Capitolo 13 - come un ultimo bacio

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Cammino con estrema leggerezza, quasi se oggi potessi persino volare in aria. Eppure, superato il quadro di Serpeverde e avvicinatomi alla mia stanza, noto che la porta è socchiusa.

Facendo attenzione, entro al suo interno e accendo la luce. Davanti a me c'è Albus, ma cosa ci faceva lì?

Colto di sorpresa, non tenta nemmeno di spiegare il motivo per cui è qui, nonostante abbia accanto una sua felpa che ha lasciato qui tempo fa, facendomi intuire che quello è il motivo per cui si è intrufolato.

Eppure, quando lo osservo bene, mi si gela il sangue: è seduto sulla punta del mio letto, i capelli spettinati, la sua spada caduta per terra senza particolari precauzioni.

In mano, però, tiene un foglio tutto stropicciato e scritto di fretta con inchiostro leggermente sbavato: la riconosco subito, è la lettera che scrissi poche settimane fa a lui e, senza il coraggio di buttarla, la lanciai sulla scrivania lì accanto.

Congelato, osservo lui alzarsi con gli occhi lucidi dal letto, mi osserva in silenzio, poi solleva la pergamena e la indica con l'altra mano. Dalla sua gola escono solo poche parole soffocate.

"perché mi stai facendo tutto questo?"

Il mio cuore sprofonda.

Le parole mi si bloccano in un groppo in gola, il mio cervello tenta di trovare qualsiasi cosa da dire.

"Non l'ho scritta io quella" rispondo istintivamente, rendendomi conto solamente dopo della grandissima cazzata appena detta.

"Non dirmi cazzate. E' la tua scrittura, non puoi negarlo" Risponde con aria arrogante Albus. Lo guardo per un secondo: ha un'espressione furiosa, arrogante, eppure intuisco dai suoi occhi lucidi e i pugni stretti, che non ha nemmeno un minimo di rabbia in corpo; questo, seppur dovrebbe rassicurarmi, spinge ad odiarmi ancor di più.

Con tutto ciò che sta passando, tra la paura della morte e Lily, l'unica soluzione che ritenevo giusta era quella di allontanarmi da lui, sollevarlo dal mio dolore. Eppure, lo sto trascinando nel vortice assieme a me.

Rimango in silenzio sotto il suo sguardo, poi lo vedo avvicinarsi. Sembra quasi spaventato, come se io fossi ciò che potrebbe fargli più male al mondo, e probabilmente l'ho fatto.

SI ferma solo nel momento in cui i nostri visi sono a venti centimetri l'uno dall'altro, abbassa lo sguardo e raccoglie tra le sue mani calde, le mie congelate. In un attimo rimpiango tutto ciò che non ho più potuto fare per colpa della mia infezione, scomparsa per un solo giorno; quel calore, quegli occhi tempestosi e quei capelli sempre spettinati.

Non è passato molto tempo, eppure alcune cose di lui mi sembrano totalmente nuove. Abbandonata la rigida uniforme di Hogwarts, indossa una semplice maglia grigia che, grazie ai continui allenamenti di difesa con le armi, risulta ormai aderente nei punti giusti, facendo risaltare i bicipiti e i pettorali.

I suoi capelli, nonostante non abbiano mai avuto una vera forma, sono più lunghi; gli occhi, sempre enigmatici e meravigliosi, sono contornati da occhiaie nere, colpa delle notti passate in bianco in infermeria, nella speranza di sentir di colpo Lily star meglio.

Sembra quasi una persona diversa, eppure nel complesso è sempre lo stesso.

"Scorpius, come ai vecchi tempi." sussurrano le sue labbra, le quali sembrano attirarmi come una calamita. "Tu ed io che non abbiamo segreti." continua.

Devo contenermi dal fiondarmi sulle sue labbra mordendo forte le mie, poi riesco a trovare il coraggio per alzare lo sguardo e incontrare i suoi occhi. Mi guardano con un misto di delusione e speranza: speranza di qualcosa che io non posso dargli, ormai non più.

Fight for Him. [Scorbus 2]On viuen les histories. Descobreix ara