4. Capitolo quattro

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Punto di vista: Clarissa

La prima settimana è finita e mi sento di dire che non è stata male. Con Luca ho avuto solo tre ore in comune ma è già qualcosa quindi non mi lamento. I professori mi sono sembrati molto pazienti e socievoli mentre i miei compagni non li conosco ancora bene ma mi sembrano simpatici.

Nell'ultima settimana, mia madre è riuscita a diminuire i debiti di altri 2.500 euro. Come? Oh beh, ha messo in vendita il mobiletto delle bomboniere che tenevamo in salotto. Ogni giorno, prima di entrare in casa spero che mia madre sia lì dentro e non sia a girovagare per il paese con una bottiglia di vino tra le mani. Fino ad ora l'ho sempre trovata in casa ma non vorrei cantare vittoria troppo presto.

Oggi inizia la mia seconda settimana di università. E piove. Ho raccomandato a mia madre di stare in casa perché altrimenti sarei dovuta andare a prenderla da qualche parte, sotto la pioggia. Io e Luca siamo bloccati nel traffico a causa di un incidente e spero che tutto sia risolvi in qualche minuto perché siamo in ritardo.

"Che corsi hai?" mi chiede Luca

"Fisica, citologia e biologia" rispondo guardando l'orario

"Perfetto, anche io" mi dice e sospiro, almeno passiamo la giornata insieme

"Appena arriviamo ti faccio scendere davanti all'entrata e poi vado a parcheggiare" continua Luca. Io annuisco.

Stiamo procedendo lentamente ma almeno stiamo andando avanti. Venti minuti dopo entriamo nell'area universitaria e Luca mi fa scendere. Corro al riparo con il cappuccio della felpa sulla testa e appena mi giro per aspettare Luca, una macchina nera sfreccia davanti a me e con le ruote mi schizza l'acqua dell'enorme pozzanghera, che ho appena evitato di prendere, bagnandomi. Del tutto. Presa dal nervoso, corro dietro a quel ragazzo e ormai nemmeno mi interessa della pioggia perché sono già fradicia. Vedo Luca corrermi incontro per andare al riparo e nemmeno sento quello che mi dice perché vado diretta verso quella macchina che nel frattempo ha trovato parcheggio.

"Senti, Schumacher" gli dico bussandogli con forza sul finestrino appena lo raggiungo

"Fai piano! Non vedi che lo potresti rompere?" mi dice scontroso

"E tu non vedi che sono fradicia per colpa tua?" gli dico. Lui scende dalla macchina facendomi spostare e mi guarda come se fossi un alieno.

"Se stai aspettando che ti chieda scusa puoi pure andartene" mi dice

"In realtà sto aspettando che mi dici che sei un coglione e che andavi troppo veloce" gli dico. Lui alza le spalle come se non avesse fatto niente.

"Se non ti dispiace, vado in classe. Sai, piove" mi risponde e se ne va chiudendo la macchina. Ha avuto pure il coraggio di prendermi in giro; mi calmo respirando profondamente mentre mi dirigo verso l'entrata, da Luca che mi sta aspettando.

"Hey, sei fradicia" mi fa notare Luca. Grazie, se non ci fosse stato lui non me ne sarei accorta.

"Per colpa di una testa di cazzo" dico ed entriamo "Vado ad asciugarmi". Vado verso i bagni e dopo essermi spogliata in uno dei box ed essere rimasta in intimo, mi cambio. Fortunatamente mi porto sempre un cambio dentro lo zaino perché non si sa mai. Esco con i vestiti asciutti e provo ad asciugarmi i capelli con l'asciugamano elettrico da muro. Poco dopo una ragazza esce dal box vicino a me.

"Ti serve una spazzola?" mi chiede con gentilezza

"Grazie" dico annuendo. Lei tira fuori dallo zaino la spazzola e me la porge.

"Sono Monica" mi dice

"Piacere Clarissa" gli rispondo

"Che ti è successo?" mi chiede

"Un ragazzo mi ha bagnata con l'acqua di una pozzanghera passandoci sopra a tutta velocità" Lei annuisce e mi fa compagnia fino a quando finisco

"Vuoi un po' di trucco?" mi chiede mostrandomi la sua trousse. Io mi guardo allo specchio. Faccio paura.

"Volentieri, un correttore e un mascara se li hai" rispondo

"Certo" dice e me li porge. La ringrazio tante volte e vado verso l'aula di fisica.

Damage - Una rosa dal cementoजहाँ कहानियाँ रहती हैं। अभी खोजें