32 • Una scala per l'Inferno

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La ragazzina si muoveva come uno scoiattolo: saltava con agilità dalle banchine per inseguire binari arrugginiti, fermandosi e tendendo le orecchie non appena sentiva un rumore sospetto

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La ragazzina si muoveva come uno scoiattolo: saltava con agilità dalle banchine per inseguire binari arrugginiti, fermandosi e tendendo le orecchie non appena sentiva un rumore sospetto. Si chiamava Jenna Rigg e aveva quattordici anni, cinque dei quali passati tra le schiere dei Mezzafaccia. Aveva accettato di aiutarli a trovare Lochan, nella speranza di convincere altri ribelli a unirsi ai protetti di Sala della Magnolia.

«E adesso?», domandò Gabriel, puntando la torcia contro i resti di un distributore automatico. Un topo squittì, infastidito. «Aspettiamo che si accorgano di noi?».

«Ci vorrebbe troppo», disse Shari. «Voglio raggiungere l'accampamento prima di mezzanotte».

«Peccato che lo spostino a ogni cambio di vento. Come facciamo a sapere dove sono andati?».

«È facile», rispose la ragazzina. I lisci capelli neri le ondeggiavano sulle spalle, così lucidi da sembrare alghe oltre il pelo dell'acqua. «A volte capita che qualcuno resti indietro, soprattutto se la missione dura più a lungo del previsto. Così, Lochan lascia dei messaggi in codice».

«Utile», commentò Gabriel ammirato, «ma non c'è il rischio che qualche vampiro li scopra?».

«Loro non vengono quaggiù». Jenna si avvicinò a una centralina di controllo, dove fasci di fili elettrici si addentravano in una cassetta di plastica. Aprì lo sportello e frugò tra i cavi. «Non volentieri, almeno. Noi conosciamo meglio le gallerie, i passaggi dov'è più facile tendere un agguato. Se si spingono così in profondità, li uccidiamo».

Shari rabbrividì a quelle parole. E fu grata ai Graham di aver dato a Jenna e ad altri ragazzini come lei la possibilità di cambiare vita.

«Ecco». Jenna tirò fuori quello che sembrava un comune sasso, levigato dalle acque del Tamigi. Lo voltò, mostrando loro un'incisione. «Ogni accampamento ha un simbolo che lo identifica. Questo si trova vicino Charing Cross».

Shari sfiorò l'incisione, sorridendo all'intelligenza di Lochan. No, non avrebbe mai permesso che uno dei suoi compagni rimanesse indietro.

«Puoi insegnarmi questi simboli?».

«Certo. A Lochan non dispiacerà».

La tranquillità del suo tono la incuriosì.
«Come fai a esserne così sicura?».

Jenna si strinse nelle spalle. «Si fida di te. Altrimenti non ci avrebbe permesso di seguirti».

La piccola Mezzafaccia riprese a fargli strada. Con una certa soddisfazione, Shari si rese conto di raccapezzarsi meglio tra gli snodi, riconoscendo le stazioni e riuscendo persino a prevedere quando Jenna avrebbe imboccato un passaggio piuttosto che un altro. E quando sentirono lo scatto di una sicura, seppero di essere giunti a destinazione.

«Sono Shari Prewett», disse Shari alle ombre. «Sono qui per Lochan».

«Ragazza dell'Offerta». Nonostante la maschera, Shari riconobbe quella voce femminile. Apparteneva a Dhara, uno dei luogotenenti di Lochan. «Hai un curioso tempismo. Forse tu riuscirai a convincere quell'idiota a non farsi ammazzare».

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