Capitolo 19

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Quella, era una giornata davvero afosa. Una folata di vento fresco sarebbe stata utile per smorzare l'aria pesante e intrisa di tensione che aleggiava nella stanza ma, nonostante la finestra fosse spalancata, un po' d'aria non entrava neanche a pregarla. Erano passati ormai un paio di minuti così, in totale silenzio. Non avevano neanche il coraggio di guardarsi; Natsu aveva perso parte dell'audacia che lo aveva spinto a fiondarsi in casa della bionda e Lucy, dal canto suo, era così confusa da non riuscire a proferire parola.

'Forza Natsu, ricorda che sei venuto qui per una ragione! Ti sei ripromesso che saresti sempre stato fedele a te stesso e alle tue scelte, tira fuori le palle e dì quello che vuoi dire!'

—Lucy...— finalmente riuscì a catturare l'attenzione della ragazza la quale alzò lentamente lo sguardo su di lui. 'Beh il fatto che non mi abbia ancora cacciato vuol dire che non è totalmente arrabbiata con me, questo è già qualcosa...'— ce l'hai con me per il fatto di essere entrato in casa tua di nascosto...?!— azzardò a chiedere cercando di avviare un discorso.

—Come? ...Ti ho detto di no Natsu...anzi, in realtà un po' sì, mi hai fatta spaventare a morte! Ma non è quello il punto...— commentò brevemente e in modo un po' sconclusionato come se lei stessa non sapesse cosa volesse dire.

'Mi sento così combattuta! In fondo al cuore sento di essere quasi felice e sollevata che lui sia qui però sono anche così irritata...perché ogni volta che c'è di mezzo Natsu il mio cuore va in subbuglio?! Odio non avere il controllo di me...'

—Beh, avresti tutte le ragioni per essere arrabbiata! Ma dovevo assolutamente vederti dopo tutto quello che è successo questa mattina...— aggiunse allora il ragazzo.

— Già, sta mattina...— ribadì Lucy, interrompendo per un momento le parole del rosato. Un'ombra cupa era scesa nuovamente sul suo volto. Natsu esitò per qualche secondo poi riprese.

— Io...maledizione non so da dove cominciare...ehm — ma ancora una volta, con grande sorpresa, Lucy lo interruppe.

— Se non sai cosa dire allora inizio io per prima, sai, in verità anche io volevo parlare con te ma le circostanze non me l'hanno permesso. Sono sollevata che tu sia venuto a trovarmi infondo...— Natsu rimase interdetto dal tono freddo e serio con cui disse quelle parole.

Lucy optò per andare dritta al punto. Prima di parlare prese un profondo respiro. Con ciò che stava per dire si sarebbe messa nuovamente a nudo esprimendo emozioni che solo con poche altre persone aveva avuto il coraggio di condividere; con un ragazzo che nonostante tutto conosceva solo da pochi mesi ma al quale, chissà per quale ragione, non riusciva a trattenersi dall'aprirgli il suo cuore.

— Sei stato l'ultima persona che ho visto prima di perdere i sensi e quando mi sono svegliata ero così spaesata! Mi sono ritrovata tutti intorno: Levy, Juvia, persino Grey ma tu...— alzò di scatto gli occhi verso di lui —...tu non c'eri...— e lo guardò intensamente come se così facendo sperasse anche solo un po' di trasmettergli ciò che aveva provato in quel momento. Ciò che l'aveva spinta ad essere così diretta era forse risentimento o delusione? Non sapeva proprio spiegarselo ma, quando si trattava di lui, le sue difese venivano completamente annientate. Era più simile a quella sensazione che si prova quando ti sembra di dipendere totalmente da una persona e dalle sue azioni e quando questa non fa come ti aspetti ecco che crolla tutto, che crolli tu. E allora ti arrabbi ma con te stessa per aver fatto più affidamento su un'altra persona che su di te — ...perché non c'eri, Natsu?— domandò con un filo di voce.

Con quelle parole il rosato si sentì sprofondare. I suoi occhi erano fissi in quelli grandi e tristi della ragazza ma in realtà non la stavano veramente guardando. Sembrava essersi reso conto che con il suo comportamento doveva averla ferita più di quanto avesse mai immaginato. Macché, lui non aveva minimamente pensato a come si sarebbe sentita. Avvertì una strana stretta al petto. Già, proprio lì in alto a sinistra. Ormai aveva perso il conto di tutte le crepe che tempestavano il suo cuore e proprio adesso, se ne era aggiunta un'altra.

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