Capitolo 16 - I nodi vengono al pettine

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I nostri sguardi si incrociano, mentre io tento di mantenere l'espressione più impassibile che riesco a fingere.

Eppure, i suoi occhi mi attraversano, pieni di paura e delusione, confusi, pieni di domande, persi nella solitudine di una bufera che è appena iniziata e non so fermare.

Abbasso lo sguardo, gli occhi che minacciano lacrime incontrollabili, le quali rimando indietro con un groppo in gola.

L'ansia mi assale, di colpo tutto attorno a me sembra andare a rallentatore, esiste solo il corvino in piedi che, nel baccano del combattimento e del tifo, rimane impassibile.

"Ehi, Scorpius!" mi chiama strattonandomi Trevor. "Fai almeno il tifo per Rebecca!".

Sposto subito lo sguardo, rendendomi conto che è in mezzo alla zona di duello, lontana circa 15 metri dal suo avversario, un ragazzotto armato di sciabola che, incurante della ragazzina, si considera già vincitore.

"Forza Becca, ce la puoi fare!" Urlo io, tornando nella realtà e dimenticandomi per poco del corvino.

Lo scontro inizia, il ragazzo che si avvicina lentamente alla piccola ha un sorriso beffardo. Lei, invece è concentrata. Osserva l'avversario con l'elastico teso, poi scaglia il primo dardo, che fila di poco l'orecchio del nemico. Lui, perso il sorriso, si avvicina più velocemente, venendo colpito da una moltitudine di dardi che, resi innocui dalla magia del duello, lo colpiscono solo come piccoli sassi, rivelando l'arma della ragazza poco efficace.

Sorprendendo tutti, me compreso, Rebecca butta a terra la fionda, inginocchiandosi e toccandosi il polpaccio. Il suo avversario è ormai addosso a lei, quando di colpo quest'ultima scatta e, nella sua furtività, intravedo un piccolo pugnare, lungo poco più di un dito, che fila il ragazzo di pochissimi centimetri.

Imbambolato, non si accorge nemmeno della saetta che gira attorno a lui e schiva ogni attacco, fermandosi solo dopo un minuto intenso di combattimento.

Il ragazzo, se pur non ferito, ha gli abiti ridotti a brandelli. Il pubblico esplode in un boato di applausi per Becca che, ansimando, arrossisce appena si rende conto di ciò che ha fatto.

Anche la McGranitt applaude, seppur controllandosi, e sorride. Rebecca è dentro nell'élite, lo sapevo.

Torna da noi con un sorrisone e, inglobata da un abbraccio di Trevor, cinque volte più grande di lei, non smette di sorridere. Dopo essermi complimentato, mi alzo, sapendo che il momento di parlare con Albus Potter non può più essere rimandato.

I nostri sguardi si incrociano e, vedendomi alzare da terra, mi fa un cenno ed esce dalla sala, aspettando che io lo segua; così faccio.

Aperta la porta, mi accorgo del riccio che si infila all'interno di un'aula vuota. Appena entro anche io, ho appena il coraggio di incrociare lo sguardo con il ragazzo che mi si para davanti.

La camicia nera che indossa è leggermente sbottonata, lasciando in mostra le clavicole e i pettorali appena accennati.

"Ehi, che è successo?" Chiede lui, la voce ferita.

"Non ti ha detto Teddy? Non mi andava di raggiungerti, ho altre cose da fare." Rispondo tentando di avere un tono aggressivo.

Il ragazzo cerca di avvicinarsi, ma, appena vede che mi allontano da lui, si ferma.

"Si, Teddy mi ha detto cose sconfusionate e io so quando mente, lo stava facendo. Cosa succede davvero? Non ti capisco, perché non potevi semplicemente avvisarmi che saresti arrivato dopo?" Continua lui.

"Io... Non sarei venuto nemmeno con tutto il pomeriggio libero, Al." Invento io, sapendo che la verità è ben diversa. "Mi spiace che tu abbia frainteso tutto ciò che è successo ieri, ma per me è stata solo un'avventura di una notte, avevo bisogno di sfogarmi." Continuo poi, con espressione indifferente, guardando a terra.

Alzo leggermente gli occhi, accorgendomi che il ragazzo davanti a me è appoggiato a un banco, la mano che trema appena, il labbro morso per controllare le emozioni e le lacrime agli occhi.

"Non ti credo." Risponde lui, la voce incerta.

"E' così, voglio essere sincero con te, soprattutto in questo periodo con tutto quello che stai passando."

"No, Scorpius. Non è vero. Stamattina stavi per dirmi che mi ami, come puoi ora dire questo?" Commenta lui incredulo, i pugni stretti ai fianchi e il tono più alto.

"Non ti amo Albus." Tento di dire, sospirando prima di finire la frase.

"Forse no, ma non mi hai nemmeno usato. Io ho visto i tuoi occhi, ti prego, Scorpius, sai che puoi dirmi tutto, perché non ti fai capire?" Chiede, ormai disperato.

Tenta di nuovo di afferrare una mia mano, ma mi scanso in fretta, terrorizzato che il contatto fisico con le mie mai sudate possa contagiarlo.

"Albus, smettila di farti fottutissimi film mentali, tra noi non c'è niente e mai ci sarà." Concludo, tentando di uscire dall'aula e dalla conversazione. Albus, le lacrime che ormai sgorgano dai suoi occhi, tenta un ultimo strattone, senza la forza di lasciarmi andare ancora.

La sua mano mi sfiora senza che me ne accorga e, con il mio movimento, faccio un errore enorme.

La fascia che nasconde la mia ferita infetta viene tirata, si strappa e cade a terra.

Mi fermo immobile, dando ancora le spalle al ragazzo dietro di me che ora è senza parole.

"Scorpius, cosa è quello? Ieri non lo avevi, ti sei fatto male?" Mi bombarda poi con mille domande. Si avvicina, cerca di afferrare il mio braccio ma non glielo permetto.

Non rispondo alle sue domande, chiudo solamente dietro di me la porta, sperando che lui non mi segua. Invece, lo fa, senza permettermi di pensare ad altro.

Sono nella merda, aveva ragione Teddy, la verità salta sempre fuori.

"Scorpius, basta! Fermati, che cazzo succede?!" Urla lui, obbligandomi a fermarmi ad una decina di metri di distanza.

MI giro, le lacrime che pizzicano i miei occhi minacciano di scendere a fiumi, mentre il corvino mi guarda incredulo.

"Albus, ti prego, ti scongiuro, stammi lontano. Il più lontano possibile." Rispondo, cercando di calmare il mio terrore.

"No, Scorpius, non posso più stare lontano da te, nessuno di noi due è bravo in questo gioco."

"Invece devi. Fallo tu per entrambi, perché io non ce la sto facendo più. Ti supplico, è l'unica cosa che puoi fare." Concludo, rientrando nella sala dove i duelli stanno per terminare. Chiudo la porta dietro di me e asciugo, con la manica della camicia, gli occhi umidi; poi, fornito del sorriso più falso che so mostrare, torno nel mezzo del poligono, mentre la mia testa è rimasta fuori dalla stanza, ancora legata agli occhi di smeraldo di Albus.

Volto lo sguardo, sperando quasi che lui mi abbia seguito, eppure la porta è chiusa e non ha intenzione di aprirsi. Sospiro. Cosa farò ora?

ehi ciao! scusate per l'aggiornamento in ritardissimo ma l'inizio della scuola è stato un trauma e non ho avuto molto tempo per scrivere.

- Vi sta piacendo la storia?

Fight for Him. [Scorbus 2]Hikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin