49. Capitolo quarantanove

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Punto di vista: Clarissa

Nell'ultimo paio di giorni ho cercato di non dare il sospetto di essere a disagio vicino a Mattia dopo quello che è successo, ma con scarsi risultati. Il fatto è che so che gli devo parlare il prima possibile ma non so le conseguenze, potrebbe andare bene come male. Mi sento male per quello che sto facendo passare al mio ragazzo ma purtroppo non è colpa mia e questo lo sa anche lui. Ma fino a che punto sarà disposto a capirmi e ad aiutarmi? Ho un comportamento di merda, lo so, e prima o poi rovinerà tutto se non mi sforzo di migliorarlo o di parlargli. Ripenso all'ultima volta che non gli ho detto quello che sentivo e capisco che devo farlo, voglia o non voglia io devo parlargli anche per mantenere sano il nostro rapporto.

Ho finito un'altra lezione e prima che inizi la prossima ho un'ora, quindi dovrei usarla bene, no? Passo davanti alle porte d'entrata e vedo Mattia seduto su una panchina in marmo, di spalle. Ecco il momento giusto. Intorno a lui, non c'è nessuno, è da solo e non so perché non è in classe. È persino una bellissima giornata di sole quindi dovrebbe andare bene, credo. Mi avvicino a lui e mi siedo accanto. Il sole avrà anche scaldato l'atmosfera ma la panchina è gelata. Sta fumando, espira una boccata di fumo. Odio ammetterlo ma è bellissimo quando fuma e le sue espressioni mentre inspira sono serie e concentrate.

"Ciao", mi dice notandomi "Non hai lezione?" Butta fuori il fumo.

"Ho un'ora libera" gli dico, lui annuisce. "E volevo usarla bene"

"Per fare cosa?" mi chiede. Lo conosco fin troppo bene per sapere che ha soffocato una battuta.

"Parlare. Dell'altra sera" gli dico. Lui butta a terra la sigaretta e la pesta con la scarpa.

"Prima che tu dica qualcosa, sappi che finirà tutto bene. Ti amo e non ti voglio mettere fretta per fare una cosa per cui non sei pronta"

"Parto con il dire che mi dispiace" inizio. So che avevo detto che mi sarei fatta un discorso ma ora, non ne sento il bisogno perché voglio veramente risolvere questa situazione e crearmi un discorso mi sa di finzione e scuse. "Mi dispiace per questo due giorni che ti sono stata distante"

"Tranquilla" mi dice e si sposta vicino a me

"Il motivo per cui non riesco a fare sesso è che ogni volta che sento qualcosa vicino mi ricordo di mio fratello e nella mia mente parte un flashback di quel pomeriggio. Mi ritorna quella sensazione di paura, terrore, bruciore e voglio solo piangere" gli dico "So che non hai nessuna intenzione di farmi del male però alla mia mente non importa, mi manda quelle immagini ed io non posso ignorarle. Ho provato a resistere e a cercare di far finta che non c'erano però nel momento in cui sei entrato appena sono diventate più nitide" Lui mi prende le mani e le bacia. "Quando mi hai toccata, sono andata in estasi ma quando sei entrato ho avuto paura. Tu non eri mio fratello, questo lo sapevo, ma ho avuto paura lo stesso. So che dirai che non è colpa mia invece sì che lo è, perché non ho ancora superato completamente tutto"

"Il tuo unico problema è questo" mi dice "Credo che ogni problema vada discusso con la persona giusta, e tu ne hai parlato con me. Se vuoi riprovare riproveremo, sei vuoi aspettare aspetteremo. Io non vado da nessuna parte" mi dice e non sa quanto bene mi ha fatto con queste parole. Gli sorrido.

"È molto difficile per me perché oltre ad averti lasciato in bianco, ho provato anche vergogna perché non riesco a fare una cosa che è normale alla nostra età e mi disprezzo tantissimo. Ogni volta" gli dico "Tutte fanno sesso con i loro ragazzi mentre io non riesco"

"Non tutti hanno passato quello che hai passato tu" mi dice "Non tutti avrebbero avuto la forza di reagire come hai fatto tu"

Annuisco senza dire una parola. Appoggio la mia testa sulla sua spalla e restiamo lì in silenzio.

"Ne ho parlato con Denis" mi dice

"Ed io con Luca" ammetto. I migliori amici sono fatti per questo no?

"Secondo lui è stato un bene che non siamo riusciti?" dice, io lo guardo confusa "Non me l'ha detto esplicitamente ma mi ha fatto rendere conto che non avevamo il preservativo" Scoppio a ridere. Una fortuna nella sfortuna direi. Aver spiegato a Mattia come mi sento quando ho dell'intimità con lui mi ha fatto sentire meglio e anche se non ho superato quel trauma, credo che lo farò presto perché ora Mattia sa tutto e saprà sicuramente come comportarsi. Lo sa sempre. Prende il portafoglio dal retro dei jeans e lo apre mostrandomi una piccola bustina quadrata. "Mi ha suggerito di portarmene sempre uno dietro"

"Credo che il tuo migliore amico vuole che facciamo sesso sicuro al più presto" gli dico ridendo

"Il mio migliore amico è un coglione" afferma "Non riesce a prendermi sul serio quando parlo di te" Dal suo sguardo capisco che è successo qualcosa.

"Forse non gli sto tanto simpatica" suppongo alzando le spalle. Sinceramente non ci avevo mai pensato però, stranamente, non mi interessa se al migliore amico del mio ragazzo non sono simpatica. Non gli ho fatto niente quindi quello che pensa di me sono cose che si è messo in testa lui, se fosse così. Mattia mi abbraccia e io mi accoccolo a lui. E se Luca avesse ragione? Se ora che ne ho parlato con Mattia riuscirò finalmente a fare sesso con lui? C'è solo un modo per scoprirlo.

"Possiamo però non dire "fare sesso" e usare un'espressione più bella? Sesso lo fai con qualsiasi persona" dice lui con convinzione "L'amore no, l'amore lo fai solo con la persona che ami" Io sorrido e gli do un bacio sul collo, fino lì arrivo da seduta se lui non si abbassa leggermente.

"Va bene" dico e sospiro "Facciamo l'amore" Lui mi guarda sorpreso.

"Adesso? Cioè di già?" mi chiede con eccitazione negli occhi. Rido.

"No, tra qualche giorno. Ho un altro esame da fare tra due giorni e vorrei farlo senza avere altri pensieri" dico alzando le spalle

"Avrai il tempo anche di prepararti mentalmente" mi dice lui. Mi alzo e mi metto di fronte a lui sentendo un gran bisogno di baciarlo. Gli prendo il viso tra le mani e lo bacio mentre lui si avvinghia a me. Un bacio al sapore di fumo e dentifricio alla menta. Le sue mani si spostano verso il basso fino a toccarmi il sedere ed io rido perché trovo buffo il fatto che anche dopo avergli spiegato quello che ho dentro, lui trovi comunque l'attrazione nei miei confronti.

"Ti amo così tanto, babe" mi dice. Ecco, babe è il nomignolo che mi ha dedicato sin dall'inizio e che mi fa impazzire ogni volta che lo dice.

Mi rendo conto che tra pochi minuti inizierà la mia prossima lezione e saluto frettolosamente il mio ragazzo per poi dirigermi verso l'aula. Mattia non si è mosso e sembrava tranquillo quando l'ho dovuto salutare, non ha lezione?

Damage - Una rosa dal cementoWhere stories live. Discover now