte! Né Natsu? — esclamò rivolto all'amico.

– Ci puoi contare, sono tutto un fuoco! – concluse il rosato entusiasta.

I tre ragazzi andarono avanti a parlare per tutto il tragitto fino alla loro classe, che scoprirono essere la stessa, rievocando vecchi ricordi di tutte le loro azzuffate e scazzottate. Quando entrarono, ormai, i posti erano già quasi tutti occupati. Natsu e Grey si dovettero sedere vicini tra le prime file. Gajeel, invece, fu più fortunato riuscendo a trovare un posto in fondo vicino alla finestra.

****

Lucy, che naturalmente si era seduta vicino a Levy, si guardò intorno, giusto per capire con chi avrebbe dovuto trascorrere l'anno. Alcuni visi le sembravano familiari, altri erano del tutto nuovi. Notò una ragazza dai bellissimi e fluenti capelli blu, occhi dello stesso colore ma più intenso, un fisico davvero perfetto. – Juvia!! – la sentì chiamare da un ragazzo alto dai capelli corvini dall'aria minacciosa che si era seduto vicino alla finestra.

– Da quanto tempo Gajeel-kun, a Juvia fa molto piacere rivederti! – disse la ragazza mostrando un largo sorriso. I due poi iniziarono a parlare. ' Che strano' pensò Lucy ' chi l'avrebbe mai detto che una ragazza carina come lei conoscesse un tipo come lui! Sembra simpatica, mi piacerebbe molto conoscerla, magari dopo potrei andare a presentarmi...' concluse la bionda lasciandosi scappare un sorrisetto e annuendo con la testa. Era talmente presa che non si accorse che Levy la stava guardando, divertita, dal suo posto. Dall'espressione estremamente concentrata che aveva sul viso, capì che stava osservando i suoi nuovi compagni. Le venne da sorridere nel vedere la sua amica intenta in quell'operazione. ' Lucy è proprio cambiata' disse fra sé e sé ' fino a qualche tempo fa non le sarebbe neanche passato per la mente quello che invece sta facendo ora. Sarebbe andata di corsa a sedersi aspettando paziente che iniziasse la lezione, senza rivolgere la parola a nessuno a meno che qualcuno non l'avesse rivolta a lei. Proprio come feci io quella volta' ripensò, con un po' di malinconia, a quando si erano conosciute appena qualche anno prima. Ricordava che ci mise un po' prima di decidere ad andare a parlare con lei. La prima volta che la vide pensò che fosse davvero molto carina. Capelli lunghi biondi, occhi grandi color cioccolato, un bel fisico. Provò quasi una vena di invidia, ritrovandosi a comparare il suo fisico al proprio. Bassettina, minuta e poco formosa. Ma quel sentimento si dissolse quasi subito quando notò il suo sguardo. Era vuoto, privo di emozione. Inizialmente non riusciva proprio a capire come mai una ragazza come lei avrebbe dovuto avere uno sguardo simile. I giorni passavano. La vedeva sempre seduta al proprio banco in silenzio o in giro per i fatti suoi, ma quando qualcuno le rivolgeva la parola si trasformava. I suoi occhi si accendevano, tradendo, nonostante lo sforzo, un velo di vuoto, e sorrideva persino, ma quando la conversazione terminava era come se tornasse nel suo mondo. Da sola. Poi capì. Le sue parole e il suo sorriso potevano nasconderlo ma i suoi occhi no, quelli erano occhi di chi aveva sofferto. Levy era sempre stata una ragazza vivace e altruista, ma soprattutto empatica. Sentiva che doveva fare qualcosa per quella ragazza e cosi non poté fare a meno di andare a parlare con lei. Naturalmente lo sguardo che le rivolse era quello che era solita destinare a tutti ma a Levy non importava. Ogni giorno la salutava e cercava di parlare con lei, era quasi insistente a volte, ma alla fine Lucy cedette. Si lasciò andare per la prima volta. Accadde un pomeriggio. Quel giorno Levy era andata in cimitero a portare un saluto ai nonni e per caso vide Lucy. Si avvicinò. Era china su una tomba intenta a posare un mazzo di fiori freschi. Levy lesse un nome che doveva essere quello di sua madre. Trattenne un respiro notando che Lucy stava piangendo. Non l'aveva mai vista esprimere un'emozione che fosse sincera. Senza pensarci o temere di essere indiscreta si avvicinò a lei e sussurrò il suo nome. Quando si voltò, all'inizio fu sorpresa, ma le lacrime stavano ancora scendendo e decise che era inutile trattenersi, ormai. Levy fece per abbracciarla e con grande sorpresa Lucy non si sottrasse anzi, sembrava proprio ciò di qui aveva bisogno. Nonostante la situazione, Levy fu felice di essere passata di li proprio in quel momento. In seguito Lucy le raccontò tutto. Di come aveva perso la madre, la difficoltà nel superare la sua morte e il dolore, nonostante il tempo passato, che la lacerava ogni volta. L'aveva raccontato per la prima volta a qualcuno. Ma Levy non era più una persona qualunque: era una sua amica.

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