Capitolo 25

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Levy e Gajeel rientrarono all'appartamento giusto in tempo per il pranzo.

—Era ora, pensavamo foste dispersi!— li accolse Grey aprendogli la porta.

— Scusate ragazzi, mi dispiace avervi fatto preoccupare... — esclamò Levy visibilmente dispiaciuta.

— Già scusate, ci ho messo più tempo del previsto, trovare una formica sarebbe stato più facile! Ghhihih -- la interruppe Gajeel con i suoi soliti commentini sarcastici. Levy non si trattenne dal rifilargli un'occhiataccia pungente accompagnata però da un sorrisetto arrogante.

— Beh, io sarò piccola ma almeno non sono così tonta da dimenticare di avere un telefono in tasca!— lo canzonò in risposta. Il capellone alzò le mani in segno di resa. Lo scambio di battute fu insolitamente breve infatti poco dopo scoppiarono a ridere entrambi. Tutti i presenti tirarono allora un sospiro di sollievo nel vederli scherzare a quel modo; su una cosa ormai non c'era più alcun dubbio, per quante volte bisticciassero o si urlassero contro alla fine facevano sempre la pace, come se litigare fosse parte di loro ma allo stesso tempo non era contemplabile che si allontanassero l'uno dall'altra. Forse era proprio questo loro modo di fare a renderli così uniti.

— Forza andiamo a mangiare, sto morendo di fame!— esclamò il ragazzo cingendo amichevolmente le spalle della turchina per esortarla a muoversi. Levy strabuzzò gli occhi per la sorpresa di quel gesto inaspettato ma cercò con tutte le sue forze di farlo passare inosservato. Tentativo che fallì miseramente dal momento che non solo lei ma anche tutti gli altri erano rimasti colpiti dall'azione del capellone e di conseguenza avevano notato quanto la piccola Levy fosse imbarazzata. Se ne erano accorti tutti insomma, tranne lui. A volte il capellone sapeva essere tanto spavaldo quanto ingenuo.

— Ehm sì sì andiamo...— replicò con il viso fumante avviandosi verso la cucina.

"Aah mannaggia a te Gajeel! Questa me la paghi!"

— Forza, tutti a tavola! — esortò Erza da brava mammina quale era cercando di riportare l'attenzione su ciò che era davvero importante in quel momento, ovvero riempirsi lo stomaco.

Presero dunque posto al tavolo e iniziarono a godersi il cibo amorevolmente preparato dalle ragazze, e così un'aria allegra si diffuse per il piccolo appartamento. Fuori faceva piuttosto caldo ma, siccome avevano lasciato la porta del balcone aperta, una leggera arietta fresca entrava ogni tanto a portare un po' di sollievo.

Una volta finito di mangiare, poiché alle ragazze era toccato preparare il pranzo, fu il turno dei ragazzi di lavare i piatti e sistemare la cucina.

— Mi raccomando tesoro, pensaci tu a tenerli d'occhio...e voi non vi azzardate a rompere qualcosa!— fece Erza prima rivolta al suo ragazzo e poi ai suoi compagni.

— Non ti preoccupare Erza, — la rassicurò Gerard — sono certo che staranno attenti!—

Naturalmente non era stato facile convincerli; furono necessarie una manciata di occhiatacce e un paio di velate minacce da parte della rossa per far sì che si "offrissero" volontari.

— Allora noi andiamo in camera a riposare un po', grazie ragazzi!— disse Lucy allegra.

— A più tardi! E fate i bravi — scherzò invece Levy. E così il gruppetto si diresse nella grande camera da letto.

Una volta che le ragazze si furono dileguate, i ragazzi si rivolsero a Gerard, pensando tutti la medesima cosa. Fu Gajeel il primo a parlare.

— Ma non ti fa paura stare con lei ?— domandò senza riuscire a trattenersi. Gerard a quel punto scoppiò in una sonora risata.

SINCE OUR EYES METWhere stories live. Discover now