41. Capitolo quarantuno

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Punto di vista: Clarissa

La convivenza con Marco va meglio di quanto avevo previsto, si alza prima di me per preparare la colazione, pulisce, va a lavorare, fa la spesa se serve, è come se fossi tornata di nuovo a casa e non dovessi preoccuparmi di niente. Ormai sono due settimane da quando mi sono trasferita nella nuova casa e nel frattempo ho annullato la mia stanza al dormitorio (che poi ha deciso di prendere Mattia) e mi sono abituata alla routine con Marco. Gli affari nella sua officina vanno alla grande e lui torna a casa stanco e soddisfatto tutte le sere, io gli faccio trovare un pasto caldo in tavola. Mi sta dimostrano tanto e lo apprezzo tanto.

La mia giornata di oggi inizia con la psicologa. Vorrei evitarlo ma non posso, soprattutto perché lei è contenta dei passi che sto facendo e vuole continuare a farmene fare altri. Marco mi accompagna a scuola con la sua nuova macchina comprata usata: una Toyota Yaris del '99. Luca è andato via qualche giorno fa perché ha visto che le intenzioni di mio fratello sono tutt'altro che brutte.

Entro all'università e vado davanti all'ufficio della dottoressa in attesa che mi chiami, il che accade pochi minuti dopo il mio arrivo. Il suo ufficio è sempre così ordinato e odora intensamente di lavanda. Mi siedo e aspetto che dica qualcosa o mi faccia una domanda da cui vuole partire.

"Allora" mi dice sorridendo e congiungendo le mani "L'ultima volta abbiamo parlato del tuo trasferimento da tuo fratello. Hai detto cose importanti" Annuisco. "Vorrei che tu facessi un passo indietro" So dove vuole andare a parare e so anche che è una cosa che finché non la dico non mi fa vivere bene e soprattutto so di non averlo superato.

"Vuole che parli dello stupro" dico e lei annuisce. Sento un nodo salire alla gola. Dopo un lungo silenzio riesco a dire qualcosa. "Ero in salotto" inizio "Stavo giocando a Mario Kart alla Wii, mio fratello era andato a fare skate da qualche ora quindi ero a casa da sola" Mentre spiego guardo fisso un punto e riesco ad immaginare quella giornata come se l'avessi appena vissuta "Mia madre sarebbe dovuta arrivare per cena. Marco ad un certo punto spalanca la porta e viene in salotto, senza nemmeno guardarlo gli chiedo come è andata ma lui non rispondeva. L'ho guardato ed i suoi occhi erano puntati su di me, erano completamente rossi ma non era fatto, ne sono sicura" Mi scende una lacrima. "Gli ho detto che mi faceva paura ma lui non mi ha sentita, è venuto verso di me e mi ha presa con la forza. È molto più grande di me quindi l'ha fatto con facilità. Mi ha preso i polsi e mi ha spinta contro il muro" Le lacrime hanno iniziato a scendere, tiro su con il naso "Con una mano mi teneva i polsi mentre io cercavo di svincolarmi e con l'altra mi ha letteralmente strappato i vestiti dalla vita in giù, poi ha abbassato i suoi pantaloni ed è..." Faccio una pausa. La dottoressa vuole che lo dica. "...è entrato in me ed io urlavo, piangevo perché mi stava facendo male visto che era la mia prima volta ma lui non sentiva, entrava ed usciva graffiandomi la schiena finché ad un certo punto si è fermato e l'ho sentito venire dentro di me. Si è staccato ed io sono caduta a terra, senza forze. Lui mi ha guardata e mi ha detto solo "scusa". Si è rivestito ridendo ed è uscito, lasciandomi lì. Mi ha trovata Luca"

"Hai subito un brutto trauma e ne sei riuscita a parlare" mi dice, sono felice di averlo fatto ma continuo a piangere. "Questo ormai è passato e non lo puoi cambiare. Devi solo andare avanti"

"L'avevo già raccontato a Mattia ma non così dettagliato"

"Sono felice che tu abbia trovato un supporto in Mattia" dice. E adesso chi glielo spiega che siamo innamorati?

"Già" mormoro

"Com'è tuo fratello adesso? Voglio dire, sta lavorando sodo anche per te, ha preso in affitto una casa, una macchina. Se non si fosse pentito lo avrebbe comunque fatto?"

"No, immagino di no" mormoro, pensandoci un attimo

"Cos'è successo dopo quello che mi hai raccontato?" mi domanda. Sospiro e deglutisco.

"Ho tentato di suicidarmi poche settimane dopo e mi ha salvata Luca, di nuovo" dico e mi guardo le mani, ormai sudate

"Diciamo che Luca è il tuo angelo custode che ti ha dato una seconda possibilità" dice "Non pensi che potresti dare una seconda possibilità a tuo fratello? Perdonarlo e andare avanti?" Capisco cosa vuole dirmi.

"Sono il suo angelo custode" dico, lei annuisce "Se non ci fossi stata io, non so cosa avrebbe potuto fare una volta uscito. Avrebbe ancora tutto da pagare, probabilmente avrebbe fatto altri crimini per riuscire a campare. O magari no"

"E guarda cosa sta facendo per te, per voi" mi dice "Credi di riuscire a perdonarlo?"

"Penso di averlo fatto. Sa, potrà anche avermi violentata ma non ho mai smesso di volergli bene, nemmeno quando ho detto di odiarlo, ero solo tanto arrabbiata"

"Lo so" mi dice "Che ne dici ai andare a dirglielo?"

"Ho delle lezioni da fare"

"Allora falle ma dopo andrai a diglierlo. Scommetto che ha sofferto anche lui. Merita di sentirsi dire che l'hai perdonato e gli vuoi bene"

"Ha ragione, la ringrazio" dice e la saluto uscendo.

Vado verso l'aula di chimica leggera e felice come non lo ero da tanto. Era l'ultima cosa da sistemare il perdono per mio fratello e ora che l'ho fatto, la mia vita è perfetta in confronto a prima. Marco mi sta dimostrando tanto, è cambiato in prigione ed è tornato ad essere il mio fratellone anche se non ci siamo ancora abbracciati.

Damage - Una rosa dal cementoWhere stories live. Discover now