9. Capitolo nove

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Punto di vista: Mattia

Il mio rendimento universitario sta calando velocemente: ho dato solo due esami nell'ultimo mese e sono stato bocciato ad entrambi. La colpa è solo di mio padre perché ultimamente mi sta dando molto filo da torcere. Mia madre sta peggiorando ogni giorno di più. Mia sorella pure. E ne risento anche io. La nostra gemellanza ci fa sentire come stiamo; io a lei e lei a me. La psicologa è molto preoccupata per me e il mio rendimento.

Per quanto riguarda Clarissa, so che abbiamo dei corsi in comune e l'ho incrociata un paio di volte nei corridoi con un ragazzo ma non penso sia il suo ragazzo. Ogni volta che i nostri sguardi si incrociano, lei mi guarda male. Mi detesta. Sono attratto da quella ragazza, non fisicamente ma dalla sua confusione. Basta guardarla per capire che racchiude tanto per essere così giovane. Proprio come me.

La settimana scorsa la psicologa mi ha dato un appuntamento extra, non so per cosa esattamente ma mi ha detto che mi avrebbe aiutato. E l'appuntamento è oggi, alle 15. Seguo le mie lezioni con più attenzione del previsto ma non sono ancora collaborativo come prima. Con Clarissa ho solo un corso in comune oggi e appena entro in aula lei è seduta al suo solito posto, io mi siedo al mio, lontano. La giornata si prospetta molto lunga.

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Ore 14:50. Sono in ritardo. Prendo lo zaino da terra e corro verso lo studio della psicologa. Arrivo lì appena in tempo e appena apro la porta vedo Clarissa seduta di fronte alla dottoressa. Si gira e rotea gli occhi appena vede che sono io.

"Oh no, lui no" dice alla dottoressa Caruso

"Sì, lui sì" ribatte la dottoressa "Prego Mattia, siediti" Prendo posto vicino a Clarissa.

"Perché c'è anche lei?" chiedo. Clarissa sbuffa e fa tremare la gamba involontariamente.

"Perché si è offerta per aiutarti" dice felice la dottoressa

"Tecnicamente mi ha obbligata" precisa Clarissa

"Penso che vi farebbe bene essere amici. Mattia, tu potresti renderla più dolce e tu, Clarissa, dovresti aiutarlo ad incrementare il suo rendimento" spiega

"Ho accettato perché non pensavo fosse lui" dice Clarissa, incrociando le braccia al petto. La dottoressa vuole aiutarmi con i miei voti e io forse, stavolta, dovrei accettare. Anche solo per chiederle scusa per quel famoso lunedì sia per averla bagnata che per essere stato uno stronzo.

"Va bene" dico sovrappensiero. Clarissa mi guarda incredula, forse pensava avrei detto di no.

"No, io non voglio" dice Clarissa cocciuta

"Clarissa, ti prego. Ne abbiamo già parlato. Hai bisogno di distrazioni"

"Sì ma io non lo sopporto" dice Clarissa indicandomi

"Con il tempo imparerai a farlo se accetti" dice la psicologa. Clarissa si abbandona sulla sedia.

"Va bene" dice infine. Sorrido dentro di me e la dottoressa felice ed orgogliosa ci spiega cosa dovremmo fare. Sono sempre più deciso a scoprire cosa nasconde quella ragazza. Ci alziamo e ce ne andiamo. Clarissa poi se ne va per la sua strada senza degnarmi di uno sguardo. Io, invece, torno alla mia macchina e vado a casa felice, per una volta. Avere la possibilità di conoscere Clarissa mi rende felice, anche se dovesse andare male.

La mia felicità dura poco perché appena entro in casa, mio padre mi da un pugno sulle costole e calciandomi mentre sono ancora a terra mi porta in salotto.

"Bocciato a due esami" dice schifato "Con tutti i soldi che pago per farti avere un'istruzione" Mi sputa addosso e se ne va, lasciandomi a terra. Mi alzo con le poche forze che ho e pian piano vado a vedere come sta mamma e poi Sofia. Entrambe leggermente meglio.

Mi rincuora il fatto di studiare con Clarissa, anche se non la conosco.

Damage - Una rosa dal cementoWhere stories live. Discover now