60. Capitolo sessanta

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Punto di vista: Clarissa

Io, Mattia e Marco stiamo andando alla nostra università e siamo in viaggio da circa quattro ore perché oggi è il nostro primo giorno e Marco ci sta accompagnando. Sono emozionata ad entrare in questa pagina della mia vita perché so che non sarò sola e cercherò di fare amicizia con qualcuno. Nel bagagliaio le nostre valigie sono strapiene nonostante non ci sia tutto l'armadio.

Piccola parentesi: Rose sta bene. Il giorno dopo aver prelevato i soldi che mi servivano, li ho portati ad Annemarie che li ha accettati con le lacrime agli occhi. Una settimana dopo, Rose è stata operata e curata ed ora si sta rimettendo piuttosto bene. Voglio bene a Rose e lei ne vuole a me; ha persino voluto che la andassi a trovare all'ospedale e che passassi del tempo con lei. Per ringraziarmi, Annemarie ha preso una casa in appartamento a pochi chilometri fuori Boston così saremo più vicine e riusciremo a vederci.

"I dormitori sono separati" dice Mattia

"Beh, è giusto così" rispondo

"Cosa?! Ti immagini come sarebbe stare in camere miste?"

"Certo che mi immagino ma potrebbe esserci qualche ragazza che non sono io o qualche ragazzo che non sei tu"

"E allora mi sa che hai ragione" dice guardando fuori dal finestrino. Mi mette una mano sulla gamba.

"Sapete già con chi sarete?" domanda Marco guardandomi dallo specchietto retrovisore.

"No ma io sono fiduciosa, spero in qualcuno di simpatico" dico. Tra di noi parliamo in italiano perché ci viene più facile e naturale, anche quando siamo in mezzo alla folla ma quando dobbiamo parlare con altre persone parliamo in inglese. Io e Marco siamo molto fluidi nel parlarlo e Mattia un po' meno, però stando qui in America sta imparando molto bene.

Manca poco più di un'ora all'arrivo e passo il mio tempo a fantasticare su un ipotetico inizio anno.

"Gli americani hanno delle confraternite, entrerete in qualcuna?" domanda sempre Marco

"Ehm no, voglio solo divertirmi e studiare" dico solo

"Credo che il massimo che farò sarà iscrivermi alla squadra di football" risponde Mattia.

Decine e decine di interminabili minuti dopo, arriviamo in un enorme parcheggio dove ci sono molte macchine di fronte il quale c'è la mia università, il mio campus ed è tutto magnifico. Marco parcheggia in uno dei posti liberi e scendiamo. Tanti ragazzi accompagnati da genitori o amici o parenti vanno avanti e indietro in cerca del dormitorio o di chissà cos'altro. Mi mette allegria, oltre al fatto che c'è il sole. Prendiamo le valigie e mentre Marco chiude il portabagagli, io e Mattia controlliamo i documenti che la scuola ci ha mandato per scoprire dove si trovano i nostri dormitori e per capire come funziona. I nostri dormitori sono a un centinaio di metri di distanza.

"Allora, da che parte andiamo?" chiede Marco porgendomi le valigie

"Di qua" dico indicando la mia destra. Camminiamo a passo svelto e un paio di minuti dopo arriviamo ai dormitori. "Questo è il mio"

"Ti aiuto se vuoi" si propone Marco. Io annuisco.

"Io vado al mio, ci vediamo dopo" dice Mattia e si allontana dopo avermi dato un bacio. Io e Marco entriamo, i colori azzurri e blu predominano nei corridoi stretti e sulla sinistra ci sono tutte le stanze. La mia è la 77B e visto che vanno dalla 50 alla 90 e si dividono in A e B, deduco che sarà abbastanza lontana. Inizio a concentrarmi dopo aver passato la 70 e qualche secondo dopo la trovo, entro e c'è già una ragazza. È di spalle che sta sistemando le sue cose. Vedo che ci sono tre letti quindi dovrebbe arrivare un'altra ragazza.

Damage - Una rosa dal cementoWhere stories live. Discover now