Capitolo 24 - insonnia

102 5 7
                                    

Pov Scorpius

Non ho mai sofferto di insonnia.
A casa mi raggomitolavo tra le coperte costose e i cuscini in piuma d'oca di Villa Malfoy; nei rari momenti in cui il sonno non mi raggiungeva all'istante, c'era sempre un elfo di casa che si occupava di me.
Ad Hogwarts, nonostante le coperte non fossero in seta e né i cuscini imbottiti di piume d'animale, le uniche notti in cui non dormivo, le trascorrevo con un viso stampato sul volto, contento di non star facendo nessun'altra cosa al momento: passavo ore ad osservare ogni dettaglio di Albus mentre lui, come un bimbo, dormiva indisturbato, un braccio attorno al mio fianco e il suo respiro appena percettibile.

Mi chiedo quindi come sia finito qui, abbandonato nelle coperte dell'enorme letto all'interno della stanza destinata ai capogruppo e senza alcuna speranza di addormentarmi. Mentre i miei occhi sono serrati, la mente vaga verso mille pensieri diversi; nel momento in cui il mio cervello si offusca e le palpebre si appesantiscono, illudendomi di poter davvero dormire, l'oscura ed ormai familiare voce che vaga per la mia mente mi richiama alla realtà.
"Così debole, così... vulnerabile... guardami. S-seguimi. S-servimi." un sussurro freddo e strisciante mi attraversa il corpo, seguito da innumerevoli brividi.
Di colpo, alzo la schiena mettendomi in posizione seduta, ma compio il movimento troppo velocemente: la mia visione si oscura e mi sembra di perdere i sensi, finché il sangue non raggiunge di nuovo il cervello e la visione lentamente torna chiara. Porto istintivamente una mano sulla fronte spostando i capelli sudaticci incollati ad essa e cercando di giustificare ciò che mi accade con una semplice febbre: nulla da fare, il mio viso è freddo come il marmo. Decido quindi di alzarmi spostando le gambe verso la punta del letto e posiziono la pianta del piede sul pavimento freddo; afferro la mia bacchetta infilandola nella tasca in flanella del pigiama e procedo a tentoni nel buio, sperando che un bicchier d'acqua mi riporti alla realtà.
Prestando attenzione a non far troppo rumore: slitto al di fuori della mia stanza da letto, entrando in sala comune, ormai deserta. Estraggo la mia bacchetta dalla tasca del pigiama e sussurro "Lumos", per poi procedere lungo la strada fiocamente illuminata.
Raggiunto il bagno e con movimenti lenti mi risciacquo il viso per poi osservarmi allo specchio: il mio viso è quasi irriconoscibile
Il mio corpo pallido è segnato da tagli e lividi, frutto di innumerevoli allenamenti con Teddy al poligono. I miei occhi, grigi come nuvole cariche di pioggia prima di un temporale, sono incavati e circondati dalle evidenti occhiaie: hanno perso ogni barlume di emozione, nascondendosi, assieme al resto del volto, dietro alla familiare maschera d'indifferenza che indosso ogni giorno.
Sorrido con disprezzo, afferrando nuovamente la mia bacchetta pronto a tornare nella mia stanza.
"Sei solo. Non combattermi. S-seguimi. Qui non servi più".
Mi giro di colpo, sicuro che ci sia qualcuno accanto al mio orecchio che sussurra: sorprendentemente, sono solo. Compiendo un movimento brusco a causa dello spavento, faccio scivolare il portasapone in ceramica posizionato a lato del lavandino, il quale cade rumorosamente a terra.
"Merda!" sussurro tra me e me, pregando di non aver svegliato nessun altro. Afferro la bacchetta appoggiata sul bancale, indirizzo la punta verso l'oggetto a pezzi e recito: "Reparo".
Magicamente il portasapone si ricompone come nuovo, per poi esser raccolto da me e posizionato nuovamente al suo posto.
Illuminando nuovamente la cima della bacchetta, la punto lungo la mia strada, cercando di scordare i sussurri che mi tormentano; quando abbasso la mano e sfioro per errore la fasciatura che copre il mio taglio infetto, però, le voci esplodono nuovamente.
"S-eguimi... s-ervimi" iniziano a cantilenare.

Non mi soffermo nemmeno per un istante. Senza provocare altri rumori, mi infilo nuovamente nella mia stanza per poi uscirne armato del mio gladio, intenzionato a trovare finalmente la fonte di tutte quei susurri. A grandi passi raggiungo il muro in pietra della stanza comune che, scricchiolando, si apre, dandomi libero accesso ai sotterranei. "Un altro moccioso pronto a farsi ammazzare. Non siete Harry Potter, morirete a fare gli eroi!" Sento tuonare dal Barone Sanguinario, posizionato al di fuori, mentre mi allontano ignorandolo. Quando però lo sento nuovamente brontolare, riuscendo a riconoscere le parole nonostante io sia ormai lontano almeno dieci metri, non posso ignorarlo.

Fight for Him. [Scorbus 2]Where stories live. Discover now