18 • Camminare sull'acqua

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La Galleria del Vento era ancora in paziente attesa della grande inaugurazione che avrebbe dovuto cambiare per sempre la vita nei Rifugi

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La Galleria del Vento era ancora in paziente attesa della grande inaugurazione che avrebbe dovuto cambiare per sempre la vita nei Rifugi. Onde di carta e tessuto coloravano lo spazio tra le colonne della sala d'attesa, fra gli alti soffitti in resina bianca delle banchine che avrebbero dovuto accogliere i primi viaggiatori.

La Via Sotterranea era un sogno vecchio di vent'anni: un dedalo di Gallerie che avrebbe connesso i maggiori Rifugi dell'isola, rendendo più semplici spostamenti e commerci. Nel momento in cui avesse preso vita, sarebbe stato un nuovo risorgimento della civiltà umana, la fine del lungo isolamento cui erano stati condannati.
Sarebbe stato, se solo.

Helena umettò le labbra screpolate del ferito con un panno umido. Da quando Gabriel l'aveva affidato alle sue cure, non aveva ripreso conoscenza. Era un giovane soldato: Helena aveva dovuto strappargli la divisa intrisa di sangue per scoprire la ferita che gli aveva squarciato il ventre. Aveva fatto del suo meglio per ripulirla ma, senza un medico, dubitava che avrebbe superato la notte.

Sentendosi inutile, sollevò lo sguardo sulla banchina. I superstiti si stringevano tra loro, i volti lividi di sconforto e paura. Quando Shari, Gabriel e Gareth tornavano indietro, guidando nuovi sopravvissuti come sinistri traghettatori di anime, un fremito di speranza attraversava i presenti. Qualcuno riusciva a riabbracciare un amico o un parente, ma la maggior parte tornava a sedersi sui pavimenti in resina, cercando di trattenere il pianto.

«Com'è la situazione nei livelli superiori?», aveva domandato Helena, quando i tre erano tornati da una delle loro ricognizioni.

«Hanno distrutto tutto», aveva risposto Shari con voce spezzata. «Il Refettorio, la Sala della Memoria, il Mercato... Non c'è più niente. Soltanto cadaveri».

«E come pensavamo, la maggior parte della Guardia è tornata a Londra col bottino», aveva aggiunto Gareth, atono. «Chi è rimasto, si è accampato nei primi livelli. Organizzano piccole ronde per tenere la situazione sotto controllo, ma per lo più... festeggiano con ciò che hanno trovato».

Non aveva chiesto in cosa consistessero quei festeggiamenti. La ricchezza dei Rifugi - la sola che potesse interessare i vampiri - era nelle persone che vi abitavano. Schiavi, così li aveva definiti Gareth. Aveva raddrizzato le spalle, cercando di non lasciarsi sopraffare.

«Per oggi continueremo a cercare sopravvissuti, ma entro domani lasceremo l'accampamento», aveva concluso Gabriel. «Più tempo restiamo qui, più rischiamo di essere scoperti».

Helena aveva annuito, poi ognuno era tornato al proprio lavoro. In qualche modo, lei si era assunta il compito di accogliere i nuovi arrivati: offriva loro dell'acqua e una coperta, cercando di rassicurarli come meglio poteva. Lottie l'aiutava, correndo avanti e indietro da una fontanella della sala d'aspetto per riempire le borracce; sua madre invece restava in un angolo, avvolta nella coperta isotermica. Sobbalzava a ogni rumore, soprattutto quando Gareth era nei dintorni.

Dies CinerumWhere stories live. Discover now